Alta Terra di Lavoro

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L’ECCIDIO DI SCURCOLA MARSICANA, LA VOCE PIEMONTESE

Posted by on Feb 10, 2024

L’ECCIDIO DI SCURCOLA MARSICANA, LA VOCE PIEMONTESE

Un lavoro congiunto tra Giuseppe Morzilli e Loreto Giovannone ha prodoto un estratto di un libro scritto agli inizi del 900 che parla delle vicende del 54^ Reggimento Fanteria (Brigata Umbra) dove vengono narrate, altresì, delle giornate legate all’eccidio di Scurcola Marsicana che crediamo sia importante divulgare.

Signor Colonnello,

Nei sette anni da che Ella comanda il 14° di Fanteria, il Reggimento ha sempre solennizzato l’anniversario di suaa fondazione con qualche pubblicazione di carattere educa­tivo, quali la cartolina reggimentale, quella dei Colonnelli, la lapide dei decorati al valore, quella dei caduti a Dogali, ecc., o con qualche istituzione a vantaggio della  truppa,  come, pe·r esempio, il ricreatorio dei caporali e soldati. Quest’anno, che per il Reggimento è il quarantacin­quesimo di vita, Ella, con senso  squisito  di  opportunità, ha inteso di festeggiare il lieto  evento con la pubblicazione dei Cenni storici ed  aneddotici  del  54°  di Fanteria, dando a me l’onorevole e gradito incarico di compilarli. Modesto,  troppo  modesto  è il valore di quexto opuscolo, ed il poco che esso può valere non è opera mia. È Lei, Signor  Colonnello,  che  ha  avuto  la  geniale  idea di questa pubblicazione,  è  Lei che ne ha ricercato e forniti i documenti, Lei che ne ha autorevolmente diretta la com­ pilazione, curata ed aiutata la pubblicità. Se quindi in qrteste poche pagine i nostri ,loldati po­tranno leggere i fatti che dettero motivo alle  ricompense scritte in lettere d’oro  sulla  lapide  di  bronzo  che  orna l’atrio della nostra caserma, è a Lei, solo a  Lei, che deb­bono essere grati.

Ed io sono sicuro di interpretarne gli ttnmiimi senti­ menti porgendole in loro nome le più sentite grazie. Ivrea, aprile 1906.

direttore subordinato

Capitano FULVIO RICCIERI

Commendatore NICOLA PASCALE
Colonnello Comandante il 54° di fanteria

Ai militari di truppa del 54° di Fanteria

A VOI, Soldati del 54° di Fanteria , sono dedi­ cate queste poche pagine destinate a ricordarvi le vicende del Reggimento dalla sua formazione sino ad oggi , ed il nome dei Valorosi che seppero me­ ritare l’insegna dei prodi. Il ricordo di quelle vicende ora tristi ora liete, l’esempio di quei Valorosi che lasciarono luminosa traccia di loro sulla via dell’onore e del dovere, sia a tutti· di guida e di sprone nelle contingenze della vita militare.
Rammentando con orgoglio uomini e cose, pre­ pariamoci fortemente ad imitare i nostri predeces­ sori coll’esercizio delle virtù che ispirarono le loro azioni e che si compendiano nelle parole: Onore, Fedeltà, Valore.

Ivrea, aprile 1906.
C. F. R.

Formazione del Reggimento

Il 54° Reggimento Fanteria fu creato da Re Vittorio Emanuele II con Regio Decreto  del  24  gennaio  1861  e si formò  in Palermo  il  16  aprile  dello  stesso  anno  con i quarti Battaglioni del 6°, del 25° e del 26° di Fanteria, costituendo col 53°, che fu formato contemporaneamente, la Brigata Umbria. Il Reggimento quindi non può vantare secoli di esi­ stenza gloriosa come quelli che prima del 1860 costitui­ vano la fanteria dell’Esercito piemontese, ma i suoi tre Battaglioni, considerati isolatamente, hanno glorie e tra­ dizioni proprie da custodire e tramandare.

Il nostro Reggimento infatti , a differenza di altri formati da nuclei di militari  tolti  dalle  varie  unità  di altri Reggimenti dell’arma, ebbe il suo 2° e 3° Battaglione costituiti rispettivamente dall’intero 4° Battaglione del 25° e 26° di Fanteria le cui Bandiere, sventolanti nel 1860 ai combattimenti di Fano e di Sinigaglia, agli assedi di Ancona e di Gaeta, meritarono la medaglia d’argento al valor militare.

Parimenti il primo Battaglione  del  54° altro non è se non il quarto Battaglione del 6° di Fanteria.

Questo Reggimento costituisce col 5° quella eroica Brigata Aosta  che,  formata  da Vittorio  Amedeo  II  Duca di Savoia il 20 febbraio 1690 col nome di ” Reggimento Fucilieri, ha  preso  parte  a  tredici  campagne  di guerra, a sette assedi ed a trenta fra battaglie e combattimenti!

Sull’asta gloriosa della sua Bandiera brillano fiera­ mente cinque medaglie al valore: una d’argento meritata nel 1849 alla battaglia di  Novara,  una  d’oro  ottenuta  nel 1859 alla battaglia di S. Martino, e tre di bronzo. Anzi una di queste ultime può a giusta ragione ri­ tenersi appartenente al 54° di Fanteria , perchè guada­ gnata nel gennaio 1861 dal quarto Battaglione del 6° Reggimento, già designato ad essere il primo del 54°. Se quindi quell’ ambita onorificenza pende dall’asta della Bandiera dei Fucilieri di Aosta ,  è  perchè  il  54° non era ancora effettivamente costituito.
E poichè il fatto d’armi della Marsica che procacciò quella distinzione al quarto Battaglione del 6° Fanteria interessa tanto da vicino il nostro Reggimento, sarà op­ portuno soffermarsi a narrarne le vicende.

Combattimento del plano della Marsica

(21  gennaio  1861)

Nel 1860 nelle provincie meridionali infieriva il brigan­taggio costituito da bande bene organizzate, guidate  da ex ufficiali borbonici, ed aiutate in tutti i modi dai ne­mici dell’ Italia. Il Governo ne affidò la repressione a colonne mobili. Una di queste, al comando del generale Pinelli, fu destinata ad agire nella conca Aquilana dove si erano rac­colte varie bande brigantesche. Il generale Pinelli formò una colonna autonoma sotto gli ordini del colonnello Quin­tini, comandante del 40° Fanteria, assegnandole la zona del Cicolano e della Marsica. Preso come punto di par­tenza Aquila, le due colonné dovevano agire simultanea­mente, percorrendo per intero la zona loro affidata. Però dopo uno scontro fortunato ad Avezzano si riu­nirono e rimasero inattive, perchè alle difficoltà del ter­reno se  ne aggiungevano  altre più serie, vale a dire  gli aiuti del governo pontificio, la cui connivenza non permetteva alle nostre truppe di  varcare il confine per il servizio di repressione.
I briganti, forti degli appoggi materiali e morali che ricevevano , vennero costituendosi in bande sempre più numerose e sempre meglio organizzate. Il 14 gennaio 1861 giunse la notizia che una banda, forte di più di mille uomini , comandata da Lovera, ex colonnello borbonico, traversati i monti di Rocca di Cerro, aveva assalito Tagliacozzo il 12 gennaio 1861, e che un distaccamento del 4()o di Fanteria. , di presidio in quel paese, era stato sopraffatto dalla grande superiorità del numero, e costretto a ritirarsi con gravi perdite.

PIANO DELLA JlARSICA

Il piano della Marsica era quindi dischiuso a quel­l’orda di saccheggiatori, perchè non sarebbero certamente bastati i deboli distaccamenti di Magliano e di Avezzano ad arrestarla.
Allora il Comandante delle truppe inviò in rinforzo del  presidio  di  Avezzano  il  quarto  Battaglione  del  6° di Fanteria, comandato dal maggiore De Litala cav. Antonio Mosse il Battaglione da Sora il 15 gennaio, e senza curarsi della neve che arrivava sin’ oltre il ginocchio, rimontò in un sol giorno la valle di Roveto, e giunse la sera stessa ad Avezzano.

La 14a Compagnia, comandata dal capitano Foldi An­tonio, che aveva ai suoi ordini 95 uomini di truppa e 3 ufficiali, fu avviata il giorno  21 su  Scurcola ,  coll’or­dine di concorrere , insieme alla 5a  e 6″ Compagnia  del 40° stanziate a Magliano dei Marsi, alla difesa  avanzata dei Piani  Palentini, di sbarrare la strada  più  breve e più agevole che da Tagliacozzo conduce ad  Avezzano, e di sostenere il primo urto della massa nemica.
La Compagnia giunse nel villaggio verso le tre po­meridiane, ed il  Capitano  aveva  avuto  appena  il  tempo di provvedere all’assetto difensivo del luogo, quando verso le sei s’avanzò l’orda brigantesca , ed a guisa di folto sciame di api, forte del numero, si stese da tutte le parti attorno al villaggio, e con urla selvagge proce­ dette all’attacco.
Resistere sino all’estremo,  non  cedere  d’un  passo,  fu il proposito della 14a Compagnia (ora 2a del 54° ).
Obbedienti alla voce ed ai cenni dei loro capi, sereni, eroicamente freddi, i soldati, bene appiattati, dirigevano con mano ferma e con occhio sicuro i loro colpi sugli assalitori, e col fuoco li freddavano, o colla baionetta li ricacciavano, o bravamente li contrassaltavano se, fatti audaci dal numero, qualche drappello di briganti troppo si avvimava.
Durava questa lotta da quasi due ore; l’oscurità della notte, resa più fitta da densissima nebbia, era rotta dal frequente lampeggiare degli spari; attraverso ai campi coperti da alto strato di neve si scorgevano   muoversi ed agitarsi in gran numero gli assalitori , quando a ri­ solvere il combattimento giungevano alfine, ansiosamente aspettati, i primi rinforzi.
Erano la 5a e la  6″  Compagnia  del  40° che,  attratte dal fragore delle fucilate, accorrevano al fuoco,  condotte dal capitano Cavanna.

Questi fece tosto occupare dalla 5a Compagnia il con­ vento di S. Antonio, posto a circa un chilometro a sud­ ovest di Scurcola, sulla via di ritirata dei briganti; colla 6a circondò il villaggio, e col fuoco e con arditi assalti alla baionetta spinse i briganti contro il convento.

Fu lo sfacelo della banda: chi fuggì, chi gettò le armi e si nascose, chi implorò salva la vita.

Un plotone di Piemonte  Reale  Cavalleria  giungeva nella notte a compiere la dissoluzione della banda, inse­guendone gli avanzi sino a Tagliacozzo, ripreso per tal modo dai nostri.

Nelle prime ore del mattino successivo (22 gennaio) giungeva a Scurcola ad affermare la vittoria anche il resto del 4° Battaglione col colonnello Quintini il quale, giunto la sera ad Avezzano e saputo come il combattimento fosse colà. impegnato, aveva disposto perchè vi accorressero tutte le forze disponibili.

Il 4° Battaglione fu destinato all’occupazione di Ta­gliacozzo, che lasciò il 19  febbraio per recarsi a Napoli e di là a Palermo, per formare il 54° di  Fanteria, al quale portava largo contributo di glorie antiche e recenti. Il valore di quasi due secoli era stato nuovamente affer­mato nella Marsica per opera sopratutto della 14a Com­ pagnia (ora 2″ del 54°).

Dalla parte dei nostri vi fu un morto e quattro fe­riti; 79 cadaveri degli assalitori furono raccolti al mat­tino attorno a Scurcola, altri furono poi trovati sui monti colpiti durante la fuga; 277 furono presi prigionieri e tradotti ad Aquila.
La Oroce di Savoia brillò sul petto del capitano Foldi, 14 medaglie d’argento e 6 menzioni onorevoli premia­rono i più· valorosi fra  i valorosi:  all’intero Battaglione fu conferita dal Re la menzione onorevole al valor mi­litare che, cambiata  poi in medaglia  di  bronzo,  brilla ora con altre quattro sulla gloriosa Bandiera del 6° Reg­ gimento Fanteria, al quale noi del 54° mandiamo rive­ renti un entùsiastico saluto!

*…*

Da quanto si è narrato sinora risulta che i tre Bat­taglioni che costituirono il 54° di Fanteria avevano già mostrato quanto possa il sentimento del dovere e la sana educazione militare; e le loro azioni di valore individuale e collettivo dovevano formare il caposaldo della nuova famiglia militare.

Non poteva quindi il Reggimento inaugurare la sua esistenza con più promettenti auspici, e sebbene, come. vedremo, gli sieno mancate le  occasioni  di  distinguersi sui cruenti campi di battaglia, pure nelle contingenze serene della  pace, e  più  ancora  nelle  lotte  che  durante i 45 anni della sua esistenza afflissero il nostro paese, seppe rendersi l)enemerito della Nazione colla pratica co­ stante delle più elevate virtù cittadine , cogli  atti  par­ ziali di  valore  e  con  quelli  collettivi  di  abnegazione  e di sacrificio.

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