L’ECCIDIO DI SCURCOLA MARSICANA, LA VOCE PIEMONTESE
Un lavoro congiunto tra Giuseppe Morzilli e Loreto Giovannone ha prodoto un estratto di un libro scritto agli inizi del 900 che parla delle vicende del 54^ Reggimento Fanteria (Brigata Umbra) dove vengono narrate, altresì, delle giornate legate all’eccidio di Scurcola Marsicana che crediamo sia importante divulgare.
Signor Colonnello,
Nei sette anni da che Ella comanda il 14° di Fanteria, il Reggimento ha sempre solennizzato l’anniversario di suaa fondazione con qualche pubblicazione di carattere educativo, quali la cartolina reggimentale, quella dei Colonnelli, la lapide dei decorati al valore, quella dei caduti a Dogali, ecc., o con qualche istituzione a vantaggio della truppa, come, pe·r esempio, il ricreatorio dei caporali e soldati. Quest’anno, che per il Reggimento è il quarantacinquesimo di vita, Ella, con senso squisito di opportunità, ha inteso di festeggiare il lieto evento con la pubblicazione dei ” Cenni storici ed aneddotici del 54° di Fanteria, dando a me l’onorevole e gradito incarico di compilarli. Modesto, troppo modesto è il valore di quexto opuscolo, ed il poco che esso può valere non è opera mia. È Lei, Signor Colonnello, che ha avuto la geniale idea di questa pubblicazione, è Lei che ne ha ricercato e forniti i documenti, Lei che ne ha autorevolmente diretta la com pilazione, curata ed aiutata la pubblicità. Se quindi in qrteste poche pagine i nostri ,loldati potranno leggere i fatti che dettero motivo alle ricompense scritte in lettere d’oro sulla lapide di bronzo che orna l’atrio della nostra caserma, è a Lei, solo a Lei, che debbono essere grati.
Ed io sono sicuro di interpretarne gli ttnmiimi senti menti porgendole in loro nome le più sentite grazie. Ivrea, aprile 1906.
direttore subordinato
Capitano FULVIO RICCIERI
Commendatore NICOLA PASCALE
Colonnello Comandante il 54° di fanteria
Ai militari di truppa del 54° di Fanteria
A VOI, Soldati del 54° di Fanteria , sono dedi cate queste poche pagine destinate a ricordarvi le vicende del Reggimento dalla sua formazione sino ad oggi , ed il nome dei Valorosi che seppero me ritare l’insegna dei prodi. Il ricordo di quelle vicende ora tristi ora liete, l’esempio di quei Valorosi che lasciarono luminosa traccia di loro sulla via dell’onore e del dovere, sia a tutti· di guida e di sprone nelle contingenze della vita militare.
Rammentando con orgoglio uomini e cose, pre pariamoci fortemente ad imitare i nostri predeces sori coll’esercizio delle virtù che ispirarono le loro azioni e che si compendiano nelle parole: Onore, Fedeltà, Valore.
Ivrea, aprile 1906.
C. F. R.
Formazione del Reggimento
Il 54° Reggimento Fanteria fu creato da Re Vittorio Emanuele II con Regio Decreto del 24 gennaio 1861 e si formò in Palermo il 16 aprile dello stesso anno con i quarti Battaglioni del 6°, del 25° e del 26° di Fanteria, costituendo col 53°, che fu formato contemporaneamente, la Brigata Umbria. Il Reggimento quindi non può vantare secoli di esi stenza gloriosa come quelli che prima del 1860 costitui vano la fanteria dell’Esercito piemontese, ma i suoi tre Battaglioni, considerati isolatamente, hanno glorie e tra dizioni proprie da custodire e tramandare.
Il nostro Reggimento infatti , a differenza di altri formati da nuclei di militari tolti dalle varie unità di altri Reggimenti dell’arma, ebbe il suo 2° e 3° Battaglione costituiti rispettivamente dall’intero 4° Battaglione del 25° e 26° di Fanteria le cui Bandiere, sventolanti nel 1860 ai combattimenti di Fano e di Sinigaglia, agli assedi di Ancona e di Gaeta, meritarono la medaglia d’argento al valor militare.
Parimenti il primo Battaglione del 54° altro non è se non il quarto Battaglione del 6° di Fanteria.
Questo Reggimento costituisce col 5° quella eroica Brigata Aosta che, formata da Vittorio Amedeo II Duca di Savoia il 20 febbraio 1690 col nome di ” Reggimento Fucilieri, ha preso parte a tredici campagne di guerra, a sette assedi ed a trenta fra battaglie e combattimenti!
Sull’asta gloriosa della sua Bandiera brillano fiera mente cinque medaglie al valore: una d’argento meritata nel 1849 alla battaglia di Novara, una d’oro ottenuta nel 1859 alla battaglia di S. Martino, e tre di bronzo. Anzi una di queste ultime può a giusta ragione ri tenersi appartenente al 54° di Fanteria , perchè guada gnata nel gennaio 1861 dal quarto Battaglione del 6° Reggimento, già designato ad essere il primo del 54°. Se quindi quell’ ambita onorificenza pende dall’asta della Bandiera dei Fucilieri di Aosta , è perchè il 54° non era ancora effettivamente costituito.
E poichè il fatto d’armi della Marsica che procacciò quella distinzione al quarto Battaglione del 6° Fanteria interessa tanto da vicino il nostro Reggimento, sarà op portuno soffermarsi a narrarne le vicende.
Combattimento del plano della Marsica
(21 gennaio 1861)
Nel 1860 nelle provincie meridionali infieriva il brigantaggio costituito da bande bene organizzate, guidate da ex ufficiali borbonici, ed aiutate in tutti i modi dai nemici dell’ Italia. Il Governo ne affidò la repressione a colonne mobili. Una di queste, al comando del generale Pinelli, fu destinata ad agire nella conca Aquilana dove si erano raccolte varie bande brigantesche. Il generale Pinelli formò una colonna autonoma sotto gli ordini del colonnello Quintini, comandante del 40° Fanteria, assegnandole la zona del Cicolano e della Marsica. Preso come punto di partenza Aquila, le due colonné dovevano agire simultaneamente, percorrendo per intero la zona loro affidata. Però dopo uno scontro fortunato ad Avezzano si riunirono e rimasero inattive, perchè alle difficoltà del terreno se ne aggiungevano altre più serie, vale a dire gli aiuti del governo pontificio, la cui connivenza non permetteva alle nostre truppe di varcare il confine per il servizio di repressione.
I briganti, forti degli appoggi materiali e morali che ricevevano , vennero costituendosi in bande sempre più numerose e sempre meglio organizzate. Il 14 gennaio 1861 giunse la notizia che una banda, forte di più di mille uomini , comandata da Lovera, ex colonnello borbonico, traversati i monti di Rocca di Cerro, aveva assalito Tagliacozzo il 12 gennaio 1861, e che un distaccamento del 4()o di Fanteria. , di presidio in quel paese, era stato sopraffatto dalla grande superiorità del numero, e costretto a ritirarsi con gravi perdite.
PIANO DELLA JlARSICA
Il piano della Marsica era quindi dischiuso a quell’orda di saccheggiatori, perchè non sarebbero certamente bastati i deboli distaccamenti di Magliano e di Avezzano ad arrestarla.
Allora il Comandante delle truppe inviò in rinforzo del presidio di Avezzano il quarto Battaglione del 6° di Fanteria, comandato dal maggiore De Litala cav. Antonio Mosse il Battaglione da Sora il 15 gennaio, e senza curarsi della neve che arrivava sin’ oltre il ginocchio, rimontò in un sol giorno la valle di Roveto, e giunse la sera stessa ad Avezzano.
La 14a Compagnia, comandata dal capitano Foldi Antonio, che aveva ai suoi ordini 95 uomini di truppa e 3 ufficiali, fu avviata il giorno 21 su Scurcola , coll’ordine di concorrere , insieme alla 5a e 6″ Compagnia del 40° stanziate a Magliano dei Marsi, alla difesa avanzata dei Piani Palentini, di sbarrare la strada più breve e più agevole che da Tagliacozzo conduce ad Avezzano, e di sostenere il primo urto della massa nemica.
La Compagnia giunse nel villaggio verso le tre pomeridiane, ed il Capitano aveva avuto appena il tempo di provvedere all’assetto difensivo del luogo, quando verso le sei s’avanzò l’orda brigantesca , ed a guisa di folto sciame di api, forte del numero, si stese da tutte le parti attorno al villaggio, e con urla selvagge proce dette all’attacco.
Resistere sino all’estremo, non cedere d’un passo, fu il proposito della 14a Compagnia (ora 2a del 54° ).
Obbedienti alla voce ed ai cenni dei loro capi, sereni, eroicamente freddi, i soldati, bene appiattati, dirigevano con mano ferma e con occhio sicuro i loro colpi sugli assalitori, e col fuoco li freddavano, o colla baionetta li ricacciavano, o bravamente li contrassaltavano se, fatti audaci dal numero, qualche drappello di briganti troppo si avvimava.
Durava questa lotta da quasi due ore; l’oscurità della notte, resa più fitta da densissima nebbia, era rotta dal frequente lampeggiare degli spari; attraverso ai campi coperti da alto strato di neve si scorgevano muoversi ed agitarsi in gran numero gli assalitori , quando a ri solvere il combattimento giungevano alfine, ansiosamente aspettati, i primi rinforzi.
Erano la 5a e la 6″ Compagnia del 40° che, attratte dal fragore delle fucilate, accorrevano al fuoco, condotte dal capitano Cavanna.
Questi fece tosto occupare dalla 5a Compagnia il con vento di S. Antonio, posto a circa un chilometro a sud ovest di Scurcola, sulla via di ritirata dei briganti; colla 6a circondò il villaggio, e col fuoco e con arditi assalti alla baionetta spinse i briganti contro il convento.
Fu lo sfacelo della banda: chi fuggì, chi gettò le armi e si nascose, chi implorò salva la vita.
Un plotone di Piemonte Reale Cavalleria giungeva nella notte a compiere la dissoluzione della banda, inseguendone gli avanzi sino a Tagliacozzo, ripreso per tal modo dai nostri.
Nelle prime ore del mattino successivo (22 gennaio) giungeva a Scurcola ad affermare la vittoria anche il resto del 4° Battaglione col colonnello Quintini il quale, giunto la sera ad Avezzano e saputo come il combattimento fosse colà. impegnato, aveva disposto perchè vi accorressero tutte le forze disponibili.
Il 4° Battaglione fu destinato all’occupazione di Tagliacozzo, che lasciò il 19 febbraio per recarsi a Napoli e di là a Palermo, per formare il 54° di Fanteria, al quale portava largo contributo di glorie antiche e recenti. Il valore di quasi due secoli era stato nuovamente affermato nella Marsica per opera sopratutto della 14a Com pagnia (ora 2″ del 54°).
Dalla parte dei nostri vi fu un morto e quattro feriti; 79 cadaveri degli assalitori furono raccolti al mattino attorno a Scurcola, altri furono poi trovati sui monti colpiti durante la fuga; 277 furono presi prigionieri e tradotti ad Aquila.
La Oroce di Savoia brillò sul petto del capitano Foldi, 14 medaglie d’argento e 6 menzioni onorevoli premiarono i più· valorosi fra i valorosi: all’intero Battaglione fu conferita dal Re la menzione onorevole al valor militare che, cambiata poi in medaglia di bronzo, brilla ora con altre quattro sulla gloriosa Bandiera del 6° Reg gimento Fanteria, al quale noi del 54° mandiamo rive renti un entùsiastico saluto!
*…*
Da quanto si è narrato sinora risulta che i tre Battaglioni che costituirono il 54° di Fanteria avevano già mostrato quanto possa il sentimento del dovere e la sana educazione militare; e le loro azioni di valore individuale e collettivo dovevano formare il caposaldo della nuova famiglia militare.
Non poteva quindi il Reggimento inaugurare la sua esistenza con più promettenti auspici, e sebbene, come. vedremo, gli sieno mancate le occasioni di distinguersi sui cruenti campi di battaglia, pure nelle contingenze serene della pace, e più ancora nelle lotte che durante i 45 anni della sua esistenza afflissero il nostro paese, seppe rendersi l)enemerito della Nazione colla pratica co stante delle più elevate virtù cittadine , cogli atti par ziali di valore e con quelli collettivi di abnegazione e di sacrificio.