LECTIO MAGISTRALIS DI DOMENICO COTUGNO E LA “EXCELLENTE SANTÈ” LONGOBARDA!
L’ospedale “Cotugno” è sulle pagine dei notiziari di tutto il mondo. No, non si tratta di malasanità o di disservizi ma di un fatto curioso: l’eroico presidio sanitario partenopeo che sconfisse il colera nel 1973, sta mettendo in riga il COVID-19 e a contagio zero tra il suo personale! Fatto unico certo ma, non è una sorpresa per chi conosce l’efficienza stratosferica del personale medico e paramedico di questo ospedale.
Esso porta il nome di Domenico Cotugno, scienziato nato nel Regno delle Due Sicilie sotto Carlo di Borbone e scomparso all’epoca di Ferdinando II. Visse 86 anni, studiò materie umanistiche e religiose, fu benvoluto dal filosofo Antonio Genovesi che lo incoraggiò verso gli studi di medicina. Scoprì, il liquido nel condotto labirintico dell’orecchio interno, (De acquaeductibus auris humanae internae anatomica dissertatio) per questi studi fu contrastato e oltraggiato dagli accademici di Bologna (Vedete che il vizietto delle figuracce ce l’hanno da prima della nascita dell’Italia?).
Compì studi che lo portarono alla scoperta delle cause della sciatica. Individuò il nervo “naso palatino”, collaterale di un secondario nervo collegato al trigemino. Capì dalla presenza dell’albumina nelle urine la nefrite, patologia renale. Ebbe una contesa con il medico svizzero Albrecht Von Haller a proposito dell’esistenza di strutture nervose presso le meningi e dell’esistenza del liquido cefalo-rachidiano, (definito in suo onore anche come LIQUOR COTUMNII) aveva ragione lui! Divenuto sempre più importante, stilò un decalogo sul concetto di professionalità del medico che deve osservare (Capito bene cari dottori che smistate pazienti dalla sanità pubblica a quella privata? Compreso il messaggio? Cotugno redasse documenti di profilassi pubblica creando in concetto di “Sanità collettiva” e non individuale. Fronteggiò nell’estate 1764 un’EPIDEMIA DI FEBBRI. (Un’inflenza, come capita da millenni), egli diresse le operazioni basandosi sulla necessità di DIFFERENZIARE le terapie da soggetto a soggetto (ci vuole cuore e testa cari “ACCADEMICI” che lievitate dal suolo mentre la catastrofe si abbatte sulla vostra formigoniana “Excellente santé” longobarda! Mi rivolgo a voi cari “eccellenti”, più si accatastano le bare e più strepitate sulla sanità napoletana, riportare qui i ragli dei “nordaioli” leghisiti sarebbe come asciugare il mare con una conchiglia, ma due riferimenti li faccio volentieri: Mentre il mondo si toglie il cappello davanti al professor Paolo Antonio Ascierto, per la sua intuizione che NON CURA ma tiene lontano dalla rianimazione il malato dandogli così tempo di vincere con il sistema immunitario il virus, e abbassando gli ingressi nei reparti, cosa fate voi? Mettete in guardia (chi? Un malato intubato? I parenti soli, disperati e in quarantena?) da “Facili entusiasmi” di “cure miracolose che portano al tradimento della speranza dei malati” (?).
Secondo questa “eccellenza” parlante… “SPACCIARE un farmaco che aiuta a star meglio alcuni pazienti” tradisce i diritti di un malato! L’unica via è la ricerca, mentre i malati aspettano con un tubo in gola! Di chi parlo? Del professor Alberto Mantovani, immunologo di fama mondiale! Chiudo con un ultimo luminoso, spassoso esempio: Fabrizio Pregliasco, altro professore ecc ecc. Il simpatico Fabrizio, il 29 marzo, a epidemia ampiamente diffusa da oltre 5 settimane, mette in guardia il Sud. Ma la Campania con 1.976 POSITIVI, 148 PERSONE DECEDUTE (purtroppo!) e 107 GUARITI, tiene bene la sfida. (La LOMBARDIA: 25.765 POSITIVI, 11.415 GUARITI E 7.593 DECEDUTI (PUTROPPO!) La curva dei contagi e gli ingressi nei reparti di Terapia intensiva al Sud sono critici ma assolutamente sotto controllo ha detto il simpatico luminare: “Sud Italia nuova frontiera dell’epidemia, si prepari al peggio!” Su cosa si basa il timore del “eccellente” Fabrizio di Milano? (mentre gli volano sotto il naso le bare di Bergamo, Brescia, Milano, dove lavora) sull’atavica carenza delle strutture sanitarie del mezzogiorno italiano! Il sottoscritto lavorò un anno a Brescia, ebbe bisogno del Pronto Soccorso per un improvviso quanto misterioso attacco allergico. Da Palazzolo Sull’Oglio (30 mila abitanti e nessun ospedale) mi recai agli “Spedali Riuniti di Brescia”, niente da fare, mi mandarono a Chiari, dopo aver girato 40 Km (da solo) approdai in un “eccellenza longobarda . Aspettai 3 ore tra risse di extracomunitari, l’accesso ai vari ambulatori regolato in pieno caos, un “via vai” indefinito di varia umanità e la comunicazione finale che avrei dovuto corrispondere 50 euro per la prestazione “eccellente” di una flebo fatta su una sedia a rotelle rotta e sporca di sangue coagulato! Che dire? Dal 1861, “Pure ‘e pulce teneno ‘a tosse”!
Cari “luminari” del Nord, curatevi la tosse!
Secondino Tranquilli
Sono sicura che il Cotugno puo’ vantare da sempre eccellenze… ma non posso dimenticare che ad un’anziana signora ricoverata hanno tagliato un piede per metterlo nella sua bara il giorno dopo…
purtroppo la medicina oggi puo’ non essere solo scienza…e ottanta medici che muoiono sul campo perche’ non sufficientemente protetti da maschere convalidate dall’ OMS ci fanno pensare… caterina ossi