Liberalizzare la pesca del corallo (1856)
Sapevi che Ferdinando II intese favorire la pesca del corallo in diverse aree del Mediterraneo esercitata dalle imbarcazioni battenti bandiera del Regno delle Due Sicilie. Così, in effetti, stabilì, con un decreto del gennaio 1856, con il quale veniva approvato un regolamento costituito di 28 articoli. In sostanza, esso liberalizzava l’entrata e l’uscita dei pescherecci corallini, qualunque fosse la destinazione. Ogni barca, che non poteva avere più di 14 uomini d’equipaggio, doveva essere ben munita di provviste da bocca (biscotti, paste lavorate, patate, legumi, olio, lardo, segale) e di attrezzi utili (canapa lavorata per reti e funi; remi). Il responsabile dell’imbarcazione, che doveva recare sui documenti la dizione di padrone di pesca di corallo, doveva avere almeno 21 anni e vantare un’esperienza quinquennale nel settore. L’esercizio della pesca era disciplinato per i mari della Corsica, della Sardegna, delle Isole Jonie, delle coste d’Africa, della Romagna, oltre a quelli del Regno duosiciliano. Al fine di evitare tensioni e risse, un’imbarcazione non poteva accostarsi a pescare nello stesso scoglio corallino ove si trovasse un’altra barca o dove questa avesse lasciato il segno di occupazione (detto pedagno), ma doveva tenersi ad una distanza di almeno 100 passi da tutti i lati.
fonte
http://decretiamo.blogspot.com/2010/01/liberalizzare-la-pesca-al-corallo-1856.html