Lo sfruttamento dei lavoratori è peccato mortale
il primo a parlare del lavoro e non dello sfruttamento fu leone XIII e poi vennero altri, anche il papa oggi parla di nuovo dello sfruttamento e come sempre a modo suo.
Vivere del sangue della gente“, sfruttando i propri lavoratori è “peccato mortale“, ha spiegato Papa Francesco durante l’omelia di oggi in Casa Santa Marta. Questo peccato è molto comune ai giorni nostri, sia nei paesi poveri che nei cosiddetti paesi ricchi: è infatti molto frequente trovare imprese che assumono i lavoratori solo pensando al proprio profitto, senza etica, senza pensare che un lavoratore non è solamente un bene da sfruttare ma è prima di tutto una persona.
Prendendo dalla Prima Lettura (Gc 5,1-6), il Vescovo di Roma ha sottolineato come il lavoro schiavo e lo sfruttamento siano una realtà dei giorni nostri particolarmente radicata nei paesi evoluti. Per lavoro schiavo, infatti, non facciamo solo riferimento ai “trafficanti di gente e non solo quelli che trafficano le prostitute e i bambini per il lavoro minorile” ma anche allo sfruttamento di tanta nostra gente: “pensiamo a oggi, pensiamo qui: ma in tutto il mondo accade lo stesso. ‘Voglio lavorare’ – ‘Bene: ti fanno un contratto. Da settembre a giugno’. Senza possibilità di pensione, senza assicurazione sanitaria … A giugno lo sospendono e luglio e agosto deve mangiare aria. E a settembre te lo ridanno. Questi che fanno questo sono vere sanguisughe e vivono dei salassi del sangue della gente che rendono schiavi del lavoro”.
Nella giornata di oggi, dunque, “pensiamo a questo dramma di oggi: lo sfruttamento della gente, il sangue di questa gente che diventa schiava” e prendiamo coscienza del fatto che “quando le ricchezze si fanno con lo sfruttamento della gente, quei ricchi che sfruttano, sfruttano il lavoro della gente e quella povera gente diviene schiava“.
“Ieri, nell’udienza, abbiamo meditato sul ricco Epulone e Lazzaro. Ma, questo ricco era nel suo mondo, non si accorgeva che dall’altra parte della porta della sua casa c’era qualcuno che aveva fame” – ha concluso Papa Francesco – “Ma questo è peggio. Quel ricco, almeno, non se ne accorgeva e lasciava che l’altro morisse di fame. Ma questo è peggio: questo è affamare la gente con il loro lavoro per il mio profitto! Vivere del sangue della gente. E questo è peccato mortale. È peccato mortale. E ci vuole tanta penitenza, tanta restituzione per convertirsi di questo peccato“.
Al termine della propria omelia, il Santo Padre ha invitato i fedeli presenti a pregare, affinché “il Signore ci faccia capire oggi quella semplicità che Gesù ci dice nel Vangelo di oggi: è più importante un bicchiere d’acqua in nome di Cristo che tutte le ricchezze accumulate con lo sfruttamento della gente“.