Maria Carolina, REGINA di Napoli nella numismatica
Maria Carolina d’Asburgo Lorena (o come la chiamava la madre imperatrice: Charlotte) piange come una disperata quando viene promessa sposa al re di Napoli Ferdinando IV, e sottratta alla corte imperiale austriaca e alla sorella prediletta Maria Antonietta (futura regina di Francia) con cui aveva un legame FORTISSIMO, talmente forte che l’imperatrice d’Austria madre Maria Teresa separò le due sorelle perché, secondo documenti, le due “eran solite far scherzi, dire cose inadatte, e desiderare divertimenti sconvenienti e poco ragionevoli”
Al che, la madre scrive alla figlia futura regina di Napoli: “Volendo trattarvi da persona grande, vi avverto che sarete del tutto separata da vostra sorella. Vi proibisco di aver segreti o accordi o discorsi con lei: se la piccola ricominciasse, non dovrete farvi attenzione o dovrete avvertire la Lerchenfeld o le vostre dame: questi intrighetti finiranno così subito. Vi avverto che sarete attentamente osservata, e che sarete voi responsabile, più grande e più ragionevole per conseguenza, del correggersi della vostra sorellina…”.
Austriaci…duri e severi, che ci vuoi fare…
Cio’ scritto e’ solo riportato allo scopo di far comprendere il fortissimo legame tra le due sorelle che piu’ in la’ sara’ FONDAMENTALE per capire le azioni di Carolina…
Iniziamo pero’ a parlare della Carolina massone: ella e’, ricordiamolo, figlia di Maria Teresa e del duca Francesco Stefano, il quale era alchemico e massone dal 1731, avendo aderito prima ad una loggia all’Aja e poi alla famosa loggia di Vienna “ZU DREN DREI KANONEN” (“Ai tre cannoni”).
Il padre inizia alla alchemia e massoneria anche il fratello di Maria Carolina, Pietro Leopoldo, che poi successivamente diventera’ il nostro granduca di Toscana e poi anche imperatore d’Austria. Ma la massoneria e’ presente fortemente nella vita della famiglia imperiale austriaca: addirittura una sede massonica era presso il castello di Schonbrunn, di proprieta’ del cognato di Maria Carolina, il duca Alberto Casimiro di Sassonia-Teschen,
“fratello massone” della loggia «Delle tre spade» di Dresda, che sposa Maria Cristina, un’altra sorella di Maria Carolina.
Inoltre la madre imperatrice scrive in una lettera al consigliere di Stato Kressl von Gualtenberg : «… sono convinta che la società de’ Liberi Muratori é una società innocente e filantropica. Il mio defunto consorte imperatore era egli stesso massone: mi rincresce di averla perseguitata, d’ora innanzi ciò non accadrà più; anzi io mi adopererò a farle del bene. Ed Ella può essere sicura della mia protezione …»
Senza dimenticare che il fratello di Maria Carolina, Giuseppe II, futuro imperatore, segui’ i consigli della madre proteggendo la massoneria e l’Ordine degli Illuminati in Austria contro il potere dello stato pontificio.
E lei?
Dopo la nascita del primo figlio (nel 1775 Carlo Tito), Carolina ebbe diritto a sedere nel consiglio privato della corona, così come stabilito nel contratto nuziale.
La data del 1775 e’ l’inizio del regno di Carolina!
Sir William Iamilton, ministro plenipotenziario di Sua Maestà Britannica, osservava: «La regina austriaca possiede intelligenza, è autoritaria … e sostituisce il re presenziando il Consiglio dei Ministri, cui egli non gradisce assistere stanco com’è dopo le sfrenate partite di caccia ed è felice di evitare tali fastidi. Maria Carolina invece trascorre ore intere a leggere i documenti preparati dai ministri e predispone le pratiche degli affari di Stato che ella stessa ha deciso di presentare alle sedute del Consiglio. Suo consigliere fidato è il generale John Acton, tutto passa per le sue mani e insieme decidono ciò che il Consiglio deve approvare»
Continuando ad illustrare la Carolina Massone: la massoneria era stata vietata nel regno, perche’ si temeva attentasse al potere sovrano e cattolico. A difendere questa posizione stabilita nell’editto del 10 luglio 1751 contro i Liberi Muratori da Carlo III di Borbone (il quel momento Re di Spagna), padre di Ferdinando IV, era stato posto come baluardo il consigliere Bernardo Tanucci. Carolina se ne libero’ in un lampo. Fece dimettere il Tanucci e promosse la revoca del divieto di associazione massonica.
Si circondò a corte di uomini di cultura illuministi e massoni, favorì le logge e la fondazione della Gran Loggia nazionale.
Inizio’ a frequentare con le sue piu’ strette amiche in Napoli la loggia mista di rito scozzese «Saint Jean du Secret et de la Parfaite Amicitié», che aveva come Gran Maestro il principe Giuseppe de’ Medici d’Ottaviano (FRATELLO DI LUIGI de’ MEDICI presidente del Consiglio dei ministri del Regno delle Due Sicilie e protagonista di un altro mio post relativo ai gigli borbonici invertiti delle piastre 1795/1817/1818, lo ricordate? )
Poi addirittura ne fondo’ una tutta femminile (caso rarissimo, se ne conoscono solo un altro paio).
Ebbe moltissimi amanti massoni, il piu’ celebre di certo fu Sir John Acton “fratello massone” in toscana (il re Ferdinando ne era a conoscenza e fu fantastico il commento al figlio che si lamentava che il padre, una volta morta Carolina, avesse dopo soli 2 mesi scelto di sposare la principessa di Partanna, una donna molto chiacchierata; il re rispose : “Pienz a mammeta, guaglio’, pienz a mammeta” , “pensa a tua madre figliolo, pensa a lei” ).
Maria Carolina commissionò al pittore svevo Heinrich Fuger nel 1782 il celebre affresco “La scuola di Atene” in cui è raffigurato un rito iniziatico massonico e fece creare il Giardino INGLESE nella reggia di Caserta, che e’ un itinerario massonico vero e proprio, pieno di simbolismi esoterici ed iniziatici a volte niente affatto celati.
E’ QUESTO il periodo in cui nella zecca di Napoli iniziano ad apparire vere e proprie “stranezze” sui conii:
Lettere mancanti, simboli Massonici, significati iniziatici.
Prima del 1765 nessun conio e’ stato “vittima” di questi “errori”, ma da quel momento in poi ecco affiorare:
– al posto della “A”, il simbolo del Compasso massonico “Λ”
– la “A” capovolta “∀”, per significare la “V” o la parte della cifra del numero romano “4”
– la “N” come “И” , punzone CREATO appositamente, perche’ NON e’ una “N” capovolta ma speculare, simbolo importantissimo iniziatico a indicare presenza di iniziato.
– la cifra “1” anziche’ la lettera “I” , altro elemento importante della simbologia iniziatica
– i gigli invertiti a forma di PIRAMIDE
– la “G” speculare (anche qui con punzone CREATO appositamente), inserita al posto della “C” di SICILIAR, la “G” sta per God o Geometria o Grande architetto, riferito a Dio.
– la presenza del simbolo dei ROSACROCE tra le lettere iniziali del nome del maestro di Zecca Perger, la rosa fiorita.
– lettere mancanti o modificate, abbreviazioni senza apparente senso logico
– punteggiatura non uniforme
– Iconografia “illuminata” con Sole, colonne, etc…
Possibile che si tratti solo di errori? Parliamo di professionisti artigiani non solo preparati nelle arti, ma anche nella letteratura, come i Perger, gli Aveta, i De Gennaro…o come un certo Antonio Planelli, Maestro della Zecca di napoli, Massone dichiarato e documentato ed estensore dello statuto di San Leucio, primo esperimento di socialismo reale ante litteram di Ferdinando IV, direttamente voluto dalla Regina e preparato PROPRIO dal mastro di zecca Planelli !
Inaccettabile che si possa parlare di errori, nessuno , una volta lette queste righe e guardate le foto allegate credo sia in disaccordo.
Maria Carolina e la sua protezione alla massoneria, PERMETTE ANZI SPINGE la presenza ANCHE nella zecca di Napoli delle sue idee liberali e innovatrici, dichiarando cosi’ sfacciatamente la sua sfida a Carlo III e alla Spagna.
Potrebbe essere facile, senza conoscere la storia della regina e il suo background culturale e la sua preparazione “illuminata” e massonica, cadere nell’errore di considerare questi segni come semplici “varianti”.
Un occhio preparato con una base solida storica, avendo incastonato i fatti cronologicamente e logicamente, invece non puo’ fallire.Da alcune lettere di Ferdinando IV al padre Carlo III risulta la simpatia e la partecipazione di Maria Carolina alle riunioni massoniche:
“Fino ad ora preferivo non parlarne, ma poiché Vostra Maestà conosce i miei dispiaceri, posso dirvi che è mia moglie che ha fatto l’impossibile per averle [le riunioni massoniche]… e per amor della pace dovetti permetterlo, pur protestando sempre che era contro il mio desiderio, come sa bene Tanucci. Quando ho saputo che questo sarebbe dispiaciuto a Vostra Maestà, le
domandai per carità di evitare di offendervi, specialmente dopo che Vostra Maestà scrisse che facevo più attenzione al consiglio degli altri che al Vostro. Essa mi ha trovato che piangevo e mi ha domandato cosa fosse successo. Le mostrai la lettera ed essa replicò: ‘E’ per questo che sei sconvolto? Che ti importa? Tuo padre è un vecchio testardo e fissato che non vuole sentir ragione. Fatti coraggio, e fa’ come ti dico’. E siccome io le dissi che quello non era il modo di parlare, ben conoscendo il rispetto dovuto ad un padre, essa rispose: ‘Arrabbiati, disperati, scoppia, e va’ al diavolo te e tuo padre, a me non me ne importa un fico’. Disse questo anche alla presenza di alcune dame e gentiluomini, tutti intriganti capeggiati dalla Duchessa di Termoli, come vi potrà confermare Tanucci”.
In un’altra lettera sempre al padre, Ferdinando raccontò a suo padre che Carolina tentò (inutilmente) di convincere il marito ad aderire alla massoneria e dei banchetti massonici ai quali la Regina era andata, scortata dal Principe di Cattolica e dalla Duchessa di Termoli (sua amica strettissima e donna molto libertina), e della eccessiva intimità della Regina con un ufficiale delle guardie chiamato Capece Galeota (altro suo amante): “Non che io sia geloso, ma non credo che sia una buona influenza, poiché è molto amico della Termoli ed è anche lui un Frammassone. So anche troppo bene quanto spesso mia moglie ha cercato di convincermi a diventare Frammassone e ho dovuto più e più volte scusarmi, dicendo che tali cose non mi piacevano.”
Nel frattempo a Parigi, si fondava il 6 aprile 1777 una loggia intitolata a suo nome.
Sempre nel 1777 la loggia “Grand Orient de France” propose come brindisi massonico quello in onore di «Caroline reine de Naples, patronnee des Macons persécutés».
E’ opportuno parlare a proposito di Carolina massone, anche dei fratelli d’Aquino, Luigi e Francesco, discendenti diretti di San Tommaso d’Aquino. Entrambi iniziati massoni di alto livello, cugini di quel Raimondo di Sangro principe di Sansevero alchemista ed esoterista e fondatore di logge. Luigi diventa Gran Maestro della Confraternita dei Dodici di Napoli (o Rosa d’Ordine Magno), Loggia massonica dei Rosa Croce (tenete a mente questo particolare); mentre il fratello Francesco, Principe di Caramanico, fu ambasciatore del re di Napoli a Londra e a Parigi, poi viceré di Sicilia.
Esponente di spicco della massoneria napoletana, nel 1769 fu eletto gran maestro della loggia della Vittoria, ma soprattutto membro del Consiglio di Stato e consigliere di Maria Carolina.
Fu vicinissimo alla regina dal suo matrimonio col re sino ai tempi della rivoluzione francese, da li’ in poi invece divento’ inviso a Maria Carolina perche’ egli continuava a propugnare ideali rivoluzionari, e la regina invece, dopo la morte della sorella Maria Antonietta, cambio’ completamente idea sulla massoneria. Egli fu allontanato da Napoli e mandato a governare la Sicilia come vicere’ e mori’, si pensa avvelenato come pure accadde al fratello,nel 1795.
La rivoluzione del 1789 in Francia e la caduta della monarchia nel 1792 con l’esecuzione di Luigi XVI e di Maria Antonietta, sorella di Maria Carolina cambia infatti del tutto l’atteggiamento di Maria Carolina che attribuisce la morte della amatissima sorella, alla massoneria e alla Rivoluzione.
Ella interrompe i rapporti con i riformatori, vieta l’ingresso nel regno a rivoluzionari dichiarati, inizia la censura sulle pubblicazioni dei libri. Si schiera apertamente con i conservatori, inizia ad odiare i francesi, si allea con la Gran Bretagna (grazie alla forte amicizia con Emma Hamilton, moglie dell’ammiraglio Nelson, ambasciatore a Napoli per l’Inghilterra) e l’Austria contro la Francia durante la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche.
Diventa l’anima della reazione a Napoli; contando su una fitta rete di spie, inizia una vera e propria persecuzione a massoni e giacobini. Viene costretta a lasciare la capitale per l’ingresso dei francesi nel regno di Napoli che vi instaurano la Repubblica Partenopea, ma dopo 6 mesi, al suo rientro induce il marito a ordinare i massacri del 1799.
Accecata dalla smania di vendicare la sorella Maria Antonietta, reprime duramente la Massoneria; delazioni, arresti, spie, inchieste e processi sommari seminano il panico in seno alla popolazione.
Tutti gli arrestati, torturati e terrorizzati, confessarono chi, cosa, come e quando operavano come massoni e fratelli di logge, o se fossero semplici simpatizzanti giacobini.
Spinse per le sentenza di morte per impiccagione dei rivoluzionari, anche per uomini e donne che avevano avuto i favori della corte tempo prima, come la Eleonora De Fonseca Pimentel. Fu una vera e propria repressione sanguinaria. Perfino tre ragazzi furono impiccati solo per aver confessato di aver sognato di assassinare il re.
Una sete di vendetta senza pieta’ alcuna che perdurera’ sino alla sua morte.
Il Commissario francese Garat in una lettera al Ministro degli Esteri francese scrive: “il Re di Napoli conserva, tra i quadri del suo Palazzo, la rappresentazione della morte di Luigi XVI e di sua moglie; in basso c’era scritto per mano della Regina: ‘Giuro di perseguire la mia vendetta fino alla tomba! ‘ ”.
In questo periodo la produzione di segni si arresta…ritorna poi successivamente piano piano, quando Maria Carolina si ritira a Palermo durante il periodo dei “Napoleonidi”. La massoneria è infatti funzionale a Giuseppe Bonaparte e a Murat, tanto che molte logge italiane si intitolano all’Imperatore o a suoi familiari (nascono logge “Giuseppina”, “Carolina”, “Giuseppe”, “Gioacchino” e perfino, a Roma, “Marie Louise”).
Le logge massoniche si tramutano poi in Società Patriottiche e da li’ si diramano anche in sette rivoluzionarie come la carboneria e in Zecca a Napoli ritorna il fervore…ma questa e’ un’altra storia.
Ritornando a Maria Carolina, nelle pagine dei suoi diari privati sono sempre presenti frasi, parole e simboli tipici del gergo massonico.
Si descrisse così: “ La natura mi donò la bellezza e l’ingegno; imparai molte lingue, incluse la greca e la latina. Studiai con i germani Giuseppe e Pietro Leopoldo le lettere e la filosofia; divenni spregiudicata, spirito forte; desiderai com’essi le riforme che ponevano fine all’usurpazione del sacerdozio e innalzassero a potenza somma il Principato.”
Tenne sempre a mente le parole della madre Maria Teresa: “ Poiché vi sono assai geniali tedeschi (…) non dimenticherete mai di essere nata tedesca (…).”
Non fu mai davvero “napoletana”.
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ADDENDUM:
La massoneria a Napoli non inizia nel 1775, e’ presente da molto tempo prima.
All’arrivo della regina massone, essa prende solo forza e anzi e’ spinta e protetta, ma e’ gia’ presente da anni sul territorio.
Il Re Carlo di Borbone era molto religioso e nel 1751 lanciava l’editto contro la Massoneria sotto la spinta di Benedetto XIV (del quale peraltro si vocifera fosse stato egli stesso membro di una Loggia a Roma! ) L’editto ebbe, però, scarso effetto.
Nel 1759, diventato Re di Spagna, sotto il nome di Carlo III, il Re lascia Napoli al figlio. lasciando il Tanucci come tutore, ma il suo potere ovviamente si affievolisce…quando il gatto non c’e’…
Numerosi gli uomini di corte importanti come il principe di Ottaiano de’ Medici e il Di sangro per esempio, ma anche il Planelli. Oltre che la presenza del Principe di Caramanico che gestira’ la Gran Loggia Nazionale, dopo aver creato numerose logge BEN PRIMA che Maria Carolina avesse il primo mestruo.
Ma scrivo qui un estratto del volume di Stolper sulla massoneria nel 700 a Napoli, di sicuro e’ piu’ preparato di me:
“La Massoneria, originariamente, era stata «importata» dagli ufficiali dei vari Reggimenti mercenari
In seguito, diventava «di moda» nella Napoli bene, e ben presto le Logge brulicarono di nobili, ecclesiastici, avvocati, negozianti stranieri ecc. Era un hobby assai costoso, e la Fratellanza non era certamente pane per la «classe operaia». Nella Fratellanza non mancava la discordia e, di conseguenza, la Massoneria conosceva alti e bassi. Generalmente, le Logge sorgevano con una nozione molto vaga dei principi basici dell’Arte, e pressoché nulli erano i rapporti internazionali. La maggior parte della Massoneria era dunque «irregolare», ed inventava i suoi propri principi (Vedi Cagliostro col suo RITO EGIZIO). Solo dal 1763 sorgevano le prime Logge «regolari».Agli inizi la Massoneria non era certamente in contrasto con la Casa Reale. Il primo editto (1751) fu emanato su istigazione del Papa Lambertini, mentre il secondo editto (1775) trovava ragione, più che altro, nei timori del Tanucci, che la Massoneria divenisse uno «Stato nello Stato». Verso la fine del secolo, le cose cambiarono: la Muratoria, invasa da intellettuali, adottava le dottrine Giacobine, ed abbracciava la causa francese. Fu in quel momento che essa costituì un vero pericolo per i Borboni.
nell’anno 1757, una Loggia napoletana « Alla Stella» aveva contatti con la Loggia «La Bien Aimée» (tuttora esistente) di Amsterdam.
– Nel 1763, quando il Capitano di Vascello Franc Van der Goes, G.M. Agg. olandese, si trova a Napoli con la sua fregata «Phoenix» (con 300 uomini, 50 pezzi, dell’Ammiragliato di Amsterdam), ed assiste ai lavori di una Loggia , questo gruppo, il 9 aprile 1763, consegna al Fr. Van der Goes una richiesta ufficiale intesa ad ottenere l’autorizzazione di costituirsi in Loggia regolare, sotto la giurisdizione della G.L.N.Olandese. Il documento è steso di pugno del Fr. Balthasar (Baldassare) Piano, il cui nome è già ricordato, come membro di una Loggia, prima dell’Editto reale del 1751. Fra gli altri firmatari si trovano molti nomi (Caracciolo, Naselli ecc.) che, durante i 25 anni seguenti, avranno un ruolo importante nelle vicende massoniche napoletane.
Nel 1765 risultano le seguenti logge OLANDESI
– Les Zelés(«de Zelanti»),Napoli
– La Sécrète(«del Segreto»), Napoli
– La Candeur (?), Napoli
– La Constance(«de Costanti»),Messina
– La Fidèle(?), Augusta
e quelle Inglesi:
La Bien Choisie
La Zelée et Sécrète
L’Harmonie
La Singuliere
Poi ci sono le Napoletane distaccate da olanda e inghilterra:
della Vittoria
dell’Uguaglianza
della Pace
dell’Amicizia”.
fonte
blog.storianumismatica