MARINA ALBERGHINI E L’AMORE PER NAPOLI
tanti amici e molto importanti, per noi e un vero onore considerarli tali, ci hanno inviato articoli, pensieri e studi e dopo la fine della vacanze cominciamo a pubblicare di nuovo cominciando, il nostro codice cavalleresco ce lo impone, con le donne. Dopo averci già fatto pubblicare qualcosa Marina Alberghini ci permette di pubblicare un altro suo pensiero.
Vivere a Napoli è essere contemporaneamente tra passato e presente, entrambi viventi. E’ una cosa un po’ magica, ma sembra di vivere nello stesso tempo del monumento e insieme anche oggi… si trova solo nei film e nei libri di fantascienza.
Come si spiega?Non si spiega.E’un fascino che seduce da millenni e fece sì che molti artisti, come Boccaccio, non ripartirono più.
Nelle altre città i monumenti sono fermi nella loro epoca, quindi morti.Museali.
E questo spiega anche perché a Napoli è naturalissimo parlare con i morti, come con san Gennaro e altre divinità sia cristiane che pagane, e come, quando si va a Cuma, si senta chiaramente una Presenza, un fortissimo senso del Sacro, e se si vedesse la Sibilla a un tratto uscire dal suo antro sarebbe naturarle dirle: Come state?
Per questo è una città viva, a parte la creatività e il carattere degli abitanti.Unica.
Montale scrisse una bellissima poesia che io trovo perfetta per Napoli e i suoi dintorni:
Là fuoresce il tritone
dai flutti che lambiscono
le soglie d’un cristiano
tempio, ed ogni ora prossima
è antica. Ogni dubbiezza
si conduce per mano
come una fanciulletta amica.
Là non è chi si guardi
o stia di sé in ascolto.
Quivi sei alle origini
e decidere è stolto:
ripartirai più tardi
per assumere un volto.
Grazie, cari Amici!Io mi sento napoletana e lo considero un onore.Non a caso ho scritto un libro sul presepio Napoltano.E vi dico:Beati voi che vivete in Paradiso ma ancora viventi!