Mozart, lettera del 13 marzo 1770 di Leopold Mozart (BD I, 163)
Di seguito è riportata in caratteri blu la lettera di Leopold da Roma alla moglie a Salisburgo del 13 marzo 1770, tradotta dal testo originale come è riportato in Wilhelm A. Bauer e Otto Erich Deutsch, Mozart Briefe und Aufzeichnungen.
Tra parentesi quadre sono le parti aggiunte, le quali comprendono i titoli dei paragrafi, e alcune spiegazioni dei termini o delle parole; in coda alla lettera ci sono i nostri eventuali commenti e gli interventi dei lettori.
Luca Bianchini, Anna Trombetta
[LEOPOLD MOZART A SUA MOGLIE A SALISBURGO]
A Madame / Madame Marie Anne / Mozart / à / Salzbourg
Milano, 13 marzo 1770
Sabato scorso non ho potuto scrivere perché il Wolfgang ha dovuto comporre [Componieren] 3 arie e 1 recitativo con violini per il concerto che si è svolto ieri in casa del conte Firmian: e io stesso mi sono visto costretto a trascrivere le partes di violino e farle quindi copiare, per evitare che fossero rubate. Erano presenti più di 150 persone della prima nobiltà, tra le quali erano il Duca, la Principessa e il Cardinale.
Ora con l’aiuto di Dio è deciso che lasciamo Milano giovedì prossimo, ossia dopodomani, ma, visto che partiamo con un Vitturino e non prima di mezzogiorno, arriveremo a Parma solo sabato mattina; tu puoi facilmente immaginare che ho un sacco da fare, tanto più che per via del nostro lungo soggiorno ho spacchettato tutto il baule. Tra questa sera e domani sarà decisa anche un’altra cosa.
Si vuole proprio che il Wolfgang scriva la prima opera per il prossimo Natale. Se questo si farà puoi essere felice perché in tal caso torneremo sicuramente a casa prima di quanto sarebbe altrimenti successo in base a quanto avevamo previsto: e dunque abbiamo un gran daffare per arrivare a Roma la Settimana Santa.
Tu sai che Roma è il luogo dove bisogna necessariamente fermarsi. Poi andiamo a Napoli, e questa città è così importante che, se la Scrittura dell’opera da rappresentare a Milano non ci richiamasse là, potrebbe facilmente presentarsi l’occasione che ci trattenga a Napoli per l’intero prossimo inverno.
Ma se si farà la Scrittura, e ci sarà spedito il libretto, il Wolfgang avrà modo di riflettere un po’ sulla cosa, potremo prendere la strada che passa per Loretto ed essere di nuovo a Milano per l’Avvento; e, visto che il compositore non è tenuto a fermarsi più a lungo dopo che l’opera è in Scena, potremo ritornare a casa passando per Venezia, e stare a casa per un anno. Affido ogni cosa alla provvidenza e all’ordine di Dio.
Ti prego di fare le mie scuse ovunque e i miei auguri a tutti quelli che si chiamano Joseph; questa infatti è la settimana più pesante per me: sai quanto sia faticoso, triste e gravoso il partire. Porgi soprattutto i miei saluti e le mie scuse a T: H. il signor Confessore.
Indirizza sempre le lettere, come prima, al signor Troger, che me le invia di sicuro.
Non appena sarò a Bologna o a Firenze ti scrivo, forse anche da Parma. Domani facciamo una cena d’addio con Sua Eccellenza, che ci dà lettere di raccomandazione per Parma, Firenze, Roma e Napoli. Non posso descriverti con quanta amabilità ci ha sempre trattato Sua Eccellenza durante il nostro soggiorno.
Avrei già scritto a Sua Eccellenza il maggiordomo maggiore, se non dovessi aspettare ancora domani per poter scrivere tutto in dettaglio. Porgi i miei saluti a tutti i buoni amici e alle amiche. Statemi tutti bene, bacio te e Nannerl 1000 volte e sono il vecchio Mzt
Specialiter ogni bene da noi due a Mr. Selzam.
AGGIUNTA DI MOZART:
I miei saluti, bacio la mama e mia sorella milioni di volte, e grazie a Dio sto in salute, addio.
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