Nola Il 21 luglio 1861
I settentrionali con fare perentorio dovevano sedare i bollenti spiriti dei meridionali che pagarono un grosso dazio in sangue.
Tutto viene insabbiato persino i pesanti rastrellamenti compiuti in Terra di Lavoro. L’Agro Nolano è in subbuglio in quell’estate del ’61 molte bande spadroneggiano tra cui quella di La Gala che entrò nella mitologia brigantesca.
E’ domenica una soleggiata domenica di luglio il Pinelli col soprannome di spietato viene incaricato di “nettare quelle terre dai briganti”, la Colonna Mobile di Nola guidata dal Pinelli si sposta in ogni dove cercando di impaurire soprattutto la banda La Gala, la temeraria banda. Cosa accadde veramente lo racconta Carlo Margolfo un bersagliere Italiano do poco lombardo da sempre nel suo famoso diario: ”Domenica giorno 21 partimmo, (…) ed eravamo diretti in Avellino. Giunti in Avellino dove ci attendeva Pinelli (…) partimmo per Nola.” Il Pinelli si complimentò delle caccia fatta e di aver catturato 200 persone di cui non si conosceva nulla nemmeno il nome:” ma si conosceva la sorte assegnata”. Per il malvagio generale quella domenica fu di “caccia” non si sa il motivo per cui quella povera gente fu rastrellata, ma si conosce bene la fucilazione avvenuta in piena piazza d’Armi a Nola, ma una cosa è certa che in pochi anni il distretto nolano passa da 123 mila unità a 86 mila persone. Una vera e propria “soluzione finale” in nome dell’Italia unita. In 200 furono fucilati in forma sommaria senza accusa ad opera del Generale dei Bersaglieri Pinelli.
Ci racconta ancora il Margolfo che tra i 200 vi era il figlio del sindaco di Nola, riporterò fedelmente le parole del Margolfo uscite dalla bocca del Pinelli:” Dunque sei figlio del sindaco quindi un galantuomo!…quindi andate da questa parte”, e dopo una trentina di passi lo fucilò alle spalle lontano dallo sventurato gruppo.
Giuseppe Giunto
segnalato da Lucia Di Mauro