Papa Francesco su i Giovani
qualche tempo fa mi colpi la frase di Papa Francesco che ad Isernia disse ai giovani di avere coraggio, di uscire dal labirinto in cui li abbiamo messi e percorrere una strada che porta in avanti, più dura, più tortuosa ma più affascinante e stimolante ma che ti fa vedere un orizzonte. è tornato a parlare dei giovani che di seguito riporto.
La disoccupazione giovanile è scandalo e malattia sociale
La disoccupazione giovanile è una “malattia sociale” oltre che uno “scandalo“: con queste parole Papa Francesco ha invitato i partecipanti alla Conferenza Internazionale della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontefice a “contribuire a generare nuovi modelli di progresso economico più direttamente orientati al bene comune, all’inclusione e allo sviluppo integrale, all’incremento del lavoro e all’investimento nelle risorse umane“.
Il Santo Padre, nel proprio discorso, prendendo spunto dal tema oggetto della vonferenza, ovvero “il contributo della comunità degli affari alla lotta contro la povertà“, ha invitato ad avere una particolare attenzione ” all’attuale crisi dei profughi“, tematica “a cui mi sento particolarmente vicino“, ha chiarito il Pontefice.
“Nella mia recente visita a Lesbo, sono stato testimone di strazianti esperienze di sofferenza umana, specialmente di famiglie e bambini“, ha commentato rivolgendosi ai partecipanti alla Conferenza, “Al di là dell’immediato e pratico aspetto del fornire aiuto materiale a questi nostri fratelli e sorelle, la comunità internazionale è chiamata a individuare risposte politiche, sociali ed economiche di lungo periodo a problematiche che superano i confini nazionali e continentali e coinvolgono l’intera famiglia umana“.
Questo cosa significa in termini pratici? Vuol dire che dobbiamo prendere coscenza del fatto che “la lotta contro la povertà non è soltanto un problema economico, ma anzitutto un problema morale – ha detto il Vescovo di Roma – che fa appello ad una solidarietà globale e allo sviluppo di un approccio più equo nei confronti dei bisogni e delle aspirazioni degli individui e dei popoli in tutto il mondo” .
Questo era proprio parte del Magisterio di san Giovanni Paolo II, il quale “ha più volte rilevato, l’attività economica non può essere condotta in un vuoto istituzionale o politico (cfr Lett. enc. Centesimus annus, 48), ma possiede una essenziale componente etica; deve inoltre sempre porsi al servizio della persona umana e del bene comune“.
Quando l’economia dimentica o perde i valori etici, si trasforma in una “economia dell’esclusione e dell’inequità“, i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti: l’economia priva di etica “ha portato ad un più grande numero di diseredati e di persone scartate come improduttive e inutili“, ha denunciato il Papa, sottolineando come a pagarne le spese siano proprio i giovani: “i tassi di disoccupazione giovanile sono uno scandalo che non solo richiede di essere affrontato anzitutto in termini economici, ma che va affrontato anche, e non meno urgentemente, come una malattia sociale, dal momento che la nostra gioventù viene derubata della speranza e vengono sperperate le sue grandi risorse di energia, di creatività e di intuizione“.
Serve riscrivere il modello economico attuale, favorendo “lo sviluppo integrale dei popoli nel mondo, una giusta distribuzione delle risorse, la garanzia di lavoro dignitoso e la crescita dell’iniziativa privata e delle imprese locali“.