Pastiera, le strisce non si fanno a casaccio: riprendono la pianta del centro storico di Napoli
Come la maggior parte delle pietanze napoletane le origini della pastiera sono antichissime: risalgono alla Neapolis greca.
Questo dolce tipicamente pasquale, secondo la leggenda, nacque come offerta alla Sirena Parthenope come atto di devozione da parte del popolo. Ma non tutti sanno che la grata di pastafrolla, ovvero le strisce che si incrociano sopra il ripieno fatto di ricotta e grano, non vanno fatte a casaccio. Devono essere in un numero complessivo di sette, quattro in un senso e tre nel senso trasversale, a formare la planimetria di Neapolis, cioè del centro storico della Napoli attuale.
Esse rappresentano i tre Decumani e i quattro Cardini della città antica greca. Il grano, con la ricotta richiama il pane romano di farro del “confarratio“: il pane in uso nel rito matrimoniale romano. E ricordano le focacce rituali diffuse in epoca paleocristiana, composte da latte e miele che i catecumeni ricevevano nella notte di Pasqua al termine della messa.
Il numero sette ricorre nella ricetta tradizionale della pastiera napoletana: sette infatti sono gli ingredienti utilizzati. Farina, ricotta, grano, uova, l’acqua di mille fiori, il cedro e le spezie aromatiche.
Le strisce della pastiera devono quindi riprendere la pianta del centro storico di Napoli, che è attraversato da 3 decumani, paralleli alla costa:
Decumano superiore: via della Sapienza, via dell’Anticaglia, via Santi Apostoli.
Decumano maggiore: via dei Tribunali.
Decumano inferiore (Spaccanapoli): via Benedetto Croce, via S. Biagio dei Librai, via Vicaria Vecchia, via Giudecca Vecchia.
I decumani si incrociano a 4 cardini, i vicoli del centro storico di Napoli:
Vico S. Gaudioso, via Atri, via Nilo, via Giovanni Paladino
Vico Limoncello, Vico Cinquesanti, via S. Gregorio Armeno
via Duomo
Vico Grotta della Marra, Vico Sedil Capuano, via delle Zite
Claudia Ausilio