“QUALCOSA DELLA NOSTRA LINGUA” ‘O NNAPULITANO
“Una parlata assurge al rango di lingua quando la sua esplicazione può annoverare termini medici e clinici che non hanno una immediata traduzione nell’idioma italico. La napolitana lo è e prossimamente ne parleremo”
O CARUSIELLO
E’ quel manufatto di terracotta anche chiamato salvadanaio. La sua forma a testa di ragazzo senza capelli ha dato nome al taglio totale dei capelli tanto da far venir fuori ‘o caruso, ovvero la testa totalmente rasata e priva di capelli
A tal proposito è giusto ricordare una cantilena in auge negli anni ’50 con la quale si “cuffiava” (prendeva in giro) chi aveva ‘o caruso<. Caruso, melluso, miette ‘a capa dinto ‘o pertuso, jesce ‘o scarafone e te roseca ‘o mellone..
“Mellone” è anche il modo di individuare la testa totalmente rasata che, per chi si era reso reo di atti penalmente imputabli, era il primo metro di condanna, donne di malaffare comprese.
Nella parlata sicula, per “caruso” si individua anche il ragazzo nel passaggio dall’adolescenza alla pubertà.
ZELLUSO
Simile al portatore del “caruso” solo che la eliminazione dei capelli era dovuta alla presenza di eritema cutaneo capellare.
TENE ‘A CAPA GLIOMMERA
E’ l’esatto contrario del “zelluso” o del portatore del “caruso”, ovvero chi ha chioma fluente ma, soprattutto, ben pettinata.
Tele vocabolo è inserito in una nota canzone del compianto grande Renato Carosone il quale cantava: “Venitelo ‘a vedè mo passa ‘o nfinfero, c’ò cuollo mpuzumato e ‘a capa gliommera”.
“Giommero”, in lingua napoletana è il gomitolo di lana che, se ben avvolto su se stesso dà la visione di una testa ben pettinata.
A tal punto, è giusto dire “do nfinfero”, ovvero di quell’individuo ben vestito che ostenta sicurezza e, come di diceva del dopobarba Denim, – dell’uomo che non deve chiedere mai-, mentre “cu ‘o cuollo mpuzumato” si dice di chi cammina a teta alta un po’ per spavalderia ed un po’ perché portatore di colletto di camicia “mpuzumato”, ovvero inamidato e meritevole di atteggiamento non lesivo della durezza del colletto dovuta all’amido..
E’ ‘NA CAIORDA
E’ un epiteto un po’ duro e volgare che talvolta si profferisce nei confronti di una donna della quale non si ha grossa stima e non celata riluttanza.
Caiorda è quanto si riconduce alla bagascia da marciapiede che è lercia sia nell’abbigliamento che nell’igiene personale.
E’ sicuramente pesante ma, recentemente, l’ho sentito pronunziare in una puntata del commissario Montalano, magistralmente interpretato da Luca Zingaretti.
Agostino Catuogno