Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Riflessioni sulla nostra città, Napoli

Posted by on Mag 10, 2023

Riflessioni sulla nostra città, Napoli

 

La Napoli Borbonica era tra le più importanti città d’Europa. Il declino è iniziato con l’unità d’Italia. I Piemontesi vincitori, trasferirono nelle città del nord tutte le industrie napoletane che in quell’epoca erano nel loro campo all’avanguardia: Pietrarsa, dove si costruivano treni e dove fu costruito il primo treno in Italia che percorse la prima ferrovia: la Napoli Portici. in quella fabbrica metalmeccanica venivano costruite anche macchinari per tutto quanto occorresse all’antico Regno.

Ma piano piano fu tutto smontato e portato al nord. in Calabria vi era la maggiore industria siderurgica d’Italia, infatti la Real fonderia Mongiana produceva acciai che servirono alla costruzione dei primi ponti in acciaio: uno di questi è il ponte sul fiume Garigliano, tra Campania e Lazio, ancora oggi percorso in sicurezza anche da mezzi pesanti.

I cantieri navali di Castellammare, tra i più importanti dell’epoca furono oscurati facendo arrivare al nord le commesse per costruire navigli. Oggi sono ancora all’avanguardia per aver costruito in Italia la Zeus prima nave con propulsione a idrogeno a zero emissioni.

Anche il campo agroalimentare, ebbe molti problemi col trasferimento di pastifici che erano nati nel napoletano, e voluti dai Regnanti Borbonici che sovvenzionarono studi che portarono alla pasta come oggi la conosciamo, per migliorare le condizioni alimentari della popolazione.

Si potrebbe parlare a lungo delle eccellenze di quei tempi, che furono oscurate dai Sabaudi in una lunga campagna denigratoria nei confronti del Regno di Napoli, per giustificarne l’occupazione. A prescindere dalle ruberie che furono fatte, ebbero il solo merito di riunificare l’Italia, cosa che non vollero fare i Borbone, per non sottrarre alla chiesa tutti i territori del centro Italia. Ciò permise loro di avere la supremazia  che hanno mantenuto per moltissimi decenni e che ancora  esercitano sotto traccia.

Oggi, dopo aver digerito il passato, la citta sta rifiorendo dando il meglio di se per la cultura, i grandi musei, i siti archeologici, ed il clima meraviglioso  che incoraggia maggiormente i turisti che arrivano sempre più numerosi.

Anche il calcio sta godendo di questa rinascita, che ha portato alla vincita dello scudetto, con festeggiamenti goduti e apprezzati da tutti.

Riflessioni sul nostro calcio.

Si ricorda che molti anni or sono, la società sportiva Napoli il cui presidente Achille Lauro anche sindaco della citta, negli anni ‘50 acquisto il giocatore Svedese Jeppson per l’iperbolica cifra di 105 milioni di lire. Ciò serviva per distrarre la popolazione dai loro problemi soprattutto occupazionali. Un solo giocatore per quanto bravo non poteva cambiare le sorti della squadra. Era questa la mentalità dell’epoca a Napoli non solo nel calcio ma anche nella politica. Si racconta che Lauro benché persona generosa, riuscì ad essere eletto regalando ai napoletani  favori di vario genere.

Per il calcio le cose sono andate avanti così per molti anni fino all’arrivo di Maradona che benché solista come Jeppson, per la sua eccezionale bravura riuscì a far vincere ben due scudetti consecutivamente.

Oggi il miracolo per questo terzo scudetto acquisito addirittura con settimane di anticipo, non sono stati quegli attaccanti molto bravi che hanno segnato più gol, ma l’intera squadra, programmata seriamente per vincere.

Infatti in due anni, la gestione De Laurentis- Spalletti, con la collaborazione del direttore tecnico Giuntoli, con cifre irrisorie hanno acquistato giocatori poco conosciuti ma bravi, che guidati da un allenatore serio, e senza giocatori di grade prestigio come quelli citati, hanno capito che per vincere ognuno doveva dare il meglio di se e di farsi guidare dall’allenatore senza se e senza ma. Poi hanno scoperto di trovarsi in una grande città con una sola squadra di calcio, che sa stringersi intorno ai loro beniamini, per sostenerli e ad aumentarne l’autostima.

Oggi i festeggiamenti per il terzo scudetto dopo 33 anni è un delirio dell’intera città, che ha coinvolto tutti i napoletani sparsi nel mondo. Ma è solo per festeggiare la squadra molto meritevole, oppure c’è qualche altra cosa. A mio parere c’è un amore sviscerato per la citta, sentito anche da quei napoletani che per motivi di lavoro sono andati altrove e che portano nel cuore la loro città. La vogliono bene non tanto perché è tra le più belle de mondo. La vogliono bene per la mentalità unica dei napoletani, per il loro orgoglio, la loro cultura. Ciò traspare anche dalle vecchie canzoni, che cantano la città, il cuore grande dei suoi figli e la malinconia di stare lontani. Insomma in una parola i napoletani sono un popolo molto identitario, che merita lo scudetto per quelli che vivono in città e nel resto del mondo

Gianni Morra

1 Comment

  1. Quel Cavallo diventò un Asinello, ma oggi è ritornato Cavallo per insegnare a tutti che la cosa più inutile è piangersi addosso. Ma soprattutto per essere vincenti non basta il Grande Eroe, ma il lavoro di squadra. Non solo nel calcio. Ma anche nella cultura, nell’economia, nell’innovazione. Il genio innato del popolo ” Napolitano” potrà essere un wuid pluris, ma non potrà mai sostituirsi al ” gioco di squadra”!

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