Risorgimento? Del paganesimo
Marzo 1861: 140 anni fa Vittorio Emanuele II veniva proclamato re dltalia. Sulla pelle di un popolo cattolico. Perseguitato e oppresso. La storia che non si vuole ricordare.
“Principe generoso e magnanimo, Principe che i popoli salutano Redentore, innanzi cui si attutano le passioni, si dileguano, si dileguano i sospetti, si sciolgono i dubbi, Principe che ha il dono meraviglioso della fede inconcussa che converte e trascina, Principe, miracolo delletŕ nostra tortunata, Principe che passerŕ alla memoria dei posteri col nome di Re Galantuomo”: con questa specie di litania linfluente massone Pier Carlo Boggio, collaboratore di Cavour, saluta Vittorio Emanuele II.
Fatto sta che il re galantuomo non rispetta nessuno degli impegni che prende: i governi liberali del Regno di Sardegna prima, e di quello dItalia poi, violano sistematicamente tutti i piů importanti articoli dello Statuto a cominciare dal primo, che definisce la religione cattolica “unica religione di Stato”. Appena inizia lera costituzionale scatta in Piemonte (poi in tutta litalia) la prima seria persecuzione anticattolica dopo Costantino: a cominciare dai gesuiti, tutti gli ordini religiosi della “religione di stato” vengono soppressi uno dopo laltro e tutti i loro beni incamerati. Mentre 57.000 persone (tanti sono i membri degli ordini religiosi) vengono da un giorno allaltro private della proprie case (i conventi) e di tutto quanto possiedono, i beni che nei corso dei secoli la popolazione cattolica ha donato agli ordini religiosi vanno ad arricchire l1% della popolazione di fede liberale. Oltre 2.565.253 ettari di terra, centinaia di splendidi edifici, archivi e biblioteche, oggetti di culto, quadri e statue, tutto scompare nel ventre molle di una classe dirigente che definisce se stessa liberatrice ditalia dalloscurantismo dei preti e dei sovrani assoluti.
Nel nome della libertŕ i liberali conculcano sistematicamente la libertŕ dei cattolici (della quasi totalitŕ della popolazione): vietano le donazioni alla chiesa, impediscono le processioni cattoliche (plaudono a quelle massoniche), negano la libertŕ di istruzione (la scuola deve essere docile strumento della propaganda liberale), per stampa “libera” intendono la suid stampa liberale (Cavour arriva a proibire la circolazione delle encicliche pontificie).
In nome della “nazione” italiana (che si pretende risorta alle glorie del passato imperiale romano) i liberali impongono una sudditanza economica e culturale alle potenze definite “civili”: inghilterra e Francia prima, Germania poi. Disprezzando la storia e la cultura dellItalia cattolica (che regalano allitalia il primato mondiale della bellezza), i liberali si ripropongono di “fare” gli italiani sul modello delle nazioni protestanti. Lo stato liberale che, in nome della libertŕ e della costituzione, impone la volontŕ dell1% della popolazione ai restante 99 č un perfetto esempio di stato totalitario in cui spadroneggiano le societŕ segrete legate ai potentati internazionali anticattolici.
Il 29 maggio 1876 Pio IX cosě si rivolge ad un gruppo di lombardi che festeggia, non a caso a Roma, il settimo centenario della battaglia di Legnano: “Sorse una setta, nera di nome e piů nera di fatti [la Carboneria], e si sparse nel bel Paese, penetrando adagio adagio in molti luoghi. Piů tardi unaltra ne comparve [la Giovane Italia] che volle chiamarsi giovane, ma per la veritŕ era vecchia nella malizia e nella iniquitŕ. A queste due, altre ancora ne tennero dietro, ma tutte alla fine portarono le loro acque torbide e dannose nella vasta palude massonica. Da questa palude escono oggi quei miasmi pestiienzěali che infestano tanta parte dellorbe, ed impediscono a questa povera italia di poter presentare le sue volontŕ al cospetto di tutte e genti”.
Non potendo invadere lo Stato pontificio dopo una normale dichiarazione di guerra (il Piemonte č, per definizione, tutelato ai rispetto della “religione di stato”), il 9 ottobre 1860, nel proclama ai Popoli dellItalia meridionale, Vittorio Emanuele cosě giustitica il proprio operato: “Ho fatto entrare i miei soldati nelle Marche e nellUmbria disperdendo queilaccozzaglěa dě gente di ogni paese e dě ogni lingua, che colŕ si era” raccolta, nuova e strana forma dintervento straniero, e la peggiore di tutte. Io ho proclamato litalia degli italiani, e non permetterň mai che litalia diventi il nido di sette cosmopolite che vi si raccolgano a tramare i disegni o della reazione, o della demagogia universale”.
Secondo la migliore tradizione massonica, per “setta cosmopolita” il re galantuomo intende la chiesa cattolica. I Savoia realizzano in italia il sogno di tutti i protestanti e massoni (che non a caso sono suoi unici ed influenti alleati): la distruzione del potere temporale dei papi nella convinzione che al crollo del potere temporale avrebbe inevitabilmente fatto seguito la fine del potere spirituale e, quindi, la scomparsa della chiesa cattolica.
Ecco cosa scrive nel 1863 il Bollettino del Grande Oriente italiano: “le nazioni riconoscevano nellitalia il diritto di esistere come nazione in quanto che le affidavano laltissimo ufficio di iiberarle dal giogo di Roma cattolica. Non si tratta di forme di governo; non si tratta di maggior larghezza di libertŕ; si tratta appunto del fine che la Massoneria si propone; ai quale da secoli lavora, a traverso ogni genere di ostacoli e di pericoli”.
Nulla di nuovo sotto il sole: il Risorgimento – che, non a caso, Leone XIII definisce risorgimento del paganesimo – č una durissima forma di persecuzione anticattolica scatenata nel cuore stesso della cattolicitŕ Roma e lItalia. Eppure un aspetto radicalmente nuovo il Risorgimento lo possiede: č lunico caso in cui una guerra di religione contro la chiesa č scatenata in nome della chiesa (i Savoia, monarchi costituzionali, non possono ufficialmente infrangere il primo articolo della costituzione). AllItalia spetta un non invidiabile primato di doppiezza: la realizzazione della propria unificazione nazionale contro la Chiesa cattolica, in nome della Chiesa cattolica.
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“Pio IX ha ragione: le ambizioni dinastiche dei Savoia ho scatenato coittro la Chiesa una guerra che, appoggiata da tutte le potenze nemiche del cattolicesimo e da tutte le personalitŕ massoniche, ha di mira non solo la sottrazione al Papa dello Stato della Chiesa ma la stessa fine della confessione cattolica” [Angela Pellěcciari, Risorgimento da riscrivere, Ares, Milano 1998, p. 202].
“Il culmine di questo processo di unificazione [Risorgimento, n.d.r.] doveva essere la conquista di Roma, la sottomissione del potere temporale del Fapa a quello del sovrani sabaudi (…). Un sogno italiano che corrispondeva ad unantica aspirazione della Massoneria, allutopia piů coltivata: quella di distruggere il Cristianesimo e di sostituirlo con un culto neo-gnostěco, con aspetti esoterici per gli iniziati e con una dimensione essoterica, pubblica, per il popolo. Il grande scontro che ebbe luogo nellitalia dell800 [ ] era una battaglia preparata da lungo tempo per sconfiggere la Roma cristiana, la sede del Vicario di Cristo” (Paolo Gulisano, O Roma o morte! Pio IX e il Risorgimento, Il Cerchio. Rimini 2000, p.14).
Bibliografia
Angela Pellicciari, Risorgimento da riscrivere, Ares, Milano 1998.
Patrick Keyes OCleary, La rivoluzione italiana (Come fu fatta lunitŕ della nazione), Ares, Milano 2000.
Gerlando Lentini, La bugia risorgimentale. Il Risorgimento italiano dalla parte degli sconfitti, li Cerchio, Rimini 1999.