Alta Terra di Lavoro

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San Francesco Saverio Maria Bianchi Apostolo di Napoli il Santo nato ad Arpino

Posted by on Feb 1, 2020

San Francesco Saverio Maria Bianchi Apostolo di Napoli il Santo nato ad Arpino

IL 2 DICEMBRE 1743 NASCE AD ARPINO (ALTA TERRA DI LAVORO) SAN FRANCESCO SAVERIO MARIA BIANCHI, MUORE IL 31 GENNAIO 1815, GIORNO IN CUI LA CHIESA LO RICORDA.

Francesco trascorre l’adolescenza con una madre che si dedicava quasi a tempo pieno ai malati poveri e senza assistenza, aveva per fino trasformato una parte della casa in un piccolo ospedale, con 16 letti potete quindi comprendere in quale atmosfera ricca di carità crebbe Francesco.

La carità insegnatagli dalla madre lo seguì per tutta la sua vita.

Vinte le iniziali resistenze da parte dei genitori, finalmente, nel 1762, riuscì ad entrare nell’ORDINE DEI BARNABITI, che erano presenti ad Arpino, professando i voti nel 1763 nel Noviziato di Zagarolo.

Insegnò MATEMATICA E FILOSOFIA nel collegio dove aveva terminato gli studi, nel 1778 insegnò nell’ UNIVERSITA’ DI NAPOLI ed in seguito divenne socio della REALE ACCADEMIA DI SCIENZE E LETTERE.

Naturalmente per qualche tempo insegno anche nella sua Arpino.

Nel 1779 si adunava a Milano il CAPITOLO GENERALE DELL’ORDINE DEI BARNABITI, e Francesco, insieme al Superiore di San Carlo alle Mortelle, era delegato a rappresentare i confratelli della provincia napoletana.

Prima di mettersi in viaggio, fece visita a SUOR MARIA FRANCESCA DELLE CINQUE PIAGHE, sua figlia spirituale, che tra i tanti consigli gli disse di portare con sé un diario da scrivere giornalmente.

Partì da Napoli il 25 Marzo e passando per MONTECASSINO, ROMA, SIENA, FIRENZE, BOLOGNA, MODENA, PIACENZA E LODI, giunse a MILANO il 23 Aprile.

Naturalmente il suo animo d’artista, membro anche dell’ACCADEMIA NAPOLETANA, ne fu rinvigorito.

A Milano lo aveva preceduto la fama di santità e dottrina, quindi i più illustri pensatori del tempo si strinsero intorno a quel ”religioso trentacinquenne”.

Nel capitolo fu nominato Segretario e il nuovo Superiore Generale, lo volle compagno nella sua Sacra visita ai collegi della LOMBARDIA, PIEMONTE, LIGURIA E ROMAGNA.

Il suo viaggio quindi continuò attraverso TORINO, GENOVA, PAVIA, MANTOVA, VENEZIA, CHIOGGIA, FERRARA E BOLOGNA.

Potete immaginare come tornò arricchito spiritualmente e culturalmente a Napoli dopo sette mesi.

Il suo pensiero di Suor Maria Francesca, lo accompagnò durante tutti i sette mesi di viaggio.

L’amicizia tra queste due grandi anime dal 1777, Francesco aveva 34 anni e la Santa 62, resterà sempre viva, per 14 anni.

Alcune volte, la Santa, che aveva doti profetiche, dichiarava a Francesco quello che gli sarebbe capitato, come quella volta che posandogli la mano sulle ginocchia gli disse ”OH, QUANTO DOVRANNO SOFFRIRE QUESTE GAMBE!”.

Oltre che di Suor Maria Francesca, Francesco fu Padre Spirituale di molte persone, nobili, come CARLO EMANUELE IV e di sua moglie, e del popolo, il quale non lo lasciava mai solo, sempre in cerca di una parola di conforto.

Il Santo ebbe il DONO DELLA PROFEZIE E DELLE VISIONI, che molte volte raccontava ai suoi discepoli, e ne gemeva fino all’agonia.

Nel 1800 iniziò per lui un periodo Mistico molto intenso, in un giorno di Pentecoste lo trovarono in estasi davanti al SS. Sacramento.

Verso la metà di Luglio del 1805 apparve molto sofferente ed in molti lo sentivano dire frasi come ” …il flagello è vicino…”.

Un mattino, un forte terremoto distrusse buona parte dei territori del Regno, ma a Napoli, anche se ci furono molti crolli, si ebbero solo 3 morti, qualcuno disse che a ”Portanova c’era un Santo che pregava”, e lui raccontava di tutte le sciagure successe in tutto il Regno come se le vivesse, e senza che nessuno gliele aveva raccontate.

Francesco ebbe a che fare anche con il Vesuvio, questo, dopo l’eruzione predetta da Suor Maria Francesca, nel 1794, non si era più risvegliato.

Si ridestò nel 1804, sembrava che si fosse di nuovo placato, quando ecco che alcuni segni fecero capire che da lì a poco si sarebbe fatto risentire.

Francesco in quel periodo era a Torre del Greco, per un ritiro spirituale, quando, mentre pregava, sentì in casa tutti che si agitavano, il vulcano si era risvegliato e la lava stava arrivando a Torre, Francesco uscì dalla sua camera con la calma di chi è padrone della situazione, ordinò di mettere un’immagine di Suor Maria Francesca sul letto e poi salì con tutti che lo seguivano, su di una terrazza che guardava verso la lingua di lava…”GIUNGENDO LE MANI, PREGO’, ALZO’ LA TESTA VERSO LA LAVA CHE AVANZAVA E LE INTIMO’ IN NOME DI DIO DI FERMARSI!” QUESTA SI ARRESTO’!!!

Tutti coloro che erano presenti si stupirono dell’accaduto, ma non fu l’unica volta che accadde, ci furono altre due volte nelle quali Francesco fermò la lava!

A Francesco piaceva declamare dei versi in particolare…”CHI VERAMENTE AMA, CANTA E DELIRA E SOSPIRA E GEME E PATISCE E LANGUE. OH LA BELLA OCCUPAZIONE! GESU’ ME LA CONCEDA. AMEN!”

Oppure…”DOVE SEI? NELL’AMORE. DONDE VIENI? DALL’AMORE. CHI T’HA QUI CONDOTTO? L’AMORE. IN CHE VIVI? NELL’AMORE. DOVE ABITI? NELL’AMORE. UNICO COMPITO L’AMORE E PARLAR SEMPRE D’AMORE”, queste canzoncine, che ripeteva sempre lo rapivano in estasi.

Purtroppo visse 13 anni quasi immobilizzato  a causa di una malattia che gli causava continue paghe alle gambe, ma anche nei periodi più oscuri, non poteva fare a meno di dire Messa.

Il 3 Luglio 1811, quando non ce la faceva più ad allontanarsi dalla sua stanza, gli arrivò da Roma il permesso di celebrare li.

Disse ”quando sentirete che non celebro più, dite che sono morto”.

Il suo infaticabile cuore fino all’ultimo lo trascinava negli ospedali per incontrare gli ammalati che non potevano andare da lui, e passava letto per letto, questa sua carità gli fece attribuire dal popolo la nomea di ”APOSTOLO DI NAPOLI”.

Il 29 di Gennaio del 1815, disse al suo confessore, che Suor Maria Francesca era venuta a trovarlo e si era seduta accanto a lui per fargli pregustare le gioie della dipartita, per lui era questo il segnale che di li a poco sarebbe salito in cielo.

ERANO LE 5 DEL MATTINO DEL 31 GENNAIO 1815, QUANDO IL SILENZIO PROFONDO FU INTERROTTO DAL PIANTO E DALLE PREGHIERE DI CHI ERA VICINO A LUI…L’APOSTOLO DI NAPOLI ERA TORNATO AL PADRE!!!

Lasciava un vuoto dentro ognuno dei quali lo avevano conosciuto e amato, la voce della sua morte corse veloce nelle strade di Napoli e tutti gridavano ”E’ MORTO IL SANTO DI PORTANUOVA…ANDIAMO A VEDERE IL SANTO”.

Accorse talmente tanta gente che fu necessario bloccare le strade e mettere i cordoni, ma questi non ressero a tutta quella marea umana che si era riversata nelle strade intorno al luogo della morte del Santo.

Ancora oggi si racconta che i funerali furono i più affollati dell’epoca, ci vollero guardie e soldati a cavallo.

FU BEATIFICATO DA PAPA LEONE XIII IL 22 GENNAIO 1893 E CANONIZZATO DA PAPA PIO XII IL 21 OTTOBRE 1951.

Anche da morto San Francesco è tornato nella sua Arpino per ben due volte, l’ultima nel 2001.

Fu portato in trionfo per le vie del paese, e di quei giorni riporto le foto, che Edmondo Zuffranieri ha conservato con tanta devozione, foto scattate da Antonio Merolle, Ugo Rea, e altre persone, di cui non si conosce neanche il nome. Alcune poi sono state date per gentile concessione dei Padri Barnabiti di Napoli, scattate nei momenti cruciali, come la sua CANONIZZAZIONE IN VATICANO.

Gianna Reale

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