Santi d’Oriente
Nel Sud Italia si conservano numerose reliquie di santi provenienti dall’Oriente. Ovunque esse sono al centro di una profonda devozione popolare ed esprimono identificazione tra territorio e comunità. E’ questa una forte testimonianza della funzione di incontro tra Oriente ed Occidente che il Sud Italia ha sempre avuto.
E’ probabilmente la Puglia la regione in cui si conserva il maggior numero di reliquie di santi “orientali”: San Nicola, San Nicola Pellegrino, San Leucio, San Guglielmo, San Pellegrino e San Teodoro d’Amasea.
San Nicola nacque a Patara, nella Licia, in Asia Minore, intorno al 270, e verso la fine del III secolo divenne vescovo di Mirna. Grazie ad innumerevoli miracoli compiuti ancora in vita, divenne ben presto patrono dei poveri e dei bisognosi, in particolare dei naviganti che spesso lo invocavano durante le tempeste. Morì nel 326 ed i suoi resti rimasero a Mira fino al 1087 quando 62 marinai baresi li trafugarono e li portarono a Bari. Qui venne costruita immediatamente la basilica in suo onore e nel 1089 le sue reliquie furono depositate nella cripta della nuova chiesa dove ancora oggi si trovano.
A Trani è invece forte la devozione per San Nicola Pellegrino. Il santo nacque in Grecia, fu eremita e dopo varie peregrinazioni giunse in Puglia. La tradizione racconta che attraversò l’intera regione tenendo una croce in mano. Morì sfinito a Trani e, quattro anni dopo, venne eletto patrono della città. Le sue reliquie furono poste nella basilica di San Nicola, edificata sulla chiesa di Santa Maria a sua volta costruita per conserva il corpo di un altro santo d’Oriente, San Leucio, egiziano, patrono dell’Arcidiocesi di Brindisi e primo vescovo della città.
Due santi orientali sono poi i comprotettori di Foggia, parliamo di San Guglielmo e San Pellegrino. Secondo la tradizione, i due, padre e figlio, partirono pellegrini da Antiochia verso l’Italia in tempi diversi. Peregrinarono a lungo e visitarono, tra l’altro, il Sacro Speco di san Michele sul Gargano. Giunti entrambi a Foggia, si ritrovarono e si riconobbero ai piedi del Sacro Tavolo e, abbracciatisi, spirarono. Furono sepolti nella Cattedrale di Santa Maria.
Brindisi conserva poi le reliquie di San Teodoro d’Amasea, patrono della città. San Teodoro fu soldato dell’esercito romano e subì il martirio nell’anno 306. Probabilmente in occasione delle nozze di Federico II di Svevia con Jolanda di Brienne, regina di Gerusalemme, celebrate nella cattedrale di Brindisi il 9 novembre del 1225, le reliquie del santo furono traslate da Euchaita alla città pugliese o forse si trattò di un furto di un carico diretto via mare a Venezia. Ad ogni modo le spoglie sono tuttora conservate nella pontificia basilica Cattedrale in piazza Duomo.
Anche la Campania annovera reliquie di santi orientali: ad Amalfi si conservano quelle di Sant’Andrea nella magnifica cripta nel Duomo, a Ravello il sangue di San Pantaleone, ad Acerra l’ulna di un braccio di San Cuono. In quest’ultima cittadina è diffusa una profonda devozione per i santi orientali Conone e Conello di Iconio in Isauria. Il primo, chiamato anche Cuono, divenuto vedovo, decise di vivere da monaco e fu seguito in questa scelta da suo figlio Conello. I due attirarono le attenzioni del prefetto Domiziano che li sottopose ad un processo per una serie di miracoli sino a condannarli a morte il 29 maggio del 275. Il culto dei Santi è vivo ad Acerra già prima del 1079, forse portatovi da pellegrini o da fedeli che fuggivano gli iconoclasti di Bisanzio. Più tardi, nell’1688, ad Acerra giunse anche l’ulna di un braccio di San Cuono, oggi conservata nella Cattedrale.
Autore articolo: Angelo D’Ambra
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