SULLA COSTITUZIONE SICILIANA
SULLA COSTITUZIONE SICILIANA DEL ’12 (5) Tratto da, Giacinto de’ Sivo, Storia delle Due Sicilie, 1863, Vol. I, Libro IV, cap. 2.
Molti credono l’Inghilterra agognar la Sicilia; par certo ne agogni la supremazia commerciale; chè ne farebbe deposito di prodotti inglesi pel traffico indiano e per la via di Suez; nè saria maraviglia a vederla Gibilterra d’Italia. G’Inglesi s’alzan di continuo a protettori di essa: ad ogni rumoruccio vi mandan vascelli, e fan note, e tendon le braccia a chi si solleva. Nel 1811, quando per le nozze di Napoleone con Maria Luisa d’Austria parean finite le guerre, eglino tementi s’allentasse l’inimicizia de’ nostri re col dominatore di Francia, mutarono in offese lo aiuto pria dato al monarca. Sobillarono nel paese i sensi liberaleschi; e l’ammiraglio Betnik per aver sotto la mano un governo vassallo, nutricò l’ambizione del Duca d’Orleans Luigi Filippo genero del re. Si disegnava far abdicare Ferdinando IV e Francesco primogenito, e alzare al trono Ferdinando in fasce con l’Orleans reggente. Il parlamento siculo rifiutò certi sussidii alla corte; altri baroni chiesero più concessioni; e la regina Maria Carolina d’animo virile, sapendo che per concessioni non posan le volture, stette dura, e fe’ sostenere cinque de’ baroni oppositori. Allora Inglesi e sollevati s’unirono. Ferdinando con la famiglia si ritrasse alla Ficuzza sua villa, e forte ricusò abdicare; perlochè lord Betnik per isforzarlo mandò soldati a porgli lo stato d’assedio. Passando per la piazza di Palermo i reggimenti britanni volti a quell’impresa, l’Orleans dal balcone salutava essi e ‘l popolo tumultuante, e costrinse con brutale atto l’Amalia sua moglie, e pregna e piangente, a uscire a vedere quegl’insulti al padre suo. Il Betnik dichiarò malati il re e la regina, questa anzi fe’ partire dal regno, mutò le tradizionali costituzioni sicule con una costituzione all’inglese data ai 16 gennaio 1812. Presto gli stessi Siciliani se ne svogliarono; dolse a’ nobili la feudalità e i fedecommessi tolti; dolse al clero il perduto parlamento distinto; dolse a’ democratici l’aver avuto poco. Si spartirono in fazioni, tutte iraconde. Così i parlamenti furono arena dove molto fu detto e nulla fatto; e convocati più volte giunsero al 1815, quando il trattato di Vienna lo spense. In quel congresso l’Inghilterra avria potuto raffermare l’opera del Betnik; ma perchè era stata mezzo non iscopo, neppur ne fe’ motto; sicchè non una parola sola colà corse sulla indipendenza e sulla costituzione del ’12. Rifatti i due regni in uno, quella costituzione, imperante Europa tutta, era con regia proclamazione annullata. Niuno fiatò, nè Siciliani, nè Inglesi; nè alcuno suppose il parto del Betnik potesse aver guarantigia Britanna. Ciò s’è buccinato in più vicini tempi.
Giovanni Maduli