Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Il Teatro, la Musica, la storia, l’arte la tecnologia bisogna ridare tutto ai Napoletani

Posted by on Giu 30, 2016

Il Teatro, la Musica, la storia, l’arte la tecnologia bisogna ridare tutto ai Napoletani

pubblico di seguito un articolo di Adriana Dragoni ma prendo spunto per cacciare via tutti i noiosi, inutili e incapaci uomini di cultura che si son presi Napoli. Vogliamo il Festival Musicale del 700 napoletano, vogliamo il festival della musica classica napoletana, vogliamo le mostre della pittura, della scultura e dell’arte moderna solo dei napolitani, vogliamo conoscere la storia delle accademie napoletane, vogliamo il festival del cinema napoletano, vogliamo il festival della sceneggiata napoletana, vogliamo il festival del Teatro napoletano, vogliamo geologi ed ingegneri napoletani che ci fanno le opere pubbliche, vogliamo di nuovo il banco di napoli, insomma vogliamo che tutto quello che i napoletani creano nel mondo per il mondo possano esporre a napoli. Tutto il resto è noia basta vedere come compongono il tabellone del festival del teatro a napoli per vedere come continua forte la teoria  “NAPOLI STARA PEGGIO MA NOI STAREMO TUTTI MEGLIO” Si puo sopportare che un Roberto De Simone sia escluso dalla cabina di comando? che il Maestro Enzo Amato non puo fare al San Carlo il suo festival? Che Bruno Leone con le sue Guarattelle venga ignorato? Vogliamo fare il festival della musica popolare, non del centro sud Italia come la chiamano, ma della nazione napolitana perché è NAPOLETANA? insomma pretendiamo tutto questo.

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NOSTALGICI COME IL CIENZO DI BASILE

Posted by on Apr 19, 2016

NOSTALGICI COME IL CIENZO DI BASILE

ormai la letteratura è in piena crisi e se non fosse per i continui aiuti di stato, nel mondo intero, già sarebbe morta. la gente è stanca ma forse direi annoiata dove si parla dell’io, delle proprie ansie, delle proprie angosce, dell’astrattismo in senso puro senza che alla fine si quaglia qualcosa. a questo punto torna prepotente la narrativa, la storia, romanzi storici, che parlano di vita concreta di storie di uomini di miti, di leggende perché la gente soltanto potendo tornare a sognare o a immedesimarsi in storie riesce a distrarsi dalle ansie quotidiane e pensieri avvelenati. I radical chic di sinistra o giacobini chiamano questa novità,  ma per noi che siamo figli della terra dei miti e abbiamo mangiato pane e grecia da sempre,  historyselling e snobbando il fenomeno non riescono a capire perché e non comprendono perché Lu cunto de li cunti di Basile sia diventato un fenomeno planetario di grande spessore e che piace come piaceva 500 anni fa. Alcuni, incapaci di confrontarsi con il ragionamento attaccano il ragionatore, ci chiamano nostalgici ed io rispondo come rispose alla stessa accusa Ferdinando Russo a Benedetto Croce, ” se il passato è più bello del presente allora sono orgoglioso di essere un nostalgico” di seguito un bel articolo del Prof. Francesco Iodice preso da Chiaiamagazine.it.

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