Umanismo, l’eresia che ha plasmato il Novecento
Cosa’hanno in comune il veganismo, il Darwin Day, il CICAP, l’UAAR? E l’UNESCO, l’OMS e il Premio Nobel? E Planned parenthood e il SIECUS? Sono tutte emanazioni dell’umanitarismo (da non confondere con l’umanesimo). Cioè quella filosofia che crede nell’uomo e non in Dio, discendente diretta dell’eresia chiamata: unitarianismo
Cosa’hanno in comune il veganismo, il Darwin Day, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP), l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR)? E l’UNESCO, l’OMS e il Premio Nobel? E Planned parenthood e il SIECUS? E la psicologia umanista (Maslow, Rogers, Berne, May…)? Apparentemente nulla, se non una certa antipatia (più o meno velata) nei confronti del cattolicesimo. La risposta è diversa, e abbastanza semplice: l’umanismo.
Attenzione: con umanismo non intendiamo un atteggiamento positivo nei confronti dell’uomo; e non è nemmeno una variazione ortografica per l’umanesimo rinascimentale. Intendiamo una particolare associazione, con tanto di manifesti programmatici: l’American Humanist Association (AHA).
Fondata nel 1941 da Curtis Reese (1887-1961) con il motto «Il bene senza dio», si prefigge l’applicazione del Manifesto Umanista redatto nel 1933: «Gli umanisti religiosi considerano l’universo come auto-esistente e non creato. L’Umanesimo crede che l’uomo è parte della natura e che è emerso come risultato di un processo continuo. […] L’individuo nato in una cultura particolare è in gran parte plasmato da tale cultura. […] Diamo per scontato che l’umanesimo prenderà la via dell’igiene sociale e mentale […] le istituzioni religiose, le loro forme rituali, i metodi ecclesiastici e le attività comunitarie devono essere ricostituiti il più rapidamente possibile, al fine di funzionare efficacemente nel mondo moderno». In buona sostanza, un insieme di materialismo, darwinismo, eugenetica, ateismo.
Il Manifesto Umanista fu sostituito nel 1973 da un Secondo Manifesto Umanista: «Riteniamo […] che le religioni tradizionali dogmatiche o autoritarie hanno posto la rivelazione, Dio, il rituale, o un credo al di sopra dei bisogni e dell’esperienza umani e provocano un disservizio alla specie umana. […] Per quanto ne sappiamo, l’intera personalità è una funzione dell’organismo biologico che interagisce in un contesto sociale e culturale. Non ci sono prove credibili che la vita sopravvive alla morte del corpo. […] Nel campo della sessualità, riteniamo che gli atteggiamenti intolleranti, spesso coltivati dalle religioni ortodosse e dalle culture puritane, reprimono indebitamente la condotta sessuale. Dovrebbe essere riconosciuto il diritto al controllo delle nascite, all’aborto e al divorzio. Se da una parte noi non approviamo forme di espressione sessuale che prevedono il degrado o lo sfruttamento, dall’altra non vogliamo vietare, per legge o sanzione sociale, il comportamento sessuale tra adulti consenzienti. Le molte varietà di esplorazione sessuale non dovrebbero di per sé essere considerate “male”. Senza incoraggiare il permissivismo senza cervello o la promiscuità sfrenata, una società civile dovrebbe essere tollerante. A costo di danneggiare altri o costringerli a fare lo stesso, agli individui dovrebbe essere permesso di esprimere le proprie inclinazioni sessuali e perseguire loro stili di vita come desiderano. Vogliamo coltivare lo sviluppo di un atteggiamento responsabile verso la sessualità, nel quale gli esseri umani non sono sfruttati come oggetti sessuali, e nel quale l’intimità, la sensibilità, il rispetto e l’onestà nei rapporti interpersonali sono incoraggiati. L’educazione morale per bambini e adulti è un modo importante di sviluppare la consapevolezza e la maturità sessuale. […] Per migliorare la libertà e la dignità dell’individuo bisogna sperimentare la gamma completa delle libertà civili in tutte le società. Questa include la libertà di parola e di stampa, la democrazia politica, il diritto legale di opposizione alle politiche governative, il processo giudiziario equo, la libertà religiosa, la libertà di associazione e la libertà artistica, scientifica e culturale. Essa include anche il riconoscimento del diritto di un individuo a morire con dignità, l’eutanasia, e il diritto al suicidio. […] La comunità mondiale deve impegnarsi nella pianificazione cooperativa per quanto riguarda l’uso delle risorse in rapido esaurimento».
A questo successe poi, nel 2003, il Terzo Manifesto Umanista. Basta dare un’occhiata veloce al contenuto dei vari Manifesto (e scorrere l’elenco dei firmatari!) per rendersi conto dell’esplosività della faccenda. Ok, ma… il nostro elenco iniziale? Tutte iniziative dell’AHA. Il veganesimo, infatti è diffuso dall’American Humanist Association; il Darwin Day è organizzato dall’AHA; il CICAP non è altro che il ramo italiano del Committee for Skeptical Inquiry, ovviamente un’emanazione dell’AHA. I fondatori dell’Unesco e dell’OMS, rispettivamente Julian Huxley (1887-1975) e Broke Chisholm (1896-1971) erano umanisti; così come Margareth Sanger (1879-1966), fondatrice di Planned Parenthood, e Mary Calderone (1904-1988), fondatrice del SIECUS; così come i fondatori e principali esponenti della psicologia umanista (si, quella del «counselling»), che ancora ha tanto seguito in diversi ambienti cattolici.
Fermiamoci qua. Tuttavia, se volete capire meglio la cultura del Novecento, vi consiglio di dare un’occhiata a questi due elenchi: una lista di umanisti e l’elenco dei vincitori del premio Umanista dell’Anno.
Ora facciamo un ulteriore passo indietro. Reese, fondatore dell’AHA, era un ministro unitariano. Già, perché l’American Humanist Association non è altro che una emanazione della Chiesa Unitariana. Una chiesa sui generis, visto che… adora l’uomo al posto di Dio. La Chiesa Unitariana ha le sue radici nel Cinquecento, in Europa; ufficialmente è stata fondata dai discendenti degli italiani Lelio (1522-1562) e Fausto (1539-1604) Socini rispettivamente zio e nipote. In Italia è pressoché sconosciuta, ma nel mondo (soprattutto negli Usa) è estremamente presente e influente. Basti pensare che cinque presidenti degli Stati Uniti erano unitariani: John Adams, John Quincy Adams, Millard Fillmore, and William Howard Taft; Thomas Jefferson era filo-unitariano; Abraham Lincoln era considerato un cripto-unitariano, e Barack Obama ha frequentato la Unitarian-Universalist Sunday School. Si contano anche, tra gli unitariani, ben undici premi Nobel. A questo punto bisognerebbe fare un ulteriore passo indietro, e cercare le origini dell’unitarianismo (o socinianesimo). Ma non rubiamo troppo spazio, per ora fermiamoci qua…
fonte https://lanuovabq.it/it/umanismo-leresia-che-ha-plasmato-il-novecento