UN 2 GIUGNO IDENTITARIO A PIETRAMELARA CON GIOVANNI SALEMI
Il nostro, un popolo oppresso da più di 150 anni, deriso e colonizzato da un Piemonte invasore, usurpatore. E il vento caldo del sud venne spazzato via da quello gelido del nord.
Una unità costata la vita a tanti meridionali, una unità costruita sulla bugia e quest’ultima la fa da protagonista da oltre un secolo e mezzo. Le popolazioni del sud sono stanche di sentirsi oltraggiate, umiliate, offese, sfruttate, vituperate, violentate dal sistema politico e da personaggi “illustri” che continuano con luoghi comuni di una storia partigiana. Siamo un popolo vinto, ma nessuna vergogna, perché abbiamo lottato fino alla morte per difendere il nostro territorio. Abbiamo perso madri, padri, fratelli, sorelle e figli, per un ideale, per la patria, per la nostra patria! Tutto il sud è storia di cultura, di dignità, di civiltà e d’onore, quell’onore che hanno tentato di togliere ieri, ai nostri soldati e all’intero popolo delle due Sicilie, che lottarono fino allo sfinimento per salvare un regno invaso, senza nessuna dichiarazione di guerra. Guerra durata oltre 10 anni, perché il “meridionale brigante” doveva essere estirpato come la gramigna, perché noi siamo erba infestante per alcuni! Ma voi come vi sentireste nel difendere la vostra casa, patrioti o briganti? Così l’Amministrazione di Pietramelara, ai vinti del risorgimento, nella battaglia sul Volturno, tra borbonici e garibaldini, combattuta tra Roccaromana e Pietramelara nel settembre del 1860, edifica una stele ai duosiciliani che non si arresero al vile invasore. Giuseppe Buttà (1826-1886) siciliano di Naso (Messina), cappellano militare del 9° Cacciatori dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie dopo l’unità d’Italia andò in esilio a Roma, dove intraprese la carriera di scrittore e nel suo libro “Un viaggio da Boccadifalco a Gaeta” narra quella battaglia: << I regi divisi in tre piccole colonne, assalirono i garibaldini, la popolazione scoraggiata prese d’animo, e tutti diedero di nuovo addosso a nemici già vincitori, i quali furono inseguiti alla bajonetta ed a colpi di pietre. L’alfiere Dioguardi del 13° di linea si slanciò in mezzo a’ nemici e tolse loro la bandiera. I garibaldini, cercarono scampo sotto il monte di Santa Maria del castello ma sempre inseguiti si sbandarono: 80 furono uccisi, 60 fatti prigionieri, il resto oltrepassarono la montagna arrivando al volturno e si salvarono raggiungendo Piedimonte Matese. I regi furono aiutati dalla popolazione, tra cui molte donne, armate di fucili, scuri e altro, davano addosso ai garibaldini al suono delle campane a stormo. Il parroco Don Zaccaria Domenico di Roccaromana, si pose a capo dei contadini, armato di forcone!>>. Anche qui, dopo l’Italia unita, i cittadini dell’epoca subirono saccheggi, fucilazioni. Nell’anno 1868 a 7 anni dall’unità d’Italia, nel comune di Roccaromana dal 9 settembre al 30 dello stesso mese, sono arrestati 10 individui con l’accusa di sospetto manutengolismo e altri 15 mandati al domicilio coatto, con l’ordine di chiudere 12 masserie con casupole e relative pagliare e come non ricordare i nomi di: Cunti Giovanni brigante, Mastrantuono Antonio brigante, Russo Angelo brigante, Palmieri Luigi brigante (di anni16 ), Giuseppe Piscione brigante, Maria Piscione brigantessa tutti di Statigliano ( frazione di Roccaromana dove io abito) catturati e imprigionati. E ancora: Minutillo Mario di Tommaso, anni 20, contadino, patria Roccaromana, costituitosi il 18 luglio 1867. Pecoraro Matteo di Andrea, anni 22, contadino, patria Roccaromana, costituitosi il 18 luglio 1867 e la lista continua… Stamattina quel monumento è stato onorato dai rappresentanti dell’Istituto di ricerca storica delle due sicilie col suo presidente Commendatore Giovanni Salemi, ufficiale medico, da sempre appassionato di storia. Classe 1926, una grinta e una passione da fare invidia. Negli anni 50 grazie al conte Antonio Scotti di Uccio riuscì a conoscere l’indirizzo dei Borbone. Ha avuto l’onore di “servire” SAR la principessa Urraca, figlia del Principe Ferdinando Pio, accompagnandoLa a tanti eventi legati alla storia di Casa Borbone e delle Due Sicilie. Fedelissimo di Casa Borbone e del Duca di Castro, è stato insignito della commenda del Sacro Militare Ordine Costantiniano e recentemente della commenda del Real Ordine di Francesco I. Da vent’anni a Capua, dove risiede, organizza una cerimonia per ricordare i Soldati dell’esercito delle Due Sicilie Caduti nella battaglia del Volturno. Dalla sua fondazione nel 2011, è presidente dell’Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie. Un uomo di una spiccata sensibilità: stamane, arrivato davanti al monumento, lo ha guardato da ogni lato, accarezzandolo commosso. Un plauso a tutti i componenti dell’Amministrazione di Pietramelara, al sindaco e a tutti coloro che hanno reso viva la memoria dei nostri valorosi avi.
Vittoria Longo
pubblicato da
Luigi Prisco
ARTICOLO GIA PUBBLICATO SU ROCCAROMANA