UN PO DI…………… GAETANO FILANGIERI
Filangieri, Gaetano (Napoli 1752 – Vico Equense, Napoli 1788), filosofo e giurista italiano. Proveniente da una nobile famiglia napoletana, si dedicò agli studi di giurisprudenza e di economia, partecipando poi in prima persona alla breve stagione delle riforme del Regno di Napoli. Nella sua opera principale, La scienza della legislazione, pubblicata in parte dal 1780 al 1785, Filangieri mostrò una grande fiducia di origine illuminista verso l’azione razionalizzatrice della sistematica codificazione in campo amministrativo e legislativo. Una moderna legislazione, egli riteneva, avrebbe eliminato i privilegi che rendevano profondamente ingiusta la società e sciolto i vincoli di origine feudale alla libertà di commercio, stimolando la crescita dell’agricoltura e della ricchezza.
In virtù dell’istituto del maggiorascato, fu avviato dal padre alla carriera militare sin dall’età di sette anni, ma ben presto, seguendo la sua indole, iniziò a dedicarsi agli studi storici e giuridici, conseguendo nel 1774 la laurea in avvocatura.
La sua eloquenza unita alla sua profonda conoscenza giuridica lo resero ben visto alla corte di Carlo III di Borbone, in particolare per la difesa propugnata al decreto reale che riformava gli abusi dell’amministrazione della giustizia.
Dal 1777 fu al servizio di Ferdinando IV di Borbone, di cui fu gentiluomo di camera, e divenne ufficiale del Real Corpo dei Volontari di Marina.
Nel 1783 sposò la contessa Carolina Fremdel di Presburgo e subito dopo si ritirò a Cava dei Tirreni dove elaborò la celebre Scienza della Legislazione.
Nel 1787, rientrò a Napoli al Supremo consiglio delle finanze.
Morì, malato di tubercolosi, a Vico Equense 21 giugno 1788.
La Scienza della Legislazione è un’opera di alto ed innovativo valore europeo in materia di filosofia del diritto e teoria della giurisprudenza. In quest’opera che fu così apprezzata per la sobrietà della critica e per la concreta esposizione sul piano giuridico, Filangieri assimilò le teorie dei filosofi francesi, in particolare quelle del Montesquieu, interpolandole con le dottrine di Giambattista Vico e di Pietro Giannone. Fu pubblicata a partire dal 1780 in sette volumi ed una parte uscì postuma, dopo la morte dell’autore (l’indice e parte del libro V). La Scienza della Legislazione porta alla luce del suo tempo e del suo luogo, la Napoli borbonica che aveva deciso di ridimensionare i privilegi feudali e del clero, una sorta di modello di monarchia illuminata, secondo i canoni illuministici, da conseguire attraverso una seria azione riformatrice da attuarsi sugli strumenti giuridici. Importanti l’affermazione dell’esigenza di attuare una codificazione delle leggi e una riforma progressiva dalla procedura penale, la necessità di operare una equa ripartizione delle proprietà terriere ed anche un miglioramento qualitativo dell’educazione pubblica oltre ad un suo rafforzamento su quella privata. L’opera fu tradotta in inglese, in francese, in tedesco, in spagnolo e rappresentò anche uno dei modelli ispiratori per Franklin e la Costituzione americana. Fu messa all’indice dalla Chiesa Cattolica nel 1784, per le sue idee riformatrici ed i suoi attacchi ai privilegi del clero.
Per ciò che attiene al diritto criminale, nell’opera Filangieri dà un’innovativa definizione di delitto: “Non tutte le azioni contrarie alle leggi sono delitti, non tutti coloro che le commettono sono delinquenti. L’azione disgiunta dalla volontà non è imputabile; la volontà disgiunta dall’azione non è punibile. Il delitto consiste dunque nella violazione della legge accompagnata dalla volontà di violarla”.