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VITA POLITICA del Cavaliere D. Luigi De Medici

Posted by on Feb 9, 2017

VITA POLITICA  del Cavaliere D. Luigi De Medici

VITA POLITICA

del Cavaliere

D. LUIGI DE’ MEDICI

GIÀ MINISTRO CONSIGLIERE DI STATO

PEL REGNO DELLE DUE SICILIE.

[autore Principe di Canosa ?]

PARIGI

NELL’ANNO 1832

L’EDITORE A CHI LEGGE.

In un paese ove il mondo va da sé (la frase è stata spesse volte ripetuta, essa dunque è vecchia, ma bella) comparve un Cenno biografico sul quondam Cavaliere Luigi Medici Napoletano. Uomini, il cervello de’ quali va (in forza dello stesso principio) da sé, giudicarono fosse lavoro del principe di Canosa. Ciò venne sostenuto collo stesso giudizio critico, col quale erasi antecedentemente asserito, che il medesimo Cavaliere fosse stato l’autore di un altr’opuscolo intitolato: Il mio viaggio in Italia. Questo almeno (per quanto dozzinale) era scritto nelle buone massime religiose e monarchiche. Il Cenno biografico però, oltre essere scritto assai mediocremente, rigoglia in molli luoghi di aneddoti ed espressioni tanto poco morali, che potrebbe caratterizzarsi come un libello.

(IV)

Un giudizio tanto sciocco, sotto tutti i punti di rista, ebbe pel Principe di Canosa spiacevole risultamento tanto nell’interesse, quanto nel decoro apparente. Conciossiaclxò andando in quel paese il mondo da sé, e quindi essendo regolato senza massime e principii,così in un reggimento che affettava liberalismo venne condannato tirannicamente; ed in uno stato monarchico con forme tutte democratiche, cioè ineducatamente, avvegnaché sempre villana fu democrazia.

Il rumore di un tale sciocco, ingiusto e villano procedere giunse all’orecchio dell’autore dei Pifferi di montagna antico avvocato del principe di Canosa. Egli volle nuovamente cimentarsi nel difendere il suddetto Signore calunniato sempre, né avvilito giammai dalla preponderante influenza liberalesca.

L’avvocato suddetto cercò sulle prime tutti i modi per comporre le cose colle buone. Cercò far conoscere agli autori delle dottrine che il mondo va da sé, che se questa volta nel giudizio usato avessero la menoma critica, avrebbono conosciuto che il Canosa non potea essere l’autore né dell’uno, né dell’altro opuscolo. Siccome se avessero avuto la menoma dose di malizia non si sarebbero fatti corbellare dalla fazione liberalesca, e dall’asino famoso, che senza palle avea mossa guerra di calunnia al principe di Canosa. In vista di potenti ragioni,

segue lavoro in pdf. fonte eleaml.org

 

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