Ziliani: “L’arbitro Gavillucci lo sa: la Serie A è razzista. L’incredibile caso di Sampdoria-Napoli”
Il fenomeno del razzismo negli stadi italiani desta sempre più preoccupazione. Paolo Ziliani ne ha parlato in un interessante articolo.
Interessante articolo di Paolo Ziliani sul Fatto Quotidiano in merito a quanto sta succedendo nel calcio italiano: “Ventisei dicembre 2018, sei giorni fa: a San Siro si gioca Inter-Napoli, per tutta la partita i tifosi dell’Inter ululano all’indirizzo di Koulibaly e lo insultano, i giocatori del Napoli chiedono più volte all’arbitro di sospendere la partita come da regolamento ma Mazzoleni non li ascolta. Nel finale, Koulibaly applaude ironicamente l’arbitro che lo ammonisce per un fallo di gioco: Mazzoleni lo espelle, il giudice sportivo squalifica poi Koulibaly per 2 giornate. Quando si dice amministrare la giustizia come peggio e più diseducativamente non si potrebbe”.
Ziliani prosegue: “Già, l’educazione. Del caso Koulibaly si sentirà parlare ancora, vista l’importanza della ribalta; ma chi penserà al ragazzino quindicenne di origini senegalesi del Bibbiena che il mese scorso, durante Bibbiena-Arezzo Football Academy valida per il campionato allievi toscano, dopo essere stato fatto oggetto per tutta la partita di entrate cattive e insulti razzisti ha perso la testa, ha provato a farsi giustizia da solo, è stato espulso e poi squalificato per 5 giornate, il che significa 40 giorni senza giocare? Per chi non lo sapesse: in caso di cori o insulti razzisti o discriminatori, l’arbitro è tenuto a sospendere momentaneamente la partita; che verrà poi sospesa definitivamente in caso di reiterazione delle offese alla ripresa del match. Non lo fa nessuno. O meglio, qualcuno ci sarebbe anche. Come l’arbitro Claudio Gavillucci che il 13 maggio scorso, durante Sampdoria-Napoli, sentendo la Gradinata Sud della Sampdoria urlare a squarciagola “Oh Vesuvio, lavali col fuoco!” fece quel che ogni bravo arbitro deve fare: sospese la partita, chiese all’altoparlante un annuncio di diffida, costrinse il presidente della Samp, Ferrero, a catapultarsi in campo per cercare di tacitare i tifosi e poi fece riprendere il match; che il Napoli, per la cronaca, vinse 2-0. Ebbene, a distanza di sei mesi sapete che fine ha fatto Gavillucci? È stato dismesso dai quadri della Serie A (unico bocciato e “per motivate ragioni tecniche”, recita il provvedimento) a dispetto della sua ancor giovane età (39 anni) e delle 50 partite già arbitrate in Serie A; e il 3 dicembre scorso è stato designato per arbitrare una partita del campionato Giovanissimi della zona di Latina, Vis Sezze-Samagor. Gavillucci, che in realtà è stato punito per aver fatto una cosa che non doveva fare (sospendendo Samp-Napoli ha creato un precedente pericoloso: ogni settimana in Serie A ci sono partite che devono essere sospese per continui e odiosi episodi di razzismo) è in piena guerra di ricorsi e contro-ricorsi: vedremo come andrà a finire. Ma così è. In Inghilterra c’è Roman Abramovich, proprietario del Chelsea, che per un episodio a sfondo antisemita che ha visto per protagonista un tifoso dei Blues non ha esitato a ritirare la tessera al supporter impedendogli di rimettere piede, a vita, allo Stamford Bridge. Noi invece nuotiamo nella melma. Perchè se quando Balotelli gioca in nazionale (vedi Arabia Saudita-Italia del maggio scorso) sugli spalti leggiamo striscioni come “Il mio capitano è di sangue italiano”, dovremmo forse meravigliarci se nel campionato esordienti del Veneto, partita Pegolotte-Cartura (10 novembre 2018), il match viene sospeso per gli insulti razzisti dei genitori ospiti a un ragazzino di colore del Cartura? Genitori, abbiamo detto”.