Cialdini peggio di Hitler, uccise 5.000 meridionali per vendicare 37 assalitori piemontesi
Gela. All’alba del 14 agosto 1861, le truppe del generale Negri ricevettero l’ordine di entrare nel comune di Pontelandolfo per incendiare la città e fucilare gli abitanti, risparmiando solo i bambini, le donne e gli infermi. Il bersagliere Carlo Margolfo descrisse nel suo diario come le truppe si posizionarono sui monti circostanti. Una cinquantina di briganti cercarono di creare un diversivo per allontanare i militari dal paese. Nel dispaccio del capitano Cecconi di San Lupo, si riferiva a 21 cadaveri ancora insepolti, il che permise la raccolta di armi e munizioni. I soldati avevano l’ordine di attaccare il paese, snidare i briganti e incendiare la cittadella.
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