Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

CANTO DEI SANFEDISTI 1800

Posted by on Giu 13, 2021

CANTO DEI SANFEDISTI 1800

A lu suono de grancascia
viva lu popolo bascio
a lu suono de tammurielli
so’ risorte li puverielli;
a lu suono de le campane
viva viva li populane
a lu suono de viuline
morte alli Giacubbine!

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Interpretazione del Canto dei Sanfedisti

Posted by on Apr 11, 2021

Interpretazione del Canto dei Sanfedisti

Ritornello incita alla rivolta al suono della Carmagnola (Sona sona, sona Carmagnola) e poi rafforza il suo invito dicendo “suona l”adunata, o il consiglio, viva il Re e la sua famiglia!”. Nella prima strofa si richiama il popolo alla guerra, ogni strumento è in funzione della rima per un popolano o per il nemico da abbattere: la grancassa per il popolino, il tamburello per i nullatenenti, la campana per il popolo (artigiani ecc.) e violino per spiegare il motivo della lotta, cioè cacciare i giacobini.

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LA SPEDIZIONE DEI MILLE-STORIA DOCUMENTATA DELLA LIBERAZIONE DELLA BASSA ITALIA DI OSVALDO PERINI ESULE VENETO (X)

Posted by on Mag 21, 2025

LA SPEDIZIONE DEI MILLE-STORIA DOCUMENTATA DELLA LIBERAZIONE DELLA BASSA ITALIA DI OSVALDO PERINI ESULE VENETO (X)

LIBRO X

Marcia a Salerno. — Entrata in Napoli

I.— Se pure Francesco II aveva un istante potuto sperare che la costituzione valesse a ricondurre nel Regno la tranquillità e la pace, gli avvenimenti sopraggiunsero tosto a trarlo dai sogni dorati e a dissipare ogni vana illusione. Invano la diplomazia esauriva i suoi sforzi a galvanizzare un cadavere per metà putrefatto: invano i Napoleonidi cospiravano colle tradizioni italiane a rassodare sul capo del giovine Re la pericolante corona di Ferdinando II. Ispirata alle idee di un secolo intieramente diverso dal nostro, la monarchia napoletana era condannata a sfasciarsi al primo urto dell’Italia risorta. Il trono di Francesco Il avrebbe abbisognato per reggersi che l’Austria fosse eternamente rimasta dominatrice della valle del Po ed avesse continuato colla sua mana di ferro a comprimere l’intera penisola. Gli Italiani non domandavano al governo di Napoli leggi o riforme: non era la libertà od il patto costituzionale, ma il dominio stesso dei Borboni che i tempi ed errori infiniti avevano reso impossibile.

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