Bari e la leggenda di Kiev
Una interessante cronaca russa ci tramanda l’impresa di sessantadue marinai pugliesi che, nel 1087, trafugarono a Myra, nell’odierna Turchia, le spoglie di San Nicola, trasportandole a Bari. Tutto è ricostruito in “La leggenda di Kiev” del metropolita Efrem. Riportiamo i passi salienti dalla pubblicazione curata da G. Cioffari, nel 1980.
Nell’anno 1088… avendo gli Ismaeliti, per decreto divino e disegno dell’Altissimo, invaso il territorio greco al di là del mare… tutti gli uomini che si trovavano colà trucidarono, le donne e i bambini li ridussero in schiavitù, e le loro case diedero in preda alle fiamme; spogliarono poi chiese e monasteri, e le loro città presero sotto il proprio dominio. Saccheggiarono allora anche la Licia, ove riposava il corpo di S. Nicola, corpo prezioso, corpo degno di ogni venerazione, corpo che operava prodigi meravigliosi e gloriosissimi… Nostro Signore Gesù Cristo non poteva, però, sopportare che il suo servo fedele giacesse con i suoi resti mortali in un luogo desolato dove non avrebbe potuto essere glorificato da nessuno…
C’era in quei giorni nella città di Bari, nel territorio tedesco, un sacerdote devoto, amante di Cristo e giusto. A lui apparve San Nicola: “Vai a dire agli uomini e a tutto il consesso ecclesiastico che vadano a prendermi dalla città di Myra e che mi pongano qui. Non posso, infatti, restare in quel luogo desolato, avendo Dio così permesso”. Ciò detto, si allontanò. Giunta l’alba, appena alzatosi, il sacerdote mise al corrente tutti gli uomini dell’avvenuta apparizione da parte di San Nicola… E così, lì stesso, designarono degli uomini stimati e timorati di Dio, affinché, con tre navi, andassero a prendere il Santo. Questi, pertanto, avendo fatto un carico di frumento, facendo credere di andare per una missione commerciale, salparono. Giunsero ad Antiochia. E, dopo aver venduto il frumento e tutta la mercanzia, comprarono ciò che era conveniente per loro. Avendo poi i Baresi ricevuto notizia che i Veneziani che si trovavano lì avevano intenzione di andare prima di loro a prendere le reliquie di S. Nicola, si affrettarono e partirono senza ulteriori indugi; giunsero a Myra, nella Licia, e attraccarono al molo della città. Tenuto quindi un consiglio, e prese le armi, entrarono nella chiesa di S. Nicola. Qui trovarono quattro monaci, ai quali chiesero ove fosse S. Nicola e (quelli) mostrarono loro la tomba ove giaceva S. Nicola. Essi, quindi, dopo aver scavato il pavimento della chiesa, trovarono l’urna piena di manna. Versarono la manna in degli otri, presero le sue reliquie come pure l’urna in cui erano state le reliquie di S. Nicola e le portarono sulle loro navi. E ripresero il mare, avendo lasciato due monaci a Myra, mentre gli altri due accompagnarono le reliquie di San Nicola. E puntarono verso Bari, dall’altra parte del mare. Partirono dalla città di Myra nel mese di aprile, il giorno 11. Arrivarono nella città di Bari il mese di maggio, il giorno 9, di domenica verso l’ora del vespro. Videro i Baresi che stavano arrivando con le reliquie di S. Nicola da Myra, e tutti i cittadini uscirono per andargli incontro, uomini e donne, dai piccini ai grandi, con candele e incensieri, e le accolsero con gioia e onore grande; e le posero nella chiesa di S. Giovanni il Precursore presso il mare… Molti doni portavano al Santo, oro, argento, stoffe preziose. I cittadini avevano visto infatti i suoi miracoli gloriosissimi, ed esultavano di gioia assai grande. E gli costruirono una chiesa meravigliosa, che è grande e bella, dedicata al nome del santo uomo di Dio e padre Nicola. E gli batterono un’urna d’argento e d’oro.