LE CRONACHE E GLI ATTI. TUTTA LA VERITA’ SU UN “PASSATO CHE NON VUOLE PASSARE”
I NOVANTA GIORNI DI GARIBALDI IN SICILIA
LA PARTENZA DA QUARTO
Il 6 maggio Garibaldi partí con 1.089 avventurieri da Quarto sui vapori Piemonte e Lombardo, concessi dal procuratore della compagnia di Raffaele Rubattino, un tale G.B. Fauché, affiliato alla loggia “Trionfo Ligure” di Genova. Le due navi erano state acquistate con un regolare atto segreto stipulato a Torino la sera del 4 maggio alla presenza del notaio Gioacchino Vincenzo Baldioli tra Rubattino, venditore, e Giacomo Medici, in rappresentanza di Garibaldi, acquirente. Garanti del debito furono il re Vittorio Emanuele II e Camillo Benso conte di Cavour, come da accordi avvenuti il giorno prima a Modena con Rubattino, presenti anche l’avvocato Riccardi e il generale Negri di Saint Front, appartenenti ai servizi segreti piemontesi e che avevano ricevuto l’incarico dall’Ufficio dell’Alta Sorveglianza Politica e del Servizio Informazioni del presidente del Consiglio.
I lager non sono un’invenzione dei nazisti: già 150 anni fa i Savoia, hanno massacrato in Piemonte e Lombardia migliaia di soldati borbonici, rei di non essersi sottomessi al loro dominio. Vi dice qualcosa Fenestrelle? In seguito, i savoiardi pensarono di estendere il trattamento all’intero Mezzogiorno recalcitrante. Comunque “i meridionali dovrebbero essere deportati in un luogo disabitato e lontano migliaia di chilometri dall’Italia. In Patagonia, per esempio”.
Qualche anno fa e fino ai giorni nostri, abbiamo registrato e divulgato su i nostri canali trasmissioni “storiche” e “artistiche” con studiosi, ricercattori, storici e artisti provenienti da tutta italia e per la prima volta abbiamo dedicato una serie ai fatti storici del triennio 1796-99 che abbiamo intitolato“Vandea Italiana”. In molte trasmissioni il patriarca dell’alta Terra di Lavoro Raimondo Rotondi e autore dei testi in lingua laborina dello spettacolo“Voci, suoni e canti di Briganti in Terra di Lavoro”, ci ha regalato, sempre in lingua laborina, dei monologhi sulle trasmissioni andate in onda di volta in volta ed oggi vi facciamo ascoltare il suo pensiero su Giuseppe Garibaldi
Il 7 settembre del1860 Giuseppe Garibaldi entra a Napoli con pochi fidi precedendo di due giorni l’armata attardata in Calabria. La città è ancora presidiata da 6.000 soldati borbonici che se ne stanno disciplinati nelle caserme.
Panorama della «città vecchia» di Cosenza [Il testo del Boggio]
La dittatura è fatta sinonimo di anarchia; – di qua e di là del Faro non sono più leggi, non è più amministrazione regolare, non tutela delle persone e delle proprietà, non tribunali, non ordine, nulla insomma di ciò che costituisce il vivere civile di uno Stato.