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“Ciuccio fa tu”! Il simbolo del Napoli dal cavallo al ciucciariello

Posted by on Feb 23, 2019

“Ciuccio fa tu”! Il simbolo del Napoli dal cavallo al ciucciariello

Una squadra così importante perché ha scelto un animale così poco nobile per farsi rappresentare? In realtà questo animale è più importante di quello che si pensa. Partiamo dal principio. « Cchiú ca nu cavallo, me pare ‘o ciuccio de zí Fechella: nuvantanove chiaje e ‘a coda fraceta ». Così recita un vecchio proverbio. E’ proprio da qui che partiamo per capire la storia del “Ciuccio” simbolo del Napoli. Per capire e conoscere questa storia dobbiamo andare un po’ indietro nel tempo, a quando la squadra partenopea faceva fatica a farsi spazio tra le grandi della Divisione Nazionale. Ci troviamo nella stagione calcistica 1926-27 anno in cui il Napoli aveva come stemma “il cavallo rampante” ma di rampante oltre al cavallo c’era ben poco. Dobbiamo infatti “tristemente” ricordare che in quell’anno il Napoli conquista un solo punto, ottenuto da un semplice pareggio e chiude l’anno con ben 61 gol incassati nelle 18 partite disputate. I giornalisti sportivi dell’epoca, si sbizzarrirono nella satira, e così un noto settimanale dell’epoca , ” il “Vaco ‘e pressa”, paragonò in una vignetta, con disegnato un asino ferito e bendato, il Napoli al “ciuccio di Fichella” con la scritta,  ” Ato ca cavallo sfrenat,  a me me pare o ciuccio e fichella, trentaseie chiaje (piaghe) e ‘a coda fraceta” “.

Spieghiamoci bene. Nel periodo, nel Rione Luzzatti, girovagava un vecchio contadino, soprannominato ” Zio Fichella” insieme al suo vecchio e ormai morente asinello, pieno di piaghe e dalla coda marcia, che carico di fichi, faceva pochi metri e si abbatteva al suolo. A questo era stato paragonato il Napoli, una squadra che non riusciva a percorrere pochi metri che l’avversario lo risucchiava in un vortice di sconfitte, capirete che il paragone era inevitabile. Così i tifosi partenopei non lasciarono correre questa storia e la goliardica espressione si diffuse nella città. Siamo ora al 1930 quando il ” ciuccio” fa la sua prima apparizione nello Stadio, durante la partita Napoli-Juventus, partita dove i partenopei stavano soccombendo sotto una Juve che incalzava sempre più sul campo da gioco con un netto 0 a 2, quando d’un tratto la rimonta della squadra fa sognare i tifosi. La partita finisce 2 a 2. I tifosi napoletani, o meglio dire i napoletani in generale, sono molto scaramantici si sa, e da allora “il ciuccio” diventa simbolo del Napoli, di una squadra che tornava, non a vincere, ma almeno a far sognare.

Scriveva Felice Scandone, fondatore del ” Il Mezzogiorno Sportivo” ….” Come e perché il “ciuccio” si sia trasformato in un bizzarro cavallino che quest’anno corre e corre (e come!) è ormai storia che tutti conoscono. Ma in quel di Napoli (e soprattutto in quelle tre confraternite di arcitifosi che sono la Torrefazione Azzurra, il Bar Brasiliano e la Birreria Amoroso) non vogliono sentirne di rinunziare al “ciuccio”. Forse perché si è, in fondo, sempre un po’ scettici, conoscendo la…natura del poco nobile animale (chi nasce asino non può morire cavallo…) forse perché si sono affezionati all’orecchiuto, forse anche perchè il “ciuccio” è più intonato alla rumorosa, schietta e caratteristica allegria napoletana.”  

E ricordiamoci ” Un giorno all’improvviso mi innamorai di te, il cuore mi batteva non chiedermi perché, di tempo ne è passato, ma sono ancora qua, ed oggi come allora difendo la città. Alé, alé, alé, alé, alé, alé TU SEI TUTTO PER ME”

fonte

https://www.jammway.it/la-storia-del-simbolo-del-napoli/

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