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Esoterismo/Gnosi nella Massoneria inglese dei “Moderns” (1730) (2a e ultima puntata)

Posted by on Giu 24, 2022

Esoterismo/Gnosi nella Massoneria inglese dei “Moderns” (1730) (2a e ultima puntata)

Nella scorsa puntata (vedi qui), esaminando il testo “Masonry Dissected” (London, 1730), ho mostrato la presenza di elementi di Esoterismo/Gnosi nel patrimonio simbolico e rituale della nuova Massoneria inglese, quella dei “Moderns” o Grand Lodge of England,  già a pochi anni dalla sua nascita (1717) e dalle sue nuove Costituzioni (1723). 

Proseguo con altri due testi massonici pubblicati a Londra nel 1730.

2.   A Defence of Masonry” (London, 1730)

In data 15 dicembre 1730, il giornale londinese “Daily Post” annuncia la vendita dell’anonimo testo («pamphlet») “A Defence of Masonry” che porta la data 1731 ed è una risposta al “Masonry Dissected” di Samuel Prichard che ho esaminato nella scorsa puntata. 

Il testo “A Defence of Masonry” è stampato anche nelle Costituzioni massoniche di James Anderson del 1738 in cui è precisato che la sua data di stampa è il 1730. Lo studioso massone George Oliver (1782-1867) ha attribuito “A Defence of Masonry” a James Anderson, autore delle Costituzioni della Grand Lodge of England del 1723 e del 1738. Lo storico massone Robert Freke Gould (1836-1915) lo attribuisce invece a William Warburton, vescovo di Gloucester, e in seguito, definitivamente, al massone Martin Clare [cf. D. Knoop – G.P. Jones – D. Hamer, The Early Masonic Catechisms”, The Second Edition, Published for the Quatuor Coronati Lodge, No. 2076, London, by  Manchester University Press 1963, p. 210 (210-225)]. 

Nel 2° capitolo di “A Defence of Masonry” l’anonimo autore affronta il tema del giuramento massonico contenente terribili punizioni, come rivelato da Prichard. L’anonimo difende la liceità della Massoneria e di quel giuramento massonico («an Oath upon the Subject of Masonry is at least justifiable and lawful»: cf. p. 213). Circa l’orrore di quella punizione («the Terror of the Penalty»), l’anonimo si mostra depistante: infatti egli afferma che la solennità del giuramento non aggiunge nulla all’obbligo ivi contenuto, e che un giuramento è vincolante anche senza alcuna punizione (cf. p. 213).

Nel 3° capitolo l’anonimo collega i Massoni ad antiche società o gruppi iniziatici: agli antichi Egiziani, a Pitagora, ai Pitagorici, agli Esseni, ai Cabalisti ebrei, ai Druidi (cf. pp. 215-219). Andiamo con ordine. 

L’anonimo massone è convinto che, sebbene la Massoneria si sia allontanata dalla sua originale purezza, comunque le sue fondamenta sono intere, le colonne essenziali del suo edificio possono essere riscoperte, perciò la Massoneria dovrebbe essere ricevuta con candore e stima, e venerata per la sua antichità (cf. pp. 215-216). 

Circa l’antichità della Massoneria, l’anonimo di “A Defence of Masonry” afferma che gli antichi Egiziani nascondevano i loro misteri religiosi sotto segni e simboli chiamati “geroglifici”. Essi avevano culto per Arpocrate, dio del silenzio, e per Iside, la loro grande dea. Pitagora fu iniziato agli antichi Misteri egiziani e la Massoneria è alleata all’antica disciplina pitagorica (cf. p. 216).  

Ecco i punti di contatto che l’anonimo vede tra Pitagorici e Massoni: il candidato ai Misteri pitagorici giura solennemente («a solemn Oath») che non rivelerà i Misteri ai profani. Le dottrine pitagoriche («the Mysteries of the Gods») erano trasmesse oralmente, a memoria, mai per iscritto. Gli adepti («the Initiated») comunicavano attraverso segni e alcune parole particolari («Signs», «Words», «WatchWords»).

L’anonimo di “A Defence of Masonry” prosegue citando un altro caso che avvicinerebbe i Massoni all’antica disciplina pitagorica…  Un cattivo fratello («false Brother») dei Pitagorici ruppe il suo giuramento e mise per iscritto i segreti della società pitagorica allo scopo di consegnare la dottrina pitagorica al pubblico disprezzo.  Fu subito espulso dall’associazione, venne abbandonato dai suoi “fratelli” come persona infame, fu considerato già morto («one dead»), quelli gli fecero già la tomba («the Pythagoreans, according to their Custom, made a Tomb for him as if he had been actually dead»).  Poi quell’uomo, a causa della vergogna e della disgrazia in cui era caduto, divenne pazzo e disperato, si uccise con le sue mani tagliandosi la gola («he cut his Throat» ) e dopo morte la sua memoria fu aborrita e il suo corpo, abbandonato sulla spiaggia («his Body lay upon the Shore»), non trovò alcuna sepoltura se non nella sabbia del mare («had no other Burial than in the Sands of the Sea»: cf. p. 217).   L’anonimo fa ben capire di voler collegare consapevolmente l’episodio del pitagorico traditore con la pena del giuramento massonico riservata agli spergiuri e traditori (taglio della gola, corpo nella sabbia) e quindi con Samuel Prichard…

L’anonimo definisce gli Esseni come Pitagorici ebrei («The Essenes among the Jews were a sort of Pythagoreans»), i quali avevano a cuore la fratellanza, avevano due gradi iniziatici, vestivano di bianco, erano vincolati al segreto, nascondevano ai profani i loro Misteri (cf. pp. 217-218).

Poi l’anonimo cita i Cabalisti definendoli setta impegnata in cerimonie nascoste e misteriose. L’anonimo scrive che gli Ebrei avevano grande riguardo per questa Scienza [suppongo sia la Cabala], la suddividevano in Speculativa e Operativa:

«† The Cabalists, another Sect, dealt in hidden and mysterious Ceremonies. The Jews had a great regard for this Science, and thought they made uncommon Discoveries by means of it. They divided their Knowledge into Speculative and OperativeDavid and Solomon, they say, were exquisitely skilled in it, and no body at first presumed to commit it to Writing; but, what seems most to the present Purpose, the Perfection of their Skill consisted in what the Dissector calls Lettering of it, or by ordering the Letters of a Word in a particular manner» (p. 218, nota a pié pagina; in quella nota a pié pagina, l’anonimo autore cita due fonti sulla Cabala ebraica: «Collier’s Dictionary on the Word Cabale.   Basnage’s History of the Jews, Chap. On the Cabala»).

Poi l’autore di “A Defence of Masonry” menziona i Druidi, antichi sacerdoti della Britannia: trasmettevano la loro scienza a memoria, non scrivevano nulla dei loro Misteri e comminavano pene orribili a chi li divulgava ai profani (cf. p. 218).

Nel capitolo 4° l’anonimo massone illustra altre somiglianze tra riti e princìpi massonici e usi e costumi degli Antichi. Ad esempio il numero 3, molto menzionato in “Masonry Dissected” («the Dissection»), era già venerato dagli antichi Greci e Latini (cf. p. 219).  Il numero 3 indicava anche i poteri degli dèi («the Gods») suddivisi in 3 classi: «CelestialTerrestrial and Infernal», inoltre «Three Fatal Sisters, Three Furies, Three Names and Appearances of Diana» (cf. p. 220).

Circa il giuramento massonico riportato dal «Dissector» (ossia il Prichard di “Masonry Dissected”), l’autore di “A Defence of Masonry” osserva che tale giuramento somiglia a una forma illustrata da un antico scrittore in cui si dice che al candidato, posto in ginocchio, viene puntata una spada alla gola («a naked Sword pointed to his Throat»: cf. p. 220). Inoltre, il numero 7, pure menzionato dal «Dissector», era considerato numero sacro («Sacred») dagli antichi Egiziani («old Egyptians»), e così pure presso gli antichi Greci e Latini (cf. p. 222).

Poi l’anonimo di “A Defence of Masonry” collega il ritrovamento del cadavere di Hiram (descritto in “Masonry Dissected”) con un passo del 6° libro di Virgilio: Enea vuole incontrare suo padre Anchise, defunto, perciò contatta la Sibilla Cumana («the Cumæan Sybil»), la quale lo incoraggia a scendere negli Inferi («to descent into the Shades below») per parlare così con Anchise. La Sibilla raccomanda a Enea di portare con sé un Ramo d’Oro («a golden Bough or Shrub») che gli indicherà la direzione verso cui trovare Anchise (cf. p. 222). 

L’anonimo cita un brano di Virgilio, in cui si parla della discesa nel luogo oscuro degli inferi, regno di «Proserpina» (cf. pp. 222-223). L’anonimo osserva che Enea discese agli inferi («Æneas’s Descent into the Shades») per poter parlare con suo padre Anchise (il quale preservava il nome di Troia: «the great Preserver of the Trojan Name»), così i Fratelli Massoni («the Brethren») si misero diligentemente alla ricerca di Hiram per ricevere da lui la Parola Segreta della Massoneria («to receive from him the secret Word of Masonry»: cf. p. 223).

L’anonimo massone afferma che il posizionamento del ramo di «Cassia» da parte dei massoni sulla Tomba di Hiram all’altezza della testa («a Sprig of Cassia was placed at the Head of Hiram’s Grave»), richiama l’antico uso orientale di imbalsamare i cadaveri con la «Cassia», specialmente per preparare la testa («drying up the Brain»), come spiega Erodoto.  Il poeta Ovidio, narrando la morte della Fenice («the Death of the Phœnix»), scrive che anche la «Cassia» (Acacia) fu usata dalla Fenice nel preparare la sua fragrante pira su cui distendersi e consumare così nel fuoco il proprio sacrificio odoroso (cf. pp. 224-225).

Dunque l’anonimo autore termina il suo “A Defence of Masonry” suggerendo l’accostamento della morte di Hiram con la morte della Fenice…

3. “The Perjur’d Free Mason Detected” (London, 1730)

Ancora nel 1730 a Londra viene pubblicato un «pamphlet» di 32 pagine, il cui anonimo autore si firma semplicemente “Un Massone” («a Free Mason»). Il testo si intitola “The Perjur’d Free Mason Detected” ed è una risposta («a rejoinder») massonica al libretto di Prichard, “Masonry Dissected”. Il testo intende difendere l’onore e l’antichità della «the Society of Free Masons» e contiene anche un catechismo massonico a domanda e risposta. Vediamo alcuni elementi interessanti. L’anonimo massone apre il testo con una parte storica e precisa che ciò gli è lecito, che non vìola alcun giuramento, mentre ciò che riguarda la conduzione della società massonica e i passi attraverso cui essa è stata preservata, è un segreto  nascosto nei petti dei massoni fedeli («is a Secret hid in the Breast of the faithful») che non viene affatto scoperto nonostante gli sforzi di pochi traditori [cf. “The Perjur’d Free Mason Detected, 1730”, in “The Early Masonic Catechisms”, op. cit., 1963, p. 187 (187-209)].

Secondo l’anonimo di The Perjur’d Free Mason Detected”, il secondo figlio di Noé, «Ham or Cham», aveva un genio per l’architettura e la praticò nel mondo ante-diluviano, poi comunicò la Conoscenza («the Knowledge») alla grande assemblea nella pianura del Shinaar dove fu proposta la costruzione di una Torre fino al Cielo («to build a Tower up to Heaven»)… Solo un Maestro della Scienza Muratoria avrebbe potuto concepire un tale progetto («nothing but a complete Master of the Science of Masonry»)e così egli divenne Maestro-Costruttore… Ma l’opera non venne realizzata… Attraverso i discendenti di «Cham» l’Arte Muratoria si diffuse in Fenicia, Egitto, Grecia… Anche Hiram Abiff era fenicio (cf. pp. 187-188).

Apro una parentesi: come osserva anche lo studioso massone B.E. Jones, nella letteratura magica, almeno dal secolo XVI, Cam è associato alla magia nera (cf. B.E. Jones, Freemasons’ Guide and Compendium, London 1950, p. 314).

Torniamo al testo “The Perjur’d Free Mason Detected”. L’anonimo massone immagina una sorta di dialogo tra un Maestro Massone e un giovane massone instabile (probabilmente figura di Prichard, autore di “Masonry Dissected”); viene ribadito che il primo Maestro Massone nel mondo («the first Master Mason in the world») fu il costruttore della Torre di Babele («He that built the Tower of Babel»: p. 191). Circa l’orribile giuramento massonico («horrid Oaths for Secrecy»), il giovane massone dice di non dare ad esso alcun valore (cf. p. 193). Allora il Maestro Massone gli rimprovera di non dare valore ai giuramenti e quindi né a Dio e né al Diavolo («Mast.   Not value the  Oaths! Mr. Free Mason, say you so! What, are you arriv’d to such a Pitch that you value neither God nor Devil!»). Il giovane massone risponde che né Dio né il Diavolo hanno a che fare col giuramento e che lui intende far conoscere ai profani tutto ciò che sa della Massoneria, e guadagnare denaro. (cf pp. 193-194) 

L’anonimo autore di “The Perjur’d Free Mason Detected” risponde rimproverando quei massoni, nemici della Massoneria, che infrangono il loro giuramento massonico ritenendolo non vincolante alla loro coscienza in quanto non amministrato secondo la Legge o dinanzi a un magistrato (cf. p. 194).

Nella seconda parte l’anonimo massone immagina un altro dialogo tra un “vero Massone” («a True Mason») e «Mr. Samuel Prichard». Il “vero Massone” (indicato con la lettera «Q.») cerca di mostrare che Prichard («A.») è uno spergiuro, infedele a Dio (cf. p. 201) ma che tutto sommato Prichard non sa nulla di Massoneria e che non ha rivelato nulla di importante… Eppure il  “vero massone” («True Mason») di fatto dà ragione a Prichard poiché pubblica la stessa formula del giuramento massonico già rivelata da Prichard in “Masonry Dissected”: il Massone giura di non rivelare i Segreti della Massoneria che gli saranno rivelati, giura di non scriverli, né scolpirli, né stamparli, e giura tutto questo sotto pena di avere (in caso di tradimento o violazione del giuramento) la gola tagliata, la lingua e il cuore strappati, il corpo ridotto in cenere e le ceneri sparse sulla faccia della terra (cf. pp. 197-198).

Il “vero Massone” fa ben capire che la formula del giuramento pubblicata da Prichard è autentica (cf. p. 198) e accusa «Mr. Prichard» di aver spergiurato dinanzi a Dio e dinanzi all’Uomo («I tell thee to thy Face thou art forsworn in the Sight of God and Man») poiché il giuramento massonico è stato fatto alla presenza di Dio («in the Presence of Almighty God»: p. 201).

È interessante notare che l’anonimo massone equipara Samuel Prichard al Diavolo («D—-l», «the Devil»), in quanto (secondo l’anonimo massone) Prichard è spergiuro e falso contro Dio e contro l’Uomo (cf. pp. 203-204).  Eppure pubblicando il giuramento massonico anche l’anonimo di “The Perjur’d Free Mason Detected” diventa spergiuro. Insomma, sembra che nello spirito massonico, Dio e  il Diavolo siano sempre intrecciati…

Conclusione

 L’opuscolo “Masonry Dissected”, sebbene scritto da un ex massone, tuttavia riporta in modo sostanzialmente corretto la ritualità della Massoneria inglese dei “Moderns” degli anni 1720-1730. Può essere considerato, anzi lo è, un testo massonico. Infatti la prestigiosa Loggia di ricerca “Quatuor Coronati No. 2076” di Londra ha annoverato l’opera di Prichard in una raccolta di antichi catechismi massonici.  

Il testo “Masonry Dissected” fa intravedere il tema della morte simbolica del Maestro Massone. L’opuscolo “A Defence of Masonry” (più chiaramente massonico in quanto pubblicato in appendice alle nuove Costituzioni di Anderson del 1738) collega la Massoneria agli Antichi Misteri (Egiziani, Esseni, Pitagorici, Cabalisti, Druidi) e il Terzo Grado di Maestro Massone alla Discesa agli Inferi e alla Morte-Rinascita della Fenice…

Già la Ritualità Massonica di quel periodo, dal 1° al 3° grado, denota una operatività di tipo magico. Infatti al di là di Dogmi, Chiese e Religioni, la Massoneria pretende, attraverso i suoi Riti e Gradi, di attivare effetti sacrali: sacralizzare l’ambiente/Loggia, dare/mostrare la Luce (divina), attivare la morte simbolica nel/sul candidato Maestro…

Forse suo malgrado, persino il celebre studioso e massone inglese Harry Carr (Loggia “Quatuor Coronati No. 2076”) fa ben trasparire il carattere magico dei Lavori Rituali massonici, allorché nel suo libro “The Freemason at Work” [Lewis Masonic, Runnymede 19927 (19761)], a proposito dell’apertura della Loggia e di alcuni rituali massonici del secolo XVIII, scrive che il posizionamento in Loggia della Tavola di Tracciamento del Primo Grado di Apprendista e del Volume della Legge Sacra trasformavano la stanza (luogo profano) in un Tempio massonico (dunque, per i Massoni, Luogo Sacro): «It seems doubtful if there was any symbolism attaching to the Opening ceremony itself, until the Tracing Board was drawn or displayed and the V.S.L. was opened. Those were the items which transformed the room into a Temple, but although the V.S.L., Square and Compasses, and most of the emblems on the 1st T.B. were known and in use in c.  1730, symbolical explanations were still at a very rudimentary stage» (p. 318, corsivo del testo).

Nel 1950 il massone inglese Bernard Edward Jones (1879-1965; Past Assistant Grand Director of Ceremonies – United Grand Lodge of England – UGLE) pubblica la prima edizione del suo libro  “Freemasons’ Guide and Compendium” (George G. Harrap & Co. Ltd, London 1950), con la prefazione dell’allora Bibliotecario e Curatore del Museo della UGLE, John Heron Lepper (1878-1952; membro della “Quatuor Coronati Lodge No. 2076” di Londra). 

Jones collega il nucleo necromantico della Leggenda di Hiram (ottenere la Parola di Maestro da un Cadavere) alla Leggenda muratoria di Noé del Manoscritto Graham, databile 1672 o 1726.  Pur seguendo la “Authentic School”, Jones ammette la possibilità che la Leggenda di Hiram del Terzo Grado di Maestro Massone abbia radici necromantiche e rosacrociane (cf. pp. 314-318).  Come George William Speth (1847-1901), già Segretario della “Quatuor Coronati Lodge N° 2076”, anche Jones ammette che si può collegare la Leggenda di Hiram e la morte simbolica del Maestro agli antichi sacrifici umani muratori, compiuti per la fondazione o stabilità di nuovi edifici (cf. pp. 320-327). 

Dunque, oltre allo spirito sovra-confessionale e ai giuramenti cruenti della Massoneria degli anni 1720-1730ss., vediamo altri profondi motivi di incompatibilità tra la Massoneria di quel periodo e la Chiesa: Ritualità magica, Antichi Misteri, Morte Simbolica o Iniziatica… Elementi tuttora presenti nella Massoneria e nelle Massonerie.

Padre Paolo M. Siano

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