Alta Terra di Lavoro

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IL LOMBARDO PENSIERO DI ANNAMARIA PISANI

Posted by on Giu 28, 2020

IL LOMBARDO PENSIERO DI ANNAMARIA PISANI

Con lo scrittore Luca Doninelli, si allunga la lista dei lombardi presuntuosi, tronfi, avidi e arroganti dopo Feltri, Severgnini, Sala, De Bortoli, per citare solo quelli post covid ( andando un pò a ritroso nel tempo come dimenticare il sindaco di Cantù Bizzozero, che nel 2017 definì Napoli “una fogna infernale”: alla giusta indignazione da parte dei napoletani seguì l’invito dei consiglieri comunali a visitare la città partenopea per ricredersi (sic!); dopo le “scuse” e poichè il pensiero razzista di Bizzozero rimase invariato, com’era prevedibile, nel 2019 ci riprovò con “Meridionali di fatto da terzo mondo”; “Sud appendice africana che, a parte la pizza, esporta dorga, ndrangheta, camorra e cosa nostra”).

 L’allucinante intervista rilasciata da Toninelli (che stento quasi a credere abbia potuto conseguire qualche successo scolastico, dopo le esternazioni da troglodita) mette in luce una visione comune a molti lombardi grandeur che, con magnanimità accoglievano gli emigranti così rozzi, arretrati, una roba da terzo mondo: “Era già tutto nello stupore che gli emigrati meridionali provavano quando arrivavano a Milano. Appena scesi alla Stazione Centrale, si trovavano davanti il Pirellone. Comprendevano immediatamente di essere in un altro mondo, diverso da quello da cui venivano, ma anche dal resto d’Italia. Questo generava un’aspirazione e insieme un rancore: il desiderio di diventare come Milano, ma anche la considerazione che è facile essere Milano se hai tutte quello che ha Milano: collegamenti, ricchezza, opportunità, posizione geografica”. Ma i vaneggiamenti non finiscono qui e il Doninelli (sicuro che è scrittore?) forte del fatto che qualcuno lo abbia ascoltato senza mandarlo al diavolo prosegue: “Ho la sensazione che tra gli italiani e la Lombardia sia successo qualcosa di simile a quello che succede a un padre severo, che è sempre stato saldo, nel momento in cui si rivela fragile, incapace di far fronte alla difficoltà il figlio se la prende con lui, gli vomita addosso il suo disorientamento, perché scopre che anche il suo punto di riferimento è vulnerabile, e lo considera imperdonabile. Come dire: ‘Tu sei il capo del plotone, sei stato ferito: noi ora come accidenti ce la caviamo?”. Non pago e mostrando chiaramente di essere affetto da “disturbo delirante Doninelli si spinge a dichiarare ” Io Napoli senza le sue debolezze non la vorrei. Così come Roma tutta precisa non riuscirei a riconoscerla. Milano è la città che deve far dire: “Per fortuna c’è lei”. Bene, la diagnosi è confermata: Doninelli soffre di una patologia psichiatrica. L’inquietudine viene dal fatto che ad esserne colpiti siano molti lombardi che necessiterebbero di una terapia d’urto: un opportuno ripasso storico (ad libitum) di quando la Lombardia non era altro che una colonia dell’Impero Austriaco e come tale sottoposta a pressioni fiscali tali che se un colonizzato milanese avesse osato fare affermazioni come quelle di Doninelli avrebbe visto spalancarsi le porte, si ma del manicomio.

Annamaria Pisani

1 Comment

  1. Gentile Annamaria, ci sono lombardi “spacconi”, indipendentemente, ma non perché la Lombardia fu “colonia dell’Impero” come Lei la definisce, perché l’Impero d’Austria non aveva colonie, ed essere stato per un certo periodo parte di esso come lo erano altri popoli/stati che lo componevano, è in un certo senso aver vissuto un periodo sotto un buon ombrello per certi versi protettivo, come lo definì il vecchio ultimo grande imperatore Francesco Giuseppe…

    In fondo la Lombardia fu la Terra dei Comuni, anche se il famoso carroccio finì in Sicilia! E’ stata anch’essa preda dei francesi…”rosso magenta” (Magenta è un comune a nord di Milano) è per il sangue versato nelle acque del Ticino quando i lombardi cercarono di opporvisi…e sempre per le spartizioni successive divenne territorio d’Austria, e conobbe un periodo di pace e di formidabile sviluppo per l’epoca. La Lombardia non ha mare, ma molti fiumi sempre ricchi di acqua, che un tempo funzionavano come le nostre autostrade di oggi e facilitavano i trasporti delle merci oltre che le attività che richiedevano energia, come dappertutto, e furono irregimentate nello zone paludose della bassa pianura…Milano da mediolanun, cioè in messo alla palude!… Per il fatto poi che la vasta pianura aveva al nord la catena delle Alpi, questa parte dell’Italia fu sempre caratterizzata dai contatti con i paesi che ancor oggi si dicono d’Oltralpe… Dopo le scorribande napoleoniche, sotto l’Austria ebbe un periodo sicuramente florido di pace, che le permise di strutturarsi ed acquisire prestigio e divenne il cuore pulsante della pianura padana, e se nell’ottocento poi fu ridotta sotto i Savoia, sperimentò prima ancora di voi cosa voleva dire essere diventate colonia del Piemonte, con un Bava Beccaris che fece sparare sulla folla ridotta alla fame che non sopportava il rigore imposto… Perciò non prendetevela con i Lombardi che non sono certo vostri nemici, come non lo sono i Veneti, anche loro con l’Austria dopo la caduta della Serenissima sempre ad opera di un Napoleone, il III… perché non è a loro che è da imputare la vicenda predatoria del Regno delle Due Sicilie! Non sono I Popoli purtroppo a fare la politica…neppure ora che sono chiamati a votare, figuriamoci un tempo! I loro destini sono stati nelle mani di quelli che per bramosia di potere o prestigio personale li manovrano… e si sono serviti della dinastia più insignificante esistente all’epoca a Torino per guerre di espansione in combutta con esterni, inglesi e massoneria come sappiamo, gli uni interessati a piazzarsi nel cuore del mediterraneo per non lasciarlo alla mercé dei francesi che avevano aperto il canale di Suez, gli altri per sbarazzarsi del Potere del Papa e scardinare la sua influenza sui popoli…

    E’ stata come l’estensione della rivoluzione francese ideologica, che fece nel sette-ottocento quello che nel novecento fece la rivoluzione russa di Stalin…

    Noi oggi che siamo consapevoli dobbiamo lavorare per riaggiustare il tiro perché non è pace se i popoli non sono felici, e quando sono consapevoli di essere stati violentati per interessi che sentono estranei, non possono far altro che alzare la testa e lottare per riconquistare la propria dignità…che è la base della felicità a cui aspirano.

    Abbiamo tanta strada da fare…ma ci sostiene la speranza di arrivare alla meta! e finirla di marciare cantando come beoti che siamo schiavi di Roma!

    un inno diventato “nazionale” da poco per legge che ci disonora tutti!

    caterina ossi

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