Alta Terra di Lavoro

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LA QUERCIA DI DONATO di GIUSEPPE MORZILLI

Posted by on Gen 14, 2024

LA QUERCIA DI DONATO di GIUSEPPE MORZILLI

LA QUERCIA DI DONATOed altri antichi Patriarchi presenti nel territorio scurcolano

Lungo la via comunale dei Cappuccini, prima di arrivare al vecchio cimitero, a un chilometro e cento metri da Via Fonte Ciofani, in località Geppetti, a 800 metri sul livello dal mare, esiste una vecchia rovere, una QUERCUS PUBESCENS.

E’ la famosa quercia di Donato, longeva, tortuosa, malandata bisognevole di cure per aiutarla a vivere.

È posta, secondo le Coordinate Geografiche, Nord 42°03’ 960’’, Est 13°19′ 960’’, altitudine di 804,5 s/l/m; secondo la Cartografiche UTM fuso 33T Est 0361150, Nord 4658467, rilevato con lo strumento GPS (Global Positioning System).

La quercia di Donato di Scurcola Marsicana, l’albero dei nostri ricordi, delle nostre ascese per raggiungere la sommità del fusto e dominare la sottostante zona, quando nella giornata di lunedì di Pasqua, ai suoi piedi, si consumava la pagnottella con la frittata e la bottiglietta della gassosa riempita con un po’ di vino frutto delle vigne circostanti.

Nel 1996, secondo il postulato empirico della dendrometria, lo scrivente ha stimato l’età in sette secoli e mezzo di vita, per cui la pianta quasi sicuramente ricorda fra i numerosi eventi che si sono susseguiti nel nostro territorio, quello del 23 agosto 1268, quando nei pressi della Cardosa si combatté la famosa battaglia fra angioini e svevi erroneamente nota come “battaglia di Tagliacozzo”, più opportunamente “battaglia di Scurcola”, che complice papa Clemente IV, anche egli francese, fece di Carlo I D’Angiò il nuovo signore dell’Italia meridionale, segnando un nuovo corso nella storia d’Italia, ed avendo forti ripercussioni anche su quella europea.

La Quercia, prende il nome, secondo il racconto orale, da Donato, un antico proprietario, al quale tutti gli scurcolani devono essere grati, perché oggi, essa ha conservato e tramandato il nome del suo proprietario meglio di quanto avrebbe potuto fare una lapide, o un monumento.

Gli abitanti di Scurcola, i villeggianti, gli amanti della natura dei paesi vicini la conoscono, o hanno avuto rapporti con questa pianta.

Sullo spiazzo ombreggiato dalla sua chioma molti si fermano, ancor oggi, soprattutto nel periodo estivo a fare pic-nic. Tutti meno qualcuno cui la quercia deve dare un enorme fastidio visto che incendi di natura fortuita a suo danno periodicamente si ripetano, o forse fanno gola i possibili circa 140 quintali di legna da ardere che si ricavano dal suo abbattimento?

Negli anni Cinquanta del secolo scorso, sindaco Mario Colucci, la strada dei Cappuccini ha subito i lavori di ammodernamento; il progetto inserito nei cantieri scuola di inizio ricostruzione post bellico, ha compiuto una evidente deviazione che la strada ha dovuto subire all’altezza della Quercia, per aggirarla senza abbatterla o danneggiarla. L’aggiramento è ancor più evidente dopo i lavori di asfalto della strada, sindaco Nevio Frezzini effettuati nel 1989.

Si racconta in paese, che nelle adiacenze della pianta, in occasione dei lavori di scavo per la realizzazione della strada (1950), furono rinvenuti numerosi reperti archeologici, evidentemente il sito è importante.

La notizia è confermata da Fabiano Blasetti, il quale scrive, nel 1878 Eustacchio Tuzi facendo ripulire di sassi un suo terreno nelle vicinanze della Quercia ritrovò delle pietre rozzamente scalpellate appartenute ad una fabbrica di antica costruzione, in una delle tante pietre della recinzione uscì l’emblema del sesso maschile un fallo ciclopico segno della civiltà dei Pelasgi, la notizia riportata da Fabiano Blasetti nel 1898, fu successivamente ripresa nel 1982 in un libricino “L’altra Italia di Panorama” allegato al Settimanale stesso.

Gli alunni della scuola media di Scurcola, il 12 giugno 1998, hanno apposto al suo pedale, una pietra portante la scritta del suo nome per permettere al visitatore occasionale e ai male intenzionati di aver rispetto per la “vecchietta”, per il vecchio patriarca.

Anche la scienza cartografica ha tenuto la Quercia in debita considerazione: essa è, infatti, un punto di riferimento della topografia militare.

La pianta insiste su una piccola particella non archiviata, contraddistinta in catasto al foglio 6 numero di particella 435, del comune di Scurcola, ed è posizionata in prossimità di una piccola scarpata da un lato e la strada comunale dall’altra. L’apparato radicale, pertanto, è ricoperto, per il 50% circa, dell’asfalto della strada stessa.

All’occhio del visitatore che percorre la via in direzione dell’ex Convento, dopo una leggera curva sulla destra, sulla sinistra dell’asse stradale, appare maestosa, imponente nella parte sottostante, il cui fusto, a petto d’uomo, cioè a centimetri centotrenta dal piano stradale, secondo l’uso della dendrometria, misura m. 5,40 di circonferenza. 

Il tronco si presenta apparentemente integro, senza grossi danni meccanici. Il fusto nodoso e riccamente decorativo poggia su un robusto apparato radicale, che a secondo della posizione contribuisce ad esaltare la peculiarità visiva dell’osservatore.

Il tronco particolarmente decorativo accentuato dalle gibbosità presenti, è alto metri 3,10, dal piano di campagna dove si dipartono 7 branche dall’apparente età di un secolo, motivo per cui, in passato veniva certamente sgamollata per ottenere la legna da ardere.

Il fusto della Quercia nella parte basale e mediana presenta diverse gobbe, esse indicano la zona del ramo asportato, ora rimarginata, oppure provocate da potature irrazionali, lesioni apportate nel tempo.

Ancora, il fusto presenta occhi di bue, cioè cavità circolari, che indicano la mancata rimarginazione del tessuto del fusto sopra la zona di distacco del moncone, soprattutto sul lato est frontale.

Lungo il tronco, sul lato nord, esistono degli intagli sulla corteccia, alcuni più antichi altri più recenti. Sono stati apportati in varie epoche, soprattutto dai ragazzi, essi erano realizzati e impiegati come scalini per arrampicarsi sulla sommità del tronco.

La quercia di Donato non presenta le sembianze di paraboloide di Apollonio (forma tipica dei cedui), ma la sua struttura irregolare da le seguenti risultanze: a metri 0,50 dal piano di campagna lato strada comunale dei Cappuccini, essa misura metri 6,60 di circonferenza; a metri 1,00 misura metri 5,65; a metri 1,50 misura metri 5,33; a metri 2,00 misura metri 4,60.

Le branche che partono, presentano delle ginocchiature, che, prima si dirigono in orizzontali e successivamente diritte, con rami slanciati verso il cielo, fanno presupporre che in passato la quercia doveva avere più spazio intorno, senza motivi di competitività.

Guardando la pianta di fronte, all’altezza di metri 2,16 da terra, sul lato destro parte la prima branca che dopo l’allungamento verso l’esterno si innalza biforcandosi essa rappresenta la parte più alta della pianta, tanto da raggiungere l’altezza di metri 22,60 da terra.

Queste misure si riferiscono all’indagine effettuata dallo scrivente nell’anno mille novecento novanta sei.

Non fu possibile effettuare un carotaggio con il succhiello di Pressler (1), in quando sprovvisto dello strumento capace di perforare la pianta fino alla metà del tronco.

Poco più in alto, sul versante opposto, lato sinistro della posizione posteriore, con un andamento simile al precedente parte una branca che subito dopo si biforca.

Quasi al centro della pianta, parte in modo diritto una branca che raggiunge l’altezza delle altre due precedentemente descritte.

Tra i monconi posizionati al posto delle branche andate distrutte negli ultimi anni, (una distrutta da un vecchio incendio, la seconda rotta a causa dalla neve del venerdì santo 1995, la terza, con l’incendio del 2005), all’estremità, parte la branca più piccola, che si slancia sopra l’asse viario attuale. 

Dopo l’incendio e la nevicata, il 5 maggio 1995, lo scrivente inviava una lettera al Sindaco di Scurcola Marsicana Nevio Frezzini, segnalando le precarie condizioni della Quercia. … Seguitando così, con il rammarico di tutti, si racconterà ai nostri figli come nelle migliori fiabe “c’era una volta …”, spero che ciò non accada.

Già il 5 febbraio 1994 data la mia esperienza di docente I.T.P. R.O. nel Corso Esperto Forestale IPSA Avezzano invia una lettera al Sindaco Frezzini … Il nostro territorio, ha fra le altre, la fortuna di avere una pianta secolare stimata, secondo il postulato empirico della dendrometria in circa 750 anni di età. Essa è una Quercus pubescens, attualmente è alta mt. 22,50 con una circonferenza a petto d’uomo di mt. 5,65. Vive in località Geppeti, lungo la Via Comunale dei Cappuccini, nota come quercia di “Donato”.

La pianta è descritta nel Libro “ABRUZZO SESSANTA ALBERI DA SALVARE” ed. il Vantaggio Firenze di V. Capodarca.

L’albero, allo stato attuale presenta l’attenzione per qualche intervento, infatti la parte prospiciente la Via Comunale presenta una cavità, da cui entrano foglie, escrementi di uccelli, acqua ed altro che innescano processi di disfacimento e quindi sub strato sia per xinofagi che non.

Un incendio, fortunatamente spento in tempo utile, ha rovinato qualche branca e ancora, la crescita di erbe infestanti provocano danni a lungo andare letali per la sopravvivenza della quercia stessa. Mentre per le erbe infestanti si può ricorrere alla esportazione, le ferite del fuoco, vanno ripulite, disinfettate ed otturate con mastice.

Ben diverso, caro Sindaco, è l’intervento di cui ha bisogno la cavità. Infatti solo un intervento di dendrochirurgia può eliminare i danni sopra esposti. La dendrochirurgia, o chirurgia del legno, è la tecnica di risanamento delle ferite sugli organi legnosi e consiste nell’applicazione di una rete leggera a maglie fitte con colata di calcestruzzo.

In un piano di recupero e di valorizzazione il sottoscritto suggerisce:

1) di far effettuare un “carotaggio” per determinare l’età esatta dell’albero. Il carotaggio consiste nel trivellare con il succhiello di Pressler la pianta e contare il numero dei cerchi.

2) di mettere una targa in legno con inciso il nome e l’età es. Quercia di Donato anni …

3) di recingere con una staccionata di paletti di legno la circonferenza della pianta, tutto nel rispetto dell’ambiente. Lo scopo è quello di farla sentire protetta e quindi rispettata.

Nella speranza che questa lettera stimoli l’attenzione Sua e della Civica Amministrazione, mi rendo disponibile per ulteriori, preziosi suggerimenti.

Intanto il Sindaco aveva interessato la Regione e per essa l’Assessore all’Agricoltura Mario Panunzi, riportiamo quando è apparso sul quotidiano “Il Tempo” nella cronaca della Marsica … l’Assessore all’agricoltura Mario Panunzi ha dato disposizione di predisporre gli atti necessari per vincolare con apposito decreto presidenziale la Roverella di Scurcola, che secondo gli esperti ha circa 700 anni. Quindi la regione contribuirà alle spese per il mantenimento dell’esemplare e per effettuare un intervento speciale di dendrochirurgia. Il caso fu segnalato dal prof. Giuseppe Murzilli al Comune e alla Forestale.

Altri cittadini bersagliarono il Sindaco dello stato precario in cui versava la Nostra Quercia di Donato e il Sindaco comunicava loro che … con provvedimento n. 69 del 21.10.96 prot. 8802 si è provveduto ad apporre il primo vincolo di tutela all’esemplare “QUERCUS PUBESCENT comunemente conosciuta come Quercia di Donato.

Il 21.10.96 il Sindaco ordinava con provvedimento n. 69 prot. 8802 … di porre il vincolo alla pianta secolare, di stabilire una sanzione amministrativa di £ 500 a chiunque compia atti tali da rovinare danneggiare anche solo in parte il secolare esemplare monumento arboreo.

Passarono alcuni anni e l’Amministrazione che seguì a Frezzini non prendeva provvedimenti, allora si decise di coinvolgere direttamente l’Istituto Agrario “Serpieri” di Avezzano.

Il 26.01.1999, l’Istituto inviò una circostanziale richiesta di intervento accollandosi gratuitamente a sostenere l’intervento di Dendrochirurgia, impegnando i docenti Giuseppe Morzilli e Corrado Sterpetti.

… ll.mo Sig. Sindaco del Comune di Scurcola Marsicana. Oggetto: Ipotesi di intervento sulla “Quercia di Donato” sita in Via dei Cappuccini. Facendo seguito all’incontro avuto con la S.V. e con il collega prof. Morzilli, vengo con la presente ad informarla sulle caratteristiche dell’intervento da mettere in essere (con estrema sollecitudine), per salvaguardare la vitalità dell’esemplare in oggetto. Trattasi, invero, di un impegnativo e articolato intervento di Dendrochirurgia, che si giustifica con l’enorme valore paesaggistico, storico e culturale che lo splendido esemplare riveste nel contesto del territorio comunale e dell’intera regione. Infatti, i postumi dell’incendio subito dalla pianta negli scorsi anni, hanno reso precario lo stato di salute della stessa e, destano preoccupazione per 2 grosse branche principali prospicienti la strada, notevolmente danneggiate dalle fiamme. Una copiosa nevicata o un forte vento potrebbero, da un momento all’altro, provocarne la rottura definitiva, con grave pregiudizio per la pubblica incolumità e la sopravvivenza dell’intera pianta. Alla luce del sopralluogo diretto e delle indicazioni scaturite nel corso dell’incontro congiunto, si suggeriscono le seguenti azioni preliminari da effettuare a breve termine: 1) Realizzazione di idoneo sostegno (puntello o tirante in acciaio) per evitare la rottura della grossa branca laterale sovrastante la sede stradale. 2) Rimozione delle parti bruciacchiate e secche sulle 2 branche e del notevole materiale legnoso, in avanzata fase di marcescenza all’impalcatura della chioma; 3) Slupatura con sgorbiatura adeguata della parte librosa e legnosa, per poter asportare completamente le parti morte o deperenti, massicciamente attaccate da svariati parassiti; 4) Apposizione di opportuni preparati antifungini e battericidi per proteggere i tessuti vitali da ulteriori attacchi di organismi xilofagi e saprofiti e, realizzazione di canalicoli sgrondatori onde evitare pregiudizievoli ristagni idrici sopracaulinari: 5) Recinzione della base dell’albero, per evitare il transito sottochioma dei mezzi meccanici, l’indiscriminata salita di persone sulla pianta e lo scarico di materiale di risulta e rifiuti; 6) Puntuale tabellazione informativa sull’eccezionale valenza naturalistica dell’esemplare.

Dall’analisi sommaria dell’estratto mappale fornitoci dall’Ufficio tecnico comunale, si evince che la vetusta pianta insiste su una piccola particella di proprietà privata, confinante con la strada comunale e con altre 3 piccole particelle su una in particolare, ubicata a circa 10 m. dalla base dell’albero, è presente un rudere di edificio rurale che, in un’ottica di fruizione e valorizzazione dell’emergenza arborea, potrebbe rivestire una valenza strategica. L’idea potrebbe essere quella di adibirla a piccolo spazio attrezzato naturalistico-divulgativo sulle tematiche di Educazione Ambientale. Con queste urgenti operazioni minimali si potrà, comunque, garantire un più sereno futuro alla pianta e contestualmente offrire a tutta la collettività un bene di inestimabile valore, meritevole di essere incluso a pieno titolo nel novero delle bellezze e delle particolarità del vostro Comune. Inoltre, la meritoria opera del Prof. Capodarca, che sin dal 1988 aveva segnalato alla comunità scientifica questa splendida pianta, non rimarrà lettera morta e, alla luce dei contatti da me presi con la sezione Paesaggistica del C.N.R. di Napoli, ci sono buone speranze per un riconoscimento ufficiale, tramite Decreto Presidenziale e, forse anche di un piccolo intervento finanziario.

Il Dirigente Scolastico dell’I.P.S.A.A. Serpieri “di Avezzano, dove il sottoscritto e il collega Morzilli prestano la propria opera, ha mostrato vivo interesse per un coinvolgimento dell’Istituto, condividendo appieno l’idea di far” Adottare” simbolicamente e materialmente il grande Patriarca arboreo, da una classe della Qualifica per Operatori Agroambientali. Si resta in attesa di un riscontro e si coglie l’occasione per porgerLE cordiali saluti.

Non se ne fece niente.

Il 13 novembre 2007, sul quotidiano “Il Centro” è apparso un articolo “Paese mobilitato per salvare la quercia. Scurcola Marsicana, la pianta di 750 anni sarà sottoposta a un chek-up. Gli accertamenti saranno affidati a una ditta specializzata sotto il controllo dell’Università della Tuscia di Viterbo. Il sindaco Vincenzo Nuccetelli organizzava … l’operazione di tutela della quercia, un simbolo per il centro marsicano è stata promossa dal Comune in collaborazione con il Circolo Lega ambiente marsicano. Numerosi i sostenitori accorsi all’appuntamento in Piazza Risorgimento. Il vice presidente del Consiglio Provinciale Lorenzo Berardinetti, il presidente regionale di Legambiente Antonio Ricci, il vice Sindaco Antonio Bartolucci, l’assessore all’ambiente Luigi Sulpizi, il consigliere comunale e responsabile locale di Legambiente Elettra Di Cristofaro. Il Professor Giuseppe Murzilli dell’Ipsaa (esperto nel settore), le Associazioni Proloco, e Mani e Piedi.

Per l’occasione si era tenuto un Convegno e con la scolaresca di Scurcola tutti intorno per una foto con la Quercia.

Nel 2007-08 la pianta, affidata dall’Amministrazione Comunale, Sindaco Vincenzo Nuccetelli, ai tecnici dell’Università della Tuscia, ha subito un intervento di dendrochirurgia, è stata svuotata la carie e liberata dall’attacco delle larve dei Cossus (Elefantino), successivamente disinfettata. La pianta ora presenta una grossa cavità, che dal palco dei rami, arriva fino al piano di campagna.

Oggi la vecchia di sette secoli e mezzo, avrebbe bisogno ancora di cure di dendrochirurgia; un essere vivente della sua età, prima o dopo ci lascerà.

Una ripulitura con successiva disinfestazione, capace di eliminare o per lo meno limitare il proliferare dei parassiti artropodi, muridi e malerbe.

Si potrebbe tentare di riprodurla attraverso la micro propagazione.

Si prende un espianto dalla Quercia di Donato e si fa riprodurre in vitro. Dalla micropropagazione si ottengono piantine risanate e tutte identiche alla pianta madre, così da ottenere tutte piante figlie della quercia di Donato e conservare per sempre le radici storiche di un essenza vecchia di oltre sette secoli e mezzo.

Il progetto non è difficile da portare avanti, da un espianto attecchito, si riproducono (n) piante per ogni nuova piantina ottenuta, da reimpiantare per esempio nella pineta di monte San Nicola, andata distrutta dall’incendio del 20 luglio 2017.

Altri antichi Patriarchi 3 castagni

La collina scurcolana, nei secoli scorsi, beneficiava dei tepori del lago Fucino. Oltre alla presenza dell’olivo, il castagno prosperava con buone produzioni nella zona del Faito e delle Precocce e contribuiva, insieme al melo e al pero all’alimentazione dei residenti.

Delle numerose presenze di castagni sul territorio scurcolano, tre in particolare caratterizzano il passato.

Della castagna della “paterna” andata distrutta da un incendio, nemmeno un pollone ha assicurato la perpetuazione della specie, le altre due andate distrutte presentano polloni diventati alberi adulti.

1.La più importante castagna, ricordata con il nome “della paterna”, è ubicata, secondo le coordinate Geografiche, N42°03,9690′ E013°18,7161′ a 815,8 s.l.m. in località Faito.

La pianta fu distrutta da un incendio, la notizia riferita dagli eredi, fu di natura dolosa. La castagna della “paterna”, prende il nome dal nomignolo affibbiato alla famiglia di Angelo Valente, nato il 27 aprile 1869, di Vincenzo e Filomena Del Rosso fu Michele di Paterno.

Il castagno è riportata erroneamente nel libro “De SCURCOLA MARSORUM” di Dario Colucci alla pagina 105 con il nomignolo di castagna della “Anselma”, altra famiglia scurcolana.

L’incendio che la distrusse si verificò tra la fine del mese di novembre e i primi giorni del mese di dicembre del 1935.

Ruggero Valente, discendente della famiglia della “paterna”, riferisce che dopo diversi anni, lui ed il fratello Antonio, insieme allo zio “Dominico”, hanno riportato a casa le parti rimaste del patriarca dopo l’incendio, ancora utilizzabili per il camino.

Seguiamo il Colucci nella sua De SCURCOLA MARSORUM “Il suo fusto era alto dai 4 ai 5 metri dal livello del terreno. Dalla sommità del fusto partivano 8-10 alberi così verdeggianti, robusti e rigogliosi da poter “capitozzare” per fare la legna di 4 famiglie per un intero inverno”. Continua ancora il Colucci, “Raccontava zio Faustino che il fusto bruciato rimasto in piedi era uno spettacolo orrendo. Tutt’intorno si era formato un gran vuoto, e, dove prima l’ombra e la frescura la faceva da regine, arrivava il sole che asciugava e seccava tutto”.

Del vecchio patriarca, oggi non restano che pochi mozziconi di tronco, tutt’ora visibili che rendono l’idea del pedale della pianta.

Essa misurava sul lato nord-est m. 2.50 di diametro, mentre sul lato sud-ovest m. 3.10.

La misurazione approssimativa del perimetro della castagna, tenendo conto della irregolarità della stessa è di m. 10.10.

2. Castagno. Lungo la Via delle Precocce, al lato di un muro a secco costruito con le pietre di tufo del posto, distante un centinaio di metri, dalla castagna della “paterna” nella proprietà che fu dei “Sarachi”, insiste un’altra presenza andata distrutta più recentemente, sempre per un incendio anch’esso doloso. Secondo le coordinate Geografiche N42°03,9425′ E013°18,7845′ a 827,8 s/l/m.

Di dimensioni più modeste, dalla fustaia non completamente distrutta nuovi polloni, hanno assicurato, la sopravvivenza della castagna, per cui governata opportunamente, la stessa potrebbe fruttificare nuovamente.

L’altra presenza patriarcale si trova vicinissima alla quercia di Donato, distante qualche decina di metri, lungo la strada che collega via dei Cappuccini con via del Faito, secondo le coordinate Geografiche N42°03,9936′ E013°19,2038′ a 809 s.l.m..

Il castagno andato distrutto in passato, presenta tre nuovi polloni diventati alberi adulti, essi presentano danneggiamenti da incendio e dal cancro (2).

NOTE:

(1). Le misurazioni con la fettuccia metrica, il succhiello di Pressler e l’ipsometro Blume-Leiss furono possibili con la strumentalizzazione in uso all’Istituto Agrario “Arrigo Serpieri” di Avezzano, sezione Esperto Forestale, di cui lo scrivente era Docente unitamente con una classe ha scopo esercitativo.

(2) Giuseppe Morzilli. -Scurcola Marsicana “Città” dell’Abruzzo Marsicano fra Storia Storie Fatti Cronaca Vita Sociale, II Tomo stampato presso LCL sas Via Cavour Avezzano 2016, pagine 187-190.

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