Alta Terra di Lavoro

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LE OPERE ASSISTENZIALI NEL PASSATO DI SCURCOLA MARSICANA

Posted by on Set 19, 2023

LE OPERE ASSISTENZIALI NEL PASSATO DI SCURCOLA MARSICANA

Sin dai tempi antichi, nel mondo contadino dei nostri borghi, si prestava attenzione per il sollievo dei poveri, specialmente nel tempo di inverno e in quello della semina delle cibarie in cui si prestava grano, legumi e altri generi ai poveri, che lo restituiscono alla raccolta; l’opera intrapresa dai nostri avi, ha portato gran sollievo e soccorso alla cittadinanza, atto di cui è difficile dubitare viste le numerose carestie e le lunghe congiunture negative che il mondo rurale ha dovuto sopportare fino alla metà del Settecento.

Opera spesso curata dalle Confraternite.

Con il Concilio di Trento che fra le finalità vedeva un maggiore coinvolgimento al loro interno dei laici, si incrementarono l’espansione delle Confraternite, che tuttavia già esistevano dal Trecento, ma erano meno numerose (1).

Nei territori di quello che fu il regno di Napoli, esse sono sopravvissute attraverso la difesa dei riti legati alla devozione popolare; il motivo che muove la religiosità dei fedeli è sempre la tradizione che ha affidato anche alle Confraternite il patrimonio da custodire e trasmettere alle nuove generazioni di fedeli.

Da ricordare che le Confraternite laicali di Scurcola sono ben quattro e tuttora svolgono i loro compiti nel tessuto locale.

La confraternita del Suffragio è stata eretta il 25 settembre 1640, quella di S. Bernardino da Siena nasce l’undici gennaio 1455, secondo un documento del 1728 firmato con il segno di croce dai fratelli vecchi e probi, mentre una data più certa è quella documentata del 1572, quando il vescovo Diocesano Gio. Battista Milanese, il primo maggio firmava i Capitoli di erezione della Compagnia come veniva chiamata allora.

La confraternita della SS. Trinità calpestava gli acciottolati del vecchio borgo medievale, come riportato in un documento nel 1608, quando il Priore Marcello Bontempi, l’aveva aggregata all’arciconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini e Convalescenti di Roma.

Su quella del SS. Sacramento, le prime notizie certe relative alla Confraternita sono riportate in un documento in possesso dell’Archivio della Diocesi dei Marsi riguardante la confraternita del SS. Rosario, fondata con Breve di Gregorio XIII°, il 3 gennaio 1579; in tale documento si cita la congrega del SS. Sacramento di Scurcola. Secondo il documento, la Confraternita è istituita anteriormente all’anno 1539, come si rileva da una Bolla di Papa Paolo III, essa era aggregata alla Chiesa di S. Maria sopra la Minerva di Roma (2).

Le Confraternite concepite come stabili fondazioni ecclesiastiche, con propria organizzazione, capaci di avere particolari statuti, di accettare lasciti, di amministrare la loro cassa, di avere beni mobili e immobili in esclusivo possesso.

Le Confraternite laicali di Scurcola riunivano esclusivamente maschi in numero anche molto consistente: lo Statuto della Confraternita del SS. Sacramento per adeguarsi alle leggi Napolitane di metà Settecento nel 1780, presenta nello Statuto firmato dal re Ferdinando IV come 33 confratelli tutti letterati sottoscrivono di proprio pugno per avere il riconoscimento giuridico, il Regio Placit.

Nella confraternita di S. Bernardino (1784) sottoscrivono lo Statuto 23 confratelli di cui 10 in grado di esprimere la propria firma, il che sta a indicare il carattere di eccellenza sociale che viene ad assumere l’appartenenza a queste associazioni laicali, tra l’altro uno dei pochi poli di aggregazione istituzionale possibili in paese.

Le Confraternite offrono indicazioni preziose non tanto e non solo sulla vita religiosa locale ma anche sulla società e sull’economia delle comunità locali in quanto oltre all’incoraggiamento delle pratiche devozionali le Congreghe servono da un lato, come sappiamo, all’aggregazione di importanti segmenti di pietà locale in centri di potere autonomi da quelli civili, e dall’altro all’organizzazione della carità e dell’assistenza, esercitate prevalentemente attraverso gli istituti dell’Ospedale, del Monte di Pietà e del Monte Frumentario.

La confraternita del SS. Sacramento prima (1539) e quella della SS. Trinità (1671) dopo, gestivano l’Hospitale di via Romana (3).

Il Monte di Pietà è segnalato a Scurcola nel 1583 con un interessante intreccio tra cariche all’interno del potere civile e cariche nelle confraternite: gli uomini destinati a trasmettersi le cariche dei monti e a garantirne il corretto funzionamento sono pressoché gli stessi che governano le università. La cosa non deve stupire in quanto le due istituzioni hanno un ruolo cruciale nel mantenimento del delicato e a volte precario equilibrio economico.

I Monti di Pietà aiutavano a condizioni favorevoli gli individui che hanno bisogno di piccole somme su pegno a breve scadenza; mentre i Monti Frumentari, costituivano la grande scorta pubblica di cibo, di sementi, di quanto risultava necessario al nutrimento e alla sussistenza di una comunità di persone, insomma, di proteggere tutta la popolazione nei momenti di ristrettezza economica e alimentare, circostanze che si ripetevano troppo spesso. Agivano soprattutto in inverno e nei periodi delle semine, allorquando, spesso le scorte erano terminate e il Monte, prestava grano, legumi o altro e i cittadini lo restituivano alla raccolta, come si legge negli Statuti, portando spesso grande sollievo e aiuto alla popolazione stessa.

Del Monte di Pietà scurcolano abbiamo parlato in un’altra parte.

A supporto di quando stiamo analizzando, attingiamo dal libro Cartulario della Confraternita del SS. Sacramento di Scurcola Marsicana (4).

La confraternita del SS. Sacramento organizzava le questue (cerche) per il paese, nella terza domenica di ogni mese, necessarie per finanziare l’attività confraternale.

Nel 1578 … per la cerca in Santo Antonio 0.81, più tanti pigliati nella cerca de Sa Mattheo 1.10, per la entrata d’elemosina et offerta di Santo Sebastiano poi pagati li frati e lo predicatore 3.71 ¼, lo pagato de preti et frati et anco le predicatore sono stati carlini quattordici dui denari de bastoncelle quattordici de una tovaglia et have hauta la moglie de Zacheo, per tanti recevuti de ova et elemosina pane venduto per un fazzoletto un mezzo panno et una tovaglia 7.23. Le uova, lo zucchero, la carne ed altri alimenti veniva portato nelle carceri, per il mantenimento dei carcerati.

Il soccorso verso i deboli avveniva attraverso il prestito del grano, non solo in tempo delle semine, ma, anche occorrente per fare il pane.

Nel 1579 la confraternita del SS. Sacramento dava in prestito in marzo … lo grano imprestato ai poveri secondo è stato dichiarato da tutti confratelli Santissimo nell’anno 1579. Ritirato da Jo(vanni) Berardo de A(m)brogio Retundo, Domenico Paglione, Jo(vanni) Battista e fratelli de Riccardo, Leonardo Di Pietro Coluccia, Jeronimo Cola Pietruccio, Tomasso di capo al lupo, Scipione il Petrilluso, Jo(vanni) Maria de Valerio Rocche, Jo(vanni) Pavolo Bucceri, Donato Bucceri, Baculato 7(Sette)coppe, Jo(vanni) Santo de Cesile e Berarda sua madre, Berarda de Santo, Francesco de Ambrogio Belli, Sabatino Paluzzo, Antonio de Galle, Checco Corazza, Jo(vanni) Francischo Pagliuca, Dominico paesano, Jo(vanni) Dominico de Giacomo de Luciano, Valerio Rocche, Scienza de Chianice, Felicia della lorba, Santarella de Chiarice, Jo(vanni) Battista de Giacomino, frate Cola Ciavatta, Franco de Gallo, Federico Serecola e sua figlia, Battista di Magliano, Pavolo Ciarallo, Jo(vanni) Domenico di Antonio Rotundo, Saporito, Nicola de Nardone, Lucrezia de Federico Serecola, Pietro de quatrino, Jo(vanni) Santo Ramaro, mastro Cherubino, Aclario de Rotundo, Jo(vanni) Berardo alias sacra, Anzino de Anzino pagato a Cherubino, Salvatore Coluccia, Luciano 7(Sette)coppe, Domenica 7(Sette)coppe, Marcantonio Roccho, Jacomo Taversa, Alessandro Bellarosa, Ercole de Juliano, Corazzitto l’insolitu, Jo(vanni) Domenico il froscia, Ambrogio Luciano Silvestri, Antonio de Belli, Pietro il froscia e Lena sua moglie, Angelo Antonio Bioso, Tomasso Settecoppe, Jo(vanni) Rubino, Jo(vanni) Matteo de Amicis, Gio(vanni) Battista de Abate, Mastro Giulio Curto, Gio(vanni) Battista Rullo, Riccitello, Gio(vanni) Maria Trombetta, Francesco de Petitto, Jacomo Carcagno.

Nel 1580, si imprestavano i legumi … le cicerchie imprestate da me Scipione a 2 compagni, Magnifico Bucceri cicerchie coppe due, altra meza coppa Jo(vanni) Battista frate co la coppa una alla medesima, Querrino coppe due di cicerchie resta ad due meza coppa resta dar coppa meza, Luciano 7(Sette)coppe presa coppa due cicerchie. Lo grano prestato cioè larramatura, reso da Timoteo have tutto il prestito coppe due, da figlia de Santo da una coppa tre e meza, da Cesile coppa una, Scipione di Pietrellino due coppa, ripigliato e messo nell’arca insieme ad quello delle elemosine, la tela venuta da Roma per far li sacchi costa ducati sei grana otto 6 08, Pietro di Giulio marrocco have fatto tre cialde per far i sacchi mota carlini otto e due grana 0.82, Matteo Coluccia have accondo tre meza di tela dalle pagate a Cicatiello 0.95.

Mostriamo uno spaccato della confraternita del SS. Sacramento dell’anno 1637, … Il grano imprestato nell’anno a: Berta de Cesoli coppe 2, Bartolomea Cesoli coppe 2, Antonia di Pesatela coppe 2, Pietro Grosso coppe 2, Lino Gallo coppe 2, Pietro di Giulio coppe 2, Bernardo Menarisce coppe 2, Dominico Paglione coppe 2, Damiano Paglione coppe 2, Thomasso Martini coppe 2, Alesandro Bellarosa coppe 2, Pulcheria 7(Sette)coppe coppe 2, Luciano coppe 2, Renzo de Bartholomeo coppe 2, Clarice de Donato coppe 2, Lucia di Pellegrino coppe 2, Biaso Gelone coppe 2, Carmino Bellarosa coppe 2, magnifico Fabio Rocco coppe 2, Angelo Antò(nio) Bioso coppe 2, Amico Martino coppe 3, Jo(vanni) Patriarca coppe 1, Maria di Cese coppe 2, Thomea Retunno coppe 2, Dominico del Guerre coppe 2, Lorito Silvestro coppe 2, Jo(vanni) Sabitto coppe 2, Scipione Pietro coppe 2, Gio(vanni) Battista Paglione coppe 2, Hercole Giuliano coppe 2, Gio(vanni) Bernardino Petrucci coppe 2, Chiarice coppe 2, Antonia Saporito coppe 2, Mattheo Bioso coppe 2, Gio(vanni) Pasquale Liborio coppe 2, Bartholomeo coppe 2. Le persone che hanno recevuto detto grano sono le seguenti: Mattheo che compone l’altro libro 21 grano, Mattheo di Lecce coppe tre, Il Dottor Pasquatio Bucceri coppe sette, Gio(vanni) Battista Mantelli coppe tre, Domenico Carcagna coppe sei, Gio(vanni) Retunno coppe tre, Domenico Martino alis tamurino coppe quattro, Pietro di Hortentio di Sorbo coppe cinque, Felice Jacola coppe sei, Alisantro Cico coppe sei, Filitiana Niccari coppe sei, Paduano Veronese coppe tre, Julia Veronese coppe sei, Domenico Bucceri coppe sette, Jamartino Martini coppe quattro, Gio(vanni) Battista Bontempi coppe sei, Flaminio Bontempi, Mastro Jacomo Lombardi coppe sei, Donato Coletta coppe sei, Gio(vanni) Domenico Giuliani coppe sei, Marcantonio Damia coppe tre, Jacomo Calizza coppe tre, Francesco Bellarosa coppe sei, Marcantonio Martini coppe sei, Francesco Roncheri coppe sei, Gio(vanni) Battista di Battista coppe sei, Gio(vanni) Pompei coppe sei, Martio Guerra coppe quattro, Renzo Ruberti coppe sette, Domenico di Pietro Julio coppe quattro, Domenico Carduccio coppe sei, Alisandro Visardi coppe dui, Francisco Palermo coppe tre, Mattio Guerre coppe cinque, Stefano Coluccia coppe sei, Berardino Ciarallino coppe nove, Federico di Santa Natoglia coppe sei, Domenico Retunno alias ambrositto Vitorso coppe tre, Domenico di Meo coppe tre, Mastro Giulio Cesari Gradamonte coppe tre et mezzo, Gio(vanni) Belli coppe una, Santo Ramaro coppe dui, Paduano Ramaro coppe sidici, Mattio di Lecce coppe tre Gio(vanni) Carlo coppe quattro, Frabizio Cartica coppe sei, Maria Tellona coppe dui, Fabiano Galle coppe sei, Gio(vanni) Retunno coppe sei, Tiberio Damia coppe quattro, Mastro Marcantonio Biosi coppe sei, Geronima Cartica coppe tre, Gio(vanni) Battista di Battista coppe tre, Gio(vanni) Paolo Tortora coppe cinque, Don Soccorso coppe sei, Gio(vanni) Martino coppe sei, Gio(vanni) Maria coppe tre, Liddia coppe tre, Gio(vanni) Battista Belli coppe sei, Mastro Belardino Coluccia coppe sei, Don Gieronimo Bucceri coppe sei, Gieronimo Coluccia coppe cinque, Domenico di Meo coppe tre, Bartholomeo di Meo coppe tre, Cintia moglie di Ferrante una coppa, Lella Mantelli una coppa di favi, Francesca Cifalotta mezza coppa di fave, Vittoria di Lecce un quarto di fave, Gianpaolo Tortora coppe sei, Giovanni Roccho coppe tre, Lorito Ruscio di Magliano coppe sei, Donato Coletta coppe sei, Andre Carusotti coppe doi, Felippo d’Albe coppe tre, Giuseppe Pantano coppe quattro, Geronima Tortora coppe tre, Pietro Juliano coppe cinque, Bartholomeo Petruccio coppe cinque, Bartholomeo Jacola coppe tre, Virgilia Ciarallino coppe una, Domenico Pantano coppe cinque, Natalo di Marcella coppe tre, Gio(vanni) Battista Ferrelli coppe sei, Filippo d’Albe coppe diece, Gregorio Savelli coppe quattro, Pietro di Rosciolo coppe tre, Pietro Ricardo coppe tre, Domenico Visardi coppe sei, il Cap(itano) Geronimo Ferrelli coppe sei, Mastro Ascanio Tortora coppe dui, Fabio Galle coppe sei, Antonino Talone coppe sette, Domenico Carusotti coppe sei, Giovanni Antonio Silvestri coppe quattro, Gregorio di Cacetta coppe tre, Maria di Sorbo coppe dui, Gio(vanni) Battista Bontempi una coppa di favi, il Dottor Pasquatio Bucceri coppe quattro di grano Pietro Corazza ha hauto in prestito coppe doi et una cicerchie misurate da Francesco con la mezza coppa sua et some doi de grano pesato in sacchi.

Tutto il grano e tutte le sopradette si sono misurate con la coppa de Pietro Corazza.

Quello che vogliamo evidenziare è quando riportato il 5 febbraio 1591.

Essendosi misurato lo grano della Compagnia del SS(antissimo) Sacramento da mastro Andrea martini Camerlengo, Pietro paolo petrucci, et Pompilio rocco procuratori del anno passato 1590, con presentio et intervento di me Flaminio Magistri indegnissimo Priore del presente anno 1591, et Gio(vanni) Jacomo Nardone Camerlengo, et Domenico curto Domenico Talone, et Gio(vanni) Visardo procuratori si è trovato che detto grano ascende alla misura di vinticinque some, et coppette otto, et mezzo.

Et più li sopradetti mostrano una lista d’inprestato e porta some trent’uno et coppe doi, delle quali si trovano restituite some quattro, et doi coppe, che restano ad haverse per de imprestito some vinti sette et detta lista hanno consegnato in potere nostro da rendere nulla a tempo delle prossime, inoltre, acciò possano farsi restituire il grano, a chi lo hanno imprestato, che per quest’anno di tanta carestia si è detto, che se ne soprassedeva, non avendo che restituire.

NOTE:

(1) Giuseppe Morzilli. I Riti della Settimana Santa. I Sepolcri antica usanza paesana di Scurcola Marsicana. Stampato LCL sas Via Cavour Avezzano, 2022.

(2) Giuseppe Morzilli. Le Confraternite laicali di Scurcola Marsicana “fra storia e storie”, stampato presso Cromografica Roma S.r.l., Roma, per il Gruppo Editoriale l’Espresso S.p.A., 2011.

(3) Giuseppe Morzilli. L’Hospitale e le Chiese di Via Romana in Scurcola Marsicana. Stampato presso LCL sas Via Cavour. Avezzano. 2023.

(4) Giuseppe Morzilli. Cartulario della Confraternita del SS. Sacramento di Scurcola Marsicana, stampato presso Cromografica Roma S.r.l., Roma, per il Gruppo Editoriale l’Espresso S.p.A., 2011.

Giuseppe Morzilli

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