NAPOLI nel 1560
Neapolis urbs ad verissimam effigiem Petri Alexandri aeneis formis nuper expressa, Carolus Tettius Neapolitanus pingebat
Eegnum quod ad urbe Neapoli nomen retinet, Populus sub se continet his nominibus. Latium novum, vel Adiectum, Campania Picentinos, Lucanos, Brutios, Magnam Graeciam, Salentinos, Pediculos, Appulos, Samnitas, Daunos, Frentanos, Marrucinos, Vestinos, Praetutianos, Sabinorumquae partem.
Romae MDLX
Sebastianus a Regibus Clodiensis in aere incidebat
La mappa della città di Napoli eseguita in quell’anno, mostra un quadro quasi tridimensionale con vista dal mare e che ritrae l’intero abitato cinto dalla complessa cerchia muraria e la linea di costa che andava dall’attuale Riviera di Chiaia allo Sperone del Carmine. Il disegno della rete viaria, delle abitazioni, dei palazzi, delle chiese e dei complessi monumentali, ricalca uno schema ippodameo che risponde ad un reale rilievo cartografico effettuato molto probabilmente durante quel viceregno. Una didascalia alla base della stampa, descrive in maniera molto dettagliata le maggiori presenze della città, indicando al lettore anche aspetti urbanistici singolari e peculiari di quel periodo.
Interessantissima è la descrizione (grafica) delle mura perimetrali, delle porte di accesso alla città. Particolari quali l’area del Palazzo Reale del Maschio Angioino, della Piazza del Gesù. Particolare cura è stata profusa nella descrizione della linea di costa che andava dalla chiesa di San Leonardo D’Orio, alla spianata che precede il Ponte della Maddalena.
Siamo nei tempi del Viceregno ed in quell’anno, la città è nelle mani della corona spagnola che destinò per Napoli Pedro Afán de Ribera, o Perafán de Ribera, nato a Siviglia, 1509 e deceduto a Napoli, il 2 aprile 1571. Questi fu duca di Alcalà e viceré di Catalogna. Il periodo di reggenza napoletano va dal 12 giugno 1559, all’anno della sua morte.
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