La Terra d’Otranto è una regione storico-geografica dell’Italia meridionale, nonché un’antica circoscrizione amministrativa, prima del Regno di Sicilia, poi del Regno di Napoli e successivamente del Regno delle due Sicilie. Divenuta parte del Regno d’Italia, fu definitivamente smembrata nel 1927.
Il Contado di Molise (o del Sannio) è stato un’unità amministrativa prima del Regno di Sicilia, poi del Regno di Napoli, infine del Regno delle Due Sicilie. Il suo territorio e il suo status giuridico hanno subito entrambi variazioni nei secoli in relazione all’ordinamento amministrativo dell’epoca; si possono, comunque, individuare tre fasi principali: quella della Contea di Molise (Comitatus Molisii) in epoca medievale, quella del Contado di Molise in età moderna, quella della Provincia del Contado di Molise nell’età contemporanea. Originariamente il suo territorio comprendeva prevalentemente la parte centrale dell’attuale Molise e si estendeva, a seconda dell’epoca, in un’area che andava dall’Abruzzo meridionale alla Campania settentrionale; tuttavia è soltanto con le riforme amministrative dei primi decenni del Cinquecento che il Contado di Molise comincia ad acquisire una fisionomia geografica e amministrativa stabile, ma dipendente da altre entità, rimasta pressoché invariata fino alle riforme di età napoleonica. In ogni caso tutte queste conformazioni risultano sempre molto lontane dalla regione attuale. Il suo stemma è composto da una stella bianca, crinita, circondata da una ghirlanda di spighe di grano in campo vermiglio. Le spighe sono tradizionalmente interpretate quale segno della sua abbondanza, la stella invece rappresenterebbe lo stemma del casato dei del Balzo, che avrebbe posseduto numerosi feudi in questo territorio; non è possibile escludere, tuttavia, che l’indicazione di questo casato in realtà sia dovuto a un fraintendimento generato dal particolare nome araldico di questa tipologia di stella.
Il terzo scontro sostenuto dai guerrieri normanni di Melfi si ebbe a Montepeloso il 3 settembre 1041.
Dopo la sconfitta di Canne, l’imperatore bizantino pensò di affidarsi a Esaugusto Bojannes, uno dei migliori generali dell’impero, per farla finita con i normanni.
Ladislao I di Napoli, noto anche come Ladislao d’Angiò-Durazzo, Ladislao di Durazzo o Ladislao il Magnanimo (Napoli, 15 febbraio 1377 – Napoli, 6 agosto 1414), figlio del re Carlo III d’Angiò-Durazzo e della regina Margherita di Durazzo, fu re di Napoli dal 1386, anno dell’assassinio del padre, al 1414, anno della sua stessa morte. Oltre a essere sovrano del Regno di Napoli fu detentore dei titoli di Re titolare di Gerusalemme e di Sicilia (1386-1414), Re titolare d’Ungheria e di Croazia (1390-1414), Conte titolare di Provenza e di Forcalquier (1386-1414), Conte consorte di Lecce e Principe di Taranto (1406-1414), come secondo marito dell’ereditiera Maria d’Enghien, e Principe titolare d’Acaia. Fu l’ultimo erede maschio legittimo degli Angiò-Durazzo, ramo collaterale della dinastia estintasi nel ramo principale nel 1382 con Giovanna I di Napoli, gli Angioini. Dopo la morte gli succedette la sorella Giovanna II, poi morta anch’ella senza eredi; la corona andò infine a Renato d’Angiò-Valois, ultimo re della dinastia degli Angioini nel Regno di Napoli.
Carlo d’Angiò-Durazzo (Schiavonea, 1345 – Visegrád, 24 febbraio 1386), figlio di Luigi, III duca di Durazzo, e di Margherita Sanseverino, fu re di Napoli con il nome di Carlo III, dal 1382, e re d’Ungheria con il nome di Carlo II detto il Breve, dal 1385. Fu, inoltre, principe d’Acaia, dal 1383, e re titolare di Gerusalemme. Fu il primo membro degli Angiò-Durazzo ad insediarsi sul trono di Napoli, riuscendo a spodestare la cugina Giovanna I nel 1381 e facendola assassinare l’anno successivo. Fu a sua volta assassinato nel 1386 in una congiura organizzata dalla regina Elisabetta di Bosnia, moglie di Luigi I e madre della regina d’Ungheria spodestata da Carlo, Maria. Dopo la sua morte gli succederanno sul trono di Napoli ambedue i figli, prima Ladislao e poi Giovanna, entrambi però moriranno senza figli legittimi, determinando in questo modo la fine del dominio angioino sul Regno di Napoli.