Alta Terra di Lavoro

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“La Storia dell’Unità d’Italia” incontriamo l’autore del libro Enrico Fagnano

Posted by on Mar 3, 2022

“La Storia dell’Unità d’Italia” incontriamo l’autore del libro Enrico Fagnano

Prosegue a passo lento ma deciso e senza tentennamenti, la voglia di recuperare verità storiche che riguardano i 7 secoli e mezzo di vita del Regno delle Due Sicilie che vede tra i “pellegrini” sempre più nuovi ricercatori e studiosi che danno contributi importanti alla causa napolitana. Da tempo si sta andando oltre al brigantaggio insorgente o alla tragedia di Pontelandolfo e Casalduni e si comincia ad analizzare gli aspetti economici, politici e sociali pre e post 1860 che ci fa comprendere come è sempre più matura, razionale e senza demagogia l’analisi storica dell’antica patria napolitana. Chi sta dando un contributo importante a questa narrazione è Enrico Fagnano grazie al suo libro “La Storia dell’Unità d’Italia” che è diventato un fenomeno editoriale di successo e per la rubrica “incontro con l’autore” venerdì 4 marzo alle 21 cercheremo di capire perchè, cliccare di seguito

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Il Meridione dopo l’Unità di Enrico Fagnano

Posted by on Feb 23, 2022

Il Meridione dopo l’Unità di Enrico Fagnano

L’Unità non fu un’unificazione, ma una vera e propria annessione di altri Stati al Regno di Sardegna, che con le vicende di quegli anni allargò i propri confini, incorporando i territori occupati, e piemontesizzò, come si disse all’epoca, il resto della penisola, senza neanche un segno formale di discontinuità, tant’è vero che Vittorio Emanuele II mantenne il suo ordine dinastico, quando invece sarebbe stato primo come re della nuova nazione, e la legislatura, con la quale il 18 febbraio 1861 si inaugurò il Parlamento italiano, venne considerata come la continuazione di quelle subalpine e fu direttamente l’ottava.

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Donizetti e Napoli di Enrico Fagnano

Posted by on Feb 15, 2022

Donizetti e Napoli di Enrico Fagnano

Donizetti ebbe un unico vero amico, il padre della moglie, e proprio in una lettera indirizzata a lui nel 1837 usò un’espressione incomprensibile: le mie cose vanno di bene in peggio. Voleva dire che la sua vita pubblica andava bene, perché passava da un successo all’altro, mentre la sua vita privata andava sempre peggio. Infatti il figlio che aveva a lungo desiderato, era morto pochi giorni dopo la nascita e in quel momento, mentre scriveva la lettera, stava molto male anche la moglie, Virginia, che non si sarebbe ripresa.

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