Posted by altaterradilavoro on Ago 31, 2020
Era un bel mattino di gennaio del 1866, e dal Capo Posillipo entrava a tutta macchina un piroscafo, che, dopo pochi minuti, issava bandiera francese: era la Durance, proveniente da Marsiglia. I passeggieri, quasi tutti, erano sulla tolda, taluni ancora in deshabillé, altri in fretta accomodavano la loro toilette, e tutti ammiravano lo stupendo panorama di Napoli, del golfo, delle sue incantevoli colline e la maestà del Vesuvio, la cui cima era in parte coperta di nubi. Le onde tranquille, l’aere tiepido, il limpido cielo, e il sole che sorgeva dietro i monti di Castellammare, rallegravano ed entusiasmavano i passaggieri tutti della Durance.
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Posted by altaterradilavoro on Ago 30, 2020
«Così io, agente segreto di Cavour, nel 1860 truccai le votazioni per l’ unità d’ Italia», è il titolo di un singolare articolo pubblicato dal Diario, in questi giorni in edicola. Il testo è stato scritto dopo il 1861 da un misterioso J. A., sigla sotto cui si nasconde Filippo Curletti, agente segreto di Cavour.
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Posted by altaterradilavoro on Ago 28, 2020
Per avere l’appoggio delle potenze liberali la conquista sabauda della penisola italiana deve salvare le apparenze. Deve cioè sembrare frutto della giustizia e del diritto. E’ letteralmente quello che scrive lo storico massone Giuseppe La Farina a Filippo Bartolomeo: “? necessario che l’opera sia cominciata dai popoli: il Piemonte verrà, chiamato; ma non mai prima. Se ciò facesse, si griderebbe alla conquista, e si tirerebbe addosso una coalizione europea”. Il re Vittorio Emanuele – scrive La Farina – dice: “io non posso stendere la mia dittatura su popoli, che non m’invocano, e che collo starsi tranquilli danno pretesto alla diplomazia di dire che sono contenti del governo che hanno”.
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Posted by altaterradilavoro on Ago 27, 2020
Il 21 luglio 1858, si svolse a Plombières un convegno segreto nel corso del quale Napoleone III si impegnò ad un’alleanza militare in caso di aggressione austriaca allo Stato sabaudo.
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Posted by altaterradilavoro on Ago 26, 2020
L’Italia compie centocinquant’anni. O così ci dicono. A noi pare sia troppo giovane. A noi pare che sia stata dimenticata troppa parte della nostra storia. La storia gloriosa di un’Italia faro di civiltà, centro della Cristianità, splendida fucina d’arte, culla del Rinascimento. Dimenticata e sacrificata a un nuovo Stato fatto nascere con la forza, frutto delle illecite mire espansionistiche di un re, sorretto dalle potenze dell’epoca, a scapito degli altri. I Savoia non hanno fatto l’Italia.
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