Mercoledì
1 Maggio l’antica Ramiera, in occasione del concerto di Carlo Faiello,
risorgerà dalle ceneri di un passato glorioso. Dopo i lavori di recupero della
struttura l’opificio ottocentesco ritornerà agli splendori di un tempo.
La
storia della Ramiera affonda le radici in un passato lontano e per capire la
sua storia bisogna passare in rassegna ben due secoli di storia, fino a
giungere al 1830. L’opificio nacque intorno a quella data.
La struttura nel diciannovesimo secolo era uno dei principali centri di lavorazione del metallo del Regno delle Due Sicilie tanto da essere una delle sei ‘ferriere di Stato’ che rifornivano di ferro l’esercito Borbonico.
A
San Giorgio a Cremano, importante centro del napoletano, l’11
novembre scorso, l’amministrazione comunale con in testa il sindaco Giorgio Zinno e l’assessore, Pietro De Martino (Urbanistica e Patrimonio),
propose di cambiare l’odonimo della piazza principale della città da Vittorio
Emanuele II di Savoia Carignano, a
Carlo di Borbone, capostipite della dinastia che
regnò su Napoli e Sicilia per 127 anni dal 1734 al 1861.
La
decisione venne poi favorevolmente accolta e approvata sia dalla Prefettura di
Napoli che dalla Soprintendenza Archeologica e dalla Società Napoletana di
Storia Patria, a riprova di quanto ancora oggi la figura di Re Carlo riesca ad
essere unificante delle diverse sensibilità storiche.
Un
riconoscimento al sovrano illuminato per le innumerevoli opere
realizzate, nel Meridione e in particolare a Napoli e nell’area vesuviana“, spiega il Sindaco Zinno. La
proposta – prosegue – è
dell’assessore alla Toponomastica, Pietro De Martino ed è frutto di un percorso
realizzato anche grazie alla Commissione Toponomastica locale e alla Scuola
Massaia con il dirigente Enzo De Rosa, che ha compiuto uno studio sull’argomento presentato
durante un convegno pubblico su Carlo di Borbone che ricevette il consenso unanime
dei partecipanti”.
L’Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie apprezzando
non poco la felice scelta ha deciso di offrire un busto raffigurante il
sovrano. L’opera, realizzata dall’artista napoletano Guglielmo
Muoio, guglielmomuoio.itarsneapolitana.it fornitore della
Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, verrà collocata nella sede del Comune
di San Giorgio a Cremano ed inaugurato assieme alla piazza Sabato
13 aprile p.v., con inizio alle ore 10,00.
Accolta
dal Sindaco e dalla cittadinanza, sarà proprio SAR la Principessa Béatrice
di Borbone delle Due Sicilie, sorella del Capo della Real Casa, il Duca di
Castro, e Gran Prefetto del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio,
a scoprire il busto e ad inaugurare la piazza che porterà il nome del Suo
grande Avo.
Ad
accompagnare la Principessa, la Marchesa Federica de Gregorio Cattaneo dei Principi di
Sant’Elia,Delegato per Napoli e Campania del prestigioso Ordine insieme
con alcuni cavalieri.
Non è nuovo il Comune a queste belle iniziative: grazie anche alla sensibilità dell’arch. Aldo Vella, che ricoprì l’incarico di primo cittadino, San Giorgio, ha una piazza dedicata all’indimenticabile Massimo Troisi ed una via che ricorda gli operai di Pietrarsa trucidati da i “fratelli” bersaglieri (quegli stessi “fratelli bersaglieri” che mostrarono uguale amorevole cura agli abitanti di Pontelandolfo e Casalduni).
le mando i rapporti che ho avuti dal “C. Alberto„ e dal “V…. Emanuele„ sullo sbarco del Generale Garibaldi. Ho approvato la condotta del C.te Albini, non quella del cav Mantica. Pazienza! Ora è fatta, ed il “Torino„ pare perduto. Partono in questo punto le fregate napoletane la “Borbone„ ad elica, e la “Partenope„ a vela, chiamate nel faro dal capo Divisione Le..ro comandante in quelle acque. Qui si va avanti ma con che fatica lo so io. Gelosie, suscettibilità da ogni parte, che occorre vincere in ogni momento. Il Marchese di Villamarina è troppo arrendevole, e qui fa mestieri guidare e non farsi guidare. Nunziante vorrebbe sbancare i più influenti del Ministero, ed io vorrei unione, perché tutti influenti. Mi conduco con molta arte, almeno mi sembra di farlo. Il fatto sta che Nunziante è nelle mie mani ed ha più confidenza in me che non in altri. Siamo negli scogli, Eccellenza, ma spero uscirne a bene. Valiamoci del Conte di Siracusa che è pienamente alla causa italiana. Non perdiamo l’occasione, Eccellenza, che più adatta non si potrebbe avere. Mettendo il Conte di Siracusa alla testa del movimento si appiana ogni cosa. Ognuno entra al suo posto e rimangono tolte le rivalità di supremazia e ciò che è più si salva l’apparenza dell’onor militare alla truppa, quindi quasi certezza del loro pronunciamento e sottomissione a V. Emanuele Re d’Italia. Il Conte di Siracusa qual primo atto della sua Reggenza proclamerebbe lo Statuto piemontese, inalbererebbe la bandiera allo stemma di Savoia, farebbe giuramento di sudditanza e fedeltà a Re V. Emanuele, e chiamerebbe ogni autorità a fare altrettanto. Non mancherebbe quindi a noi che muoversi per la grand’annessione, e correrei per imbarcare V. Emanuele e condurlo al possesso de’nuovi stati. Cammino col pensiero, non è vero, Eccellenza? Ma è il mio sogno, faccia Dio che si avveri, e morirò contento. Le unisco la lettera che il Conte di Siracusa intenderebbe mandare al Re appena venuto il momento favorevole, ed il suo proclama al popolo. Voglia V.E. rispondere per telegrafo se si approvano, onde poter eseguire. Ho pregato S.A.R. di comunicare ogni cosa al M.se di Villamarina e lo ha fatto, per modo che il Ministro è soddisfatto nel suo amor proprio; nulla sapendo egli del telegramma di V.E. a cotale riguardo. Pregherei V.E. di complimentare il M.se di Villamarina sul proposito siccome tutto venisse per opera sua. È necessario il farlo. In quanto a me non trascuro affatto i riguardi che son dovuti a ciascuno di questi signori, così mi trovo bene con ognuno di loro nel mentre che sanno che so tenermi al mio posto nel momento del bisogno. Ho fatto pagare 2 mila ducati napoletani al Signor Devincenzi, e 4 mila al B.ne Nisco. Non mi dilungo in altri particolari perché gli verranno comunicati dalle varie persone che le scrivono e formano parte della riunione presieduta dal marchese di Villamarina …di Persano P.S. Essendo, Eccellenza, della più grande urgenza il non ritardare la comunicazione delle lettere del Conte di Siracusa, per la debita approvazione o non approvazione delle medesime spedisco a V.E. il mio aiutante di campo, facendolo partire sull’ “Ichnusa„ al quale do ordine di volgere per Genova senza ritardo di sorta. Ho ricevute le due lettere di V.E. in data 17 corrente. Le sono riconoscente della fiducia e dell’autorizzazione che mi ha dato per le spese straordinarie … di Persano». “destro