Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Un traffico infame ed il salvataggio di ottanta piccoli martiri (tratta dei fanciulli) (II)

Posted by on Lug 21, 2023

Un traffico infame ed il salvataggio di ottanta piccoli martiri (tratta dei fanciulli) (II)

Riportiamo il testo di un contratto perché indica in modo caratteristico il sistema di compra-vendita dei poveri fanciulli italiani.

«Dichiaro io qui sottoscritto Giovanni di Ciocci fu Antonio (il procuratore del negriero), mi carantisco per tre anni, ogni sei mesi, consegnare centoquindici lire a Domenico Ricci fu Giovanni e sua moglie Lucia; poi se i ragazzi da Bernardo Greco (il padrone negriero) non vonno starci o sia dovesse andarci qualche persona mandata dai suoi genitori, allora Giovanni di Ciocci non desidera di pagare e non deve pagare più a Domenico Ricci la detta somma; se poi dovesse andare il suo padre a ripigliare i suoi figli, allora Domenico Ricci deve dare a Giovanni di Ciocci lire 300 a danno e interessi; sempre però prima degli tre anni Bernardo Greco si obbliga a mantenere i ragazzi a mangiare e vestire o sia tutti trattamenti. Se poi non si tratta come al contratto, allora, o sia, (se) si dovesse ammalare per un mese, gli ragazzi sono obbligati a rimettere il mese».

Con tal contratto i disgraziati fanciulli sono consegnati mani e piedi legati ai padroni, che per tre anni hanno diritto di sfruttarli.
Certamente l’energia spiegata dal sotto-prefetto di Sora, cav. Tinto, ha diminuito il male. Con uno spirito veramente da San Domenico egli ha inculcato ai sindaci di non rilasciare più passaporti per l’interno, di essere prudenti nel rilasciare passaporti per l’estero, di negarli ogni volta che si accorgono che servono per trasportare minorenni in Francia. Ha inspirato un salutare terrore.
Occorre tuttavia qualcosa più del terrore. I ragazzi non ricevono il passaporto? Ebbene, basta che l’abbiano i negrieri; i piccoli basta che abbiano il solo atto di nascita, che è richiesto dai sindaci in Francia per immatricolare i piccoli martiri.
Il sindaco di Trevelle si lagna che, obbedendo egli agli ordini del sotto-prefetto di non rilasciare passaporti, gli vien chiesto l’atto di nascita e di moralità dei suoi piccoli amministrati, ch’egli non può negare; con questi atti, gli interessati vanno al municipio di Terracina ed ottengono il passaporto per l’interno. A che vale dunque il rigore di uno, quando un altro impiegato fa ciò che è dal collega negato?
Attorno all’industria dei negrieri, fiorisce quella di alcuni impiegati comunali. Un ex segretario, lasciato l’ufficio, portò con sé il bollo del comune e gli opportuni moduli e rilasciava per conto proprio, a quelli che gliene chiedevano in vendita, le richieste ferroviarie, che valgono a fare il viaggio a metà prezzo sulle ferrovie italiane. Il municipio di Roccadarce rilasciava richieste in bianco ed in bianco lasciava le madri.
Quando proprio i negrieri non si possono far rilasciare passaporti ed atti di nascita, allora essi ottengono atti di nascita di Tizio e di Caio, nomi che non destino alcun sospetto. Se i ragazzi da condurre in Francia hanno meno di 13 anni, si ottiene un atto di nascita di un altro che abbia i 13 anni, e poi lo si affibbia al piccolo schiavo deportato.

 Tale è il caso scoperto dall’ambasciatore Tornielli, caso caratteristico, che somiglia a molti. Il 27 settembre 1900, da Roccasecca partiva una comitiva per Torino e Modane, guidata da Bernardo Greco di Pasquale, nato e domiciliato a Roccadarce, residente a Parigi, e composta della moglie Donata Giorgi da Roccasecca, di Luigi Faioli, con tre figli: Emilio, di anni 14; Ferdinando, di anni 11, e Francesco, di anni 9, di Clemente Cacciarelli coi figli Gregorio di anni 15 e Angelo di anni 12, di Domenico Ricci con due figli, Antonio di anni 14 e Serafino di anni 12; dodici avevano passaporti per l’interno, e uno solo, il Domenico Ricci, passaporto per l’estero.

Il Tornielli, informato del prossimo passaggio al confine, avverte telegraficamente i delegati di Bardonecchia e di Ventimiglia, ma non ne ottenne alcuna risposta.
Il capo dell’ufficio di pubblica sicurezza a Bardonecchia gode fama di funzionario provetto e specchiato, ed ha proceduto infatti all’arresto di non pochi incettatori. Ma o è male assecondato, o non è posto in grado di adempiere in modo adeguato al servizio. Le migliaia di minorenni italiani occupati nelle vetrerie francesi, depongono in modo irrefutabile contro le autorità italiane, particolarmente quelle dei confini e di alcune almeno dei nostri porti.

Alcune volte intervengono a favorire gli incettatori le raccomandazioni di parlamentari. Un mese fa un incettatore chiese il passaporto al comune di Roccasecca. Il sindaco lo negò. Cominciarono a piovergli le raccomandazioni da ogni parte, specialmente dalle grandi autorità elettive.

Se le informazioni pervenute al comitato piemontese sono esatte, questi mali non sono esclusivi al mezzogiorno d’Italia. Il sindaco di un comune vicino ad Aosta e già benemerito elettore politico, si propose, non è guari, di assistere un suo compaesano ed elettore, il quale aveva reclutato un discreto numero di minorenni valdostani destinati ad una vetreria del Belgio. Negatigli recisamente i passaporti per ordine della prefettura di Torino, l’incettatore, assistito dal sindaco sullodato, colla squadra si sarebbe recato in una provincia vicina dove, mercé la protezione, certo incosciente, di un parlamentare, avrebbe trovato modo di avere per semplice notorietà le carte occorrenti o quanto meno di varcare la frontiera indisturbato col suo contrabbando umano.

Ciò che è stato narrato sopra forma un complesso di fatti gravi e di negligenze colpevoli, a cui occorre portare rimedi efficaci. Né sarebbe difficile se si pensa che gli incettatori sono quasi sempre nativi di due o tre ben noti paesi: Casalvieri, Casalattico, Belmonte Castello. Di Casalvieri è notorio l’aneddoto della risposta del sindaco al prefetto, che lo interpellava sulle voci di costumi dei suoi concittadini.

«A Casalvieri, se ne togliete Sant’Onorio (il santo protettore) sono tutti ladri».

I carabinieri sono impotenti a sorvegliare questi vivai di negrieri. Un brigadiere mi diceva: «A Casalattico per questa faccenda io dovrei andare un paio di volte la settimana, perché è un centro attivo di questa peste. Ma io non ci vado che una volta al mese!»

Manca la sorveglianza. I funzionari colpiscono quelli che passano al volo, per caso, dove essi si trovano, ma questi sono una frazione minima del numero di quelli che hanno interesse nella turpe industria.

I funzionari riconoscono che farebbe perlomeno d’uopo esercitare sorveglianza nelle stazioni di partenza e di transito. Ebbene, si crederebbe? Si fermano, specialmente la notte, in queste stazioni, ore ed ore ad aspettare i treni, torme di bestiame umano e non l’ombra di una guardia osserva chi accompagna i ragazzi, chi è, perché. I ragazzi partono sforniti di carte, non sanno dove vadano, e lungo le strade ferrate patrie, per centinaia di chilometri, per decine di stazioni, il brutto reato passa inosservato. Quanto bene potrebbero almeno fare gli impiegati ferroviari, dal bucabiglietti al capo-stazione, se fossero autorizzati ed affiliati alla santa causa! Sotto il loro occhio passa sempre il reato.

Uno dei mezzi più sicuri per sottrarsi alla sorveglianza è il seguente: le loro guide, dopo averli fatti viaggiare in terza classe un paio di giorni sino ad una delle stazioni di confine, non mai la stessa, qui li fanno scendere e prendere il biglietto di seconda classe dei diretti, che hanno meno minuti di fermata; e non falliscono mai allo scopo; nessuna domanda, nessun fastidio da parte dei funzionari italiani. Parecchi funzionari del circondario di Sora e militi dell’arma superiore ad ogni sospetto, si lamentano vivamente perché le autorità italiane alla frontiera chiudono tutti e due gli occhi, e perché, per quante denunzie e comunicazioni facciano loro, non ottengono mai una risposta. Dimodoché il sotto – prefetto di Sora, scoraggiato, dice che per applicare rigidamente la legge italiana riguardo ai minorenni, possiamo sperare solo nei funzionari francesi!

Sia lode al comitato piemontese dell’opera Bonomelli che ha assunto il coraggioso apostolato. Come bene dice Alberto Geisser, è in potere di tutti noi, privati cittadini, ufficiali governativi o locali ed ecclesiastici, estirpare la piaga così obbrobriosa per l’Italia.

Alcuni mesi or sono narravamo su queste colonne una storia triste, profondamente triste: la storia del traffico miserando dei minorenni italiani condotti dai circondari di Sora e di Isernia a morire nelle vetrerie francesi.

Quella inchiesta, dovuta alla nobile iniziativa dell’Opera di assistenza degli operai italiani all’estero, ebbe larghissima eco.

Dobbiamo ora parlare di un’altra inchiesta e di un’altra campagna nobilissima condotta dall’Opera a favore dei minorenni italiani martirizzati nelle vetrerie francesi.

È una narrazione dolorosa, la quale stringe il cuore, questa degli sforzi fatti dal prof. E. Schiapparelli, segretario generale dell’Opera, per salvare dalla morte i piccoli martiri nostri connazionali. È una narrazione che noi vogliamo fare, perché una viva fiamma di indignazione sorga ad aiutare i volonterosi nell’intrapresa santa che essi si sono assunta.

fonte



Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.