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Una cisterna di epoca romana di Maurizio Zamabardi

Posted by on Feb 24, 2025

Una cisterna di epoca romana di Maurizio Zamabardi

Una cisterna di epoca romana sita su Monte Sambúcaro, nei pressi della strada vicinale Valle del Mulino, nel comune di San Pietro Infine

Su Monte Sambúcaro, a quota 300 m circa, in località Mandria dei Brunetti (1), in un oliveto sito ad ovest del vecchio sentiero noto come “Strada vicinale Valle del Mulino”, vi è un lungo ambiente voltato in muratura, tripartito, utilizzato come limite inferiore di un terrazzamento agricolo (2). Si può accedere all’interno tramite una piccola apertura (3), realizzata molto probabilmente in un secondo momento (4), con uno scasso, poi regolarizzato, nel muro portante laterale, in opera incerta, posto più a valle, spesso un metro circa. Il vano d’accesso è ampio, nel lato esterno, 90 cm circa, mentre la parte interna, grazie a delle svasature, diventa ampio 120 cm. L’altezza attuale del vano-porta è di 1,20 m circa.

Il vano-porta funge da ingresso ad un ambiente rettangolare, largo 2,93 m, lungo 9,60 m e alto 1,70 (5), che risulta essere centrale rispetto ad altri due ambienti posti in maniera opposta in proseguimento del lato lungo. La camera è intonacata con malta impermeabile ed è coperta da una volta a botte a tutto sesto, realizzata con conci in pietra calcarea rozzamente squadrata. In chiave di volta lo spessore dei conci varia da 10 a 20 cm, per una lunghezza di 30 cm. A chiudere l’ambiente in modo trasversale vi sono due setti murari dello spessore di 40 cm, che fungono da separazione dei tre ambienti. Del setto posto a nord-est rimangono solo i bordi di innesto alla volta e alle pareti laterali, mentre il setto posto a sud-ovest è tuttora integro. Al centro di questo secondo setto murario vi è una piccola apertura larga 50 cm, voltata con un piccolo arco. La parte visibile emerge di circa 50 cm dal terreno, ma è evidente che l’apertura continua in profondità, nel terreno di riporto accumulatosi nel tempo. La piccola apertura doveva essere funzionale al passaggio dall’ambiente centrale a quello laterale, allo stesso modo si presuppone che il passaggio dovesse esistere anche nell’altro setto murario che separava l’ambiente centrale con quello posto a nord-est.

La camera laterale posta a sud-ovest risulta al momento inaccessibile, ma, con l’ausilio di una torcia è di un misuratore laser si è potuto ispezionare, in maniera sommaria, l’interno del vano ostruito, utilizzando il foro sommitale di cui si è parlato. Quasi tutto l’ambiente è ricolmo di terreno accumulatosi nel tempo. La lunghezza si attesta sui 5,60 metri circa, ma la difficoltà con cui si è operato non consente di darne certezza assoluta. Nell’area d’imposta della volta si è notata, quasi a metà dell’ambiente, una piccola botola quadrata, che risulta ora chiusa, dell’ampiezza di 60×60 cm circa.

L’ambiente laterale nord-est è invece accessibile, grazie alla grossa lacuna della parete trasversale. Nella zona centrale di questo terzo ambiente vi è una notevole concentrazione di pietrame di varie dimensioni, probabilmente dovuto allo spietramento effettuato dai coltivatori degli oliveti soprastanti. La disposizione piramidale delle pietre porta ad ipotizzare che queste sono state buttate nell’ambiente tramite una originaria botola, posta in chiave di volta, e che ora si presenta priva dei bordi laterali. La grande concentrazione di pietre chiude tutto lo spazio dell’ambiente per cui diventa impossibile andare oltre, ma, grazie al misuratore laser, e a piccoli spazi tra le pietre accumulate e il profilo della volta, che consentono la visione dell’intero ambiente, ed anche grazie ad un’apertura che si è venuta a creare nella volta all’estremità opposta dell’ambiente, che rende visibile la parete di fondo, è stato possibile rilevare la lunghezza dell’ambiente che risulta essere pari a 9,65 m circa.

L’area esterna è caratterizzata da numerosi terrazzamenti realizzati con muri a secco, che regolarizzano i vasti oliveti. Nelle immediate vicinanze della cisterna si sono osservati, tra secolari olivi, resti di tegole e frammenti di laterizi, tra cui un bordo di dolio spesso 4 cm. Si è, inoltre, osservato un piccolo frammento di pietra sagomato e arrotondato che sembrerebbe faccia parte della base di una colonna o più propriamente la base di una statua.

Dall’esame di tutta la struttura si può ipotizzare che la stessa sia riconducibile ad una cisterna di epoca romana, che doveva far parte di una villa rustica di epoca repubblicana, a cui si accedeva, probabilmente, dal ramo della Via Latina che da Ad Flexum andava a Venafrum, inerpicandosi sulle pendici di Monte Sambúcaro fino a superare il passo delle Tre Torri.

Note:

(1) IGM, Foglio n. 161, III N.O.

(2) La struttura è stata segnalata da Lena. Cfr. G. LENA, Scoperte archeologiche nel Cassinate, Cassino 1980.

(3) L’apertura è mascherata attualmente da una rigogliosa vegetazione e da terreno di riporto.

(4) Come suggeriscono le impronte lasciate dalla cassaforma dell’architrave, realizzata in modo molto grezzo con dei piccoli rami di albero affiancati.

(5) A causa di uno spesso strato di terreno di riporto

Maurizio Zambardi

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