Il fiume della Storia trascina e sommerge le piccole storie individuali, l’onda dell’oblìo le cancella dalla memoria del mondo; scrivere significa anche camminare lungo il fiume, risalire la corrente, ripescare esistenze naufragate, ritrovare relitti impigliati sulle rive e imbarcarli su una precaria Arca di Noè di carta.
Nei giorni scorsi abbiamo toccato le mille visualizzazioni in una giornata con 590 spettatori che sta a signicare che chi viene a trovarci non fa una toccata e fuga ma ci resta per leggere e, come mi dicono in molti, per studiare. Un risultato importante che affiancato agli oltre 2300 iscritti al canale youtube assume una rilevanza ancora maggiore raggiunto grazie alla costanza che dal 2016 abbiamo nel curare i nostri mezzi di comunicazione con una certosina attenzione, e anche grazie alla selezione attenta del materiale che pubblichiamo, qualcosa ci sfugge nessuno lo nega, e al rigoroso rispetto delle fonti citandole senza nessuna omissione. Questa serietà nell’operare ci ha portato ad avere rapporti con importanti, studiosi, ricercatori e storici che ci metteno a disposizione la propria penna per divulgare la nostra storia e la nostra cultura che arricchiscono l’attività e l’aiutano a crescere. Una di queste eccellenze èValentino Romano che non ha bisogno di presentazioni per quello che da oltre 30 anni ci regala con la sua ricerca e i suoi studi e che ci onora di pubblicare ogni giovedi un capitolo di uno libro pubblicato anni fa dal titolo “Briganti e galantuomini, soldati e contadini“. Qualche giorno fa un nostro assiduo lettore, per correttezza e parola data non posso fare il nome, per un capitolo che abbiamo pubblicato il 3 aprile su un fatto accaduto nell’ottobre del 1861 in quel di Castelliri, mi ha sollevato dei dubbi sull’autenticità visto che non c’era citata la fonte. A Valentino ho chiesto una risposta non perchè ha bisogno delle mie difese visto il suo curriculum, ma è importante farlo perchè nessuna ombra deve ofuscare i nostri amici che ci mettono a disposizione le loro conoscenze e ricerche e per i tanti lettori che ci seguono, di seguito la citazione inviatami da Valentino Romano
La storia da me raccontata è ricavata, come tutte le altre del testo, da documenti d’archivio. Nel caso specifico ecco i dati archivistici che potranno essere consultati per eventuali verifiche: Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano. Via Lepanto, Roma Fondo G/11 – BrigantaggioBusta 5, “COMANDO DELLE PROVINCIE NAPOLTEANE, POI VI DIPARTIMENTO MILITARE E VI GAN COMANDO – 1861, Fasc. 1, Ministero della Guerra, dal 9 aprile 1861 al 1° gennaio 1862, cc. 1-444.
Ringrazio altresi Valentino per avermi fatto conoscere storie accadute nella nostra Alta Terra di Lavoro e che avrei dovuto sapere da chi qui è nato ed opera. Di seguito anche l’intervista che ci concesse qualche mese fa
Il fiume della Storia trascina e sommerge le piccole storie individuali, l’onda dell’oblìo le cancella dalla memoria del mondo; scrivere significa anche camminare lungo il fiume, risalire la corrente, ripescare esistenze naufragate, ritrovare relitti impigliati sulle rive e imbarcarli su una precaria Arca di Noè di carta.
Il fiume della Storia trascina e sommerge le piccole storie individuali, l’onda dell’oblìo le cancella dalla memoria del mondo; scrivere significa anche camminare lungo il fiume, risalire la corrente, ripescare esistenze naufragate, ritrovare relitti impigliati sulle rive e imbarcarli su una precaria Arca di Noè di carta.
Il fiume della Storia trascina e sommerge le piccole storie individuali, l’onda dell’oblìo le cancella dalla memoria del mondo; scrivere significa anche camminare lungo il fiume, risalire la corrente, ripescare esistenze naufragate, ritrovare relitti impigliati sulle rive e imbarcarli su una precaria Arca di Noè di carta.
Il fiume della Storia trascina e sommerge le piccole storie individuali, l’onda dell’oblìo le cancella dalla memoria del mondo; scrivere significa anche camminare lungo il fiume, risalire la corrente, ripescare esistenze naufragate, ritrovare relitti impigliati sulle rive e imbarcarli su una precaria Arca di Noè di carta.