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Veri e falsi complotti nella storia. In memoria del padre Augustin Barruel (1741 – 1820)

Posted by on Gen 15, 2021

Veri e falsi complotti nella storia. In memoria del padre Augustin Barruel (1741 – 1820)

Tra gli anniversari dimenticati del 2020, c’è quello del duecentesimo anniversario della morte del padre Augustin Barruel, uno dei primi autori contro-rivoluzionari del secolo XIX.

Barruel nacque a Villeneuve-de-Berg, in Francia il 2 ottobre 1741 e a sedici anni entrò nella Compagnia di Gesù che però, dopo essere stata interdetta in Francia, fu soppressa nel 1773 dal papa Clemente XIV, sotto la pressione dei sovrani illuministi. Barruel visse come sacerdote secolare, a Parigi, dove, tra il 1788 e il 1792, compose Le Helvienne sou lettres provinciales philosophiques (1781), contro il “partito filosofico” di Rousseau e Voltaire, e diresse il Journal ecclésiastique, una rivista in cui, settimana dopo settimana, non cessò di denunciare, le responsabilità degli illuministi nella Rivoluzione francese appena scoppiata. Dopo i massacri del settembre 1792, fu costretto alla clandestinità e poi ad emigrare a Londra, dove compose una Histoire du clergé pendant la Révolution française (1793) e i Mémoires pour servir à l’histoire di jacobinisme (Fauche, 1798-1799) che ebbero un grande successo e furono ristampati più volte e tradotti nelle principali lingue europee (l’opera è stata ripubblicata da La Diffusion de la Pensée Française, nel 1974 e nel 2013, con introduzione di Christian Lagrave). Nel 1802, dopo il Concordato della Chiesa con Napoleone, l’abbé Barruel rientrò in Francia, diventò canonico della cattedrale di Notre Dame e nel 1815, quando la Compagnia di Gesù fu ristabilita, ritornò a far parte del suo ordine. Trascorse gli ultimi anni della sua vita, nella comunità dei gesuiti di rue des Postes, a Parigi, dove morì il 5 ottobre 1820. Nella terza e quarta parte dei suoi Mémoires, Barruel portò alla luce l’esistenza di una cospirazione contro i troni e gli altari promossa dagli “Illuminati di Baviera”, un ordine segreto fondato nel 1776 da Adam Weishaupt (1748-1830), professore di Diritto Canonico nella Università di Ingolstadt. Ufficialmente gli Illuminati si proponevano il perfezionamento morale dei loro membri, ma lo scopo della setta, strutturata secondo un ferreo gradualismo, era una rivoluzione sociale di marca comunista. Il programma di anarchia sociale veniva rivelato solo agli adepti dei gradi superiori.

Nel 1786 la polizia del duca Carlo Teodoro di Baviera scoprì la congiura, e sequestrò un’ampia documentazione, che fu inviata per conoscenza alle corti europee. L’abate Barruel, entrato in possesso dei documenti, li pubblicò nella sua opera. Agli inizi del Novecento, uno storico della massoneria non cattolico, René Le Forestier (1868-1951), esplorò con scrupolo gli archivi tedeschi trovando piena conferma di quanto Barruel aveva pubblicato. «Barruel– egli scrive –ha letto tutto. Le sue numerose citazioni sono tradotte dal tedesco in modo un po’ libero, ma fedele. Dalla massa confusa di documenti che ha raccolto, dall’analisi minuziosa degli scritti originali, ha saputo trarre un resoconto completo e appena leggermente tendenzioso dell’organizzazione, dell’ordine e della sua storia» (Les Illuminés de Bavière et la franc-maçonnerie allemande, Hachette, Paris 1914, pp. 687-688).

La sètta degli Illuminati sopravvisse, tanto che nel 1832, il principe di Metternich scriveva di ritenere che non fosse mai stata distrutta (Mémoires, Plon, Paris 1882, vol. V, p. 368). Nel 1818 un antico rivoluzionario giacobino, Filippo Buonarroti, fondò a Ginevra i Sublimi Maestri Perfetti, una società segreta rivoluzionaria che si richiamava alla struttura organizzativa e al programma degli Illuminati di Baviera. Uno storico di estrazione marxista, Armando Saitta, ha rinvenuto e pubblicato le carte del rivoluzionario italiano (Filippo Buonarroti. Contributi alla storia della sua vita e del suo pensiero, Storia e Letteratura, Roma 1950-1951). Nel primo grado della società, si professavano idee liberali e l’osservanza della religione; nel secondo grado, l’adepto veniva iniziato ad una dottrina più radicale, repubblicana, di cui faceva parte il tirannicidio; nel terzo grado, veniva svelato il programma finale della sètta, cioè l’instaurazione di una società comunista. Un altro studioso, James H. Billington, professore di storia ad Harvard e a Princeton, ha documentato, in un ponderoso libro, le origini cospirative e occulte dei principali movimenti politici dell’Ottocento e del Novecento, affermando che esiste «una sottile linea di successione apostolica da Buonarroti a Lenin» (Fire in the Minds of Men: Origins of the Revolutionary Faith, Basic Books 1980, tr. it. Il Mulino, Bologna 1986, p. 27). L’esistenza di questa tradizione cospirativa è documentata ed inoppugnabile. Ne esistono le prove. Tra gli storici, cattolici o anticattolici, di destra o di sinistra, ci può essere divergenza sull’interpretazione dei fatti, ma non sulla loro esistenza.

Le teorie cospirative fasulle hanno invece, come loro caratteristica, di non offrire nessuna documentazione o certezza. Per supplire alla mancanza di prove, esse utilizzano la tecnica della narrazione, che fa presa sulle emozioni, più che sulla ragione, e conquista chi, con un atto di fede, ha già deciso di credere all’inverosimile, spinto da sentimenti come la paura, la rabbia, il rancore. Questi sentimenti vengono alimentati dalle epoche di crisi, come sta accadendo nella pandemia di coronavirus in corso. Non stupisce dunque il successo di teorie come quella di “QAnon”, venute alla ribalta dopo che si è appreso che adepti di questa fantasiosa narrazione erano Ashli Babbitt, uccisa da un colpo da fuoco, il 6 gennaio, all’interno del Campidoglio e Jack Angeli, lo sciamano di QAnon, divenuto l’uomo simbolo dell’invasione. QAnon raccoglie i seguaci delle rivelazioni di un anonimo utente internet, denominato Q, (QAnon sta per “utente anonimo”), che si spaccia per un ufficiale dell’intelligence incaricato dal presidente americano Trump e dal Pentagonodi «far pervenire alla popolazione informazioni vitali, altrimenti nascoste». Trump combatte una lotta senza quartiere contro un governo mondiale occulto di pedofili satanisti, la cosiddetta Cabala, che ha preso il potere negli Stati Uniti dopo l’uccisione di John F. Kennedy e da allora controlla il deep state (Stato profondo), con l’eccezione delle forze armate. I seguaci di QA affermano, tra l’altro, che il deep state tiene milioni di bambini prigionieri sottoterra dopo averli rapiti allo scopo di violentarli, e bere il loro sangue per trarne una sostanza psicotropa: l’adrenocromo, che conferirebbe una sorta di ringiovanimento a chi ne farebbe uso. La pandemia di Covid è considerata da QA come uno strumento della “cabala” per asservire l’umanità. Prima Q ha negato l’esistenza del virus; poi ha affermato che il virus è stato creato dal deep state per attuare il “Gran Reset”, ma il presidente Trump ritorcerà l’arma contro il nemico, fino al momento del “Gran Risveglio” (The Great Awakening), ossia l’ingresso in una nuova “età dell’oro” capeggiata da Trump e dai militari. Gli ultimi eventi negli Stati Uniti non lasciano prevedere il prossimo trionfo del presidente Trump, ma piuttosto il suo crollo, ma QA cambierà gli scenari, senza che i suoi seguaci se ne facciano un problema. Nell’era della post-verità, vero e falso, reale e immaginario, ormai si intrecciano, in un’atmosfera di impressionante perdita della ragione e dell’equilibrio.

L’esistenza di una cospirazione che ha per mira la distruzione della Chiesa e della civiltà cristiana non ha bisogno di nuove teorie, poiché è già provata dalla storia, né ha bisogno del segreto, perché la Rivoluzione agisce ormai a volto scoperto. Un criterio inoltre si impone. L’unica vera cospirazione contro cui valga la pena combattere è quella delle forze delle tenebre contro la Chiesa cattolica. Tutto il resto è secondario.

Roberto de Mattei

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