Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

“VOCI, SUONI E CANTI DI BRIGANTI IN TERRA DI LAVORO” A VILLA LATINA CHE HA RISPOSTO ALLA GRANDE, CONSIDERAZIONI E FOTO

Posted by on Giu 17, 2022

“VOCI, SUONI E CANTI DI BRIGANTI IN TERRA DI LAVORO” A VILLA LATINA CHE HA RISPOSTO ALLA GRANDE, CONSIDERAZIONI E FOTO

La narrazione storica sull’ultimo secolo di vita della Terra di Lavoro a cavallo tra il Regno delle Due Sicilie e il Regno d’Italia che l’Ass.Id.Alta Terra di Lavoro sta portando in giro per il Regno da 3 anni circa attraverso la musica e la recitazione, sabato 11 di giugno 2022 ha fatto tappa a Villa Latina una volta Agnone.

I timori di tanti, tra cui lo scrivente, che temevano di non attrarre un pubblico numeroso perchè lo spettacolo non è molto usuale, sono clamorosamente naufragati perchè s’è registrato un successo clamoroso sia per il folto numero di presenti e sia per la critica positiva degli addetti ai lavori. La notte si prestava all’evento ma aver visto un’attenzione quasi biblica verso la rappresentazione da parte di tutti i presenti vuol dire che lo spettacolo anche a Villa Latina “ha scassato” e ha permesso a tanti venuti da fuori di conoscere il piccolo ma grande borgo che per secoli portava il nome di Agnone per la gioia della comunità e del Sindaco Luigi Rossi che ha assecondato la volontà di un personaggio, che citeremo di seguito, di rappresentare il suddetto spettacolo.

La cornice della serata, come abbiamo pocanzi evidenziato, non sarebbe bastata se non ci fosse stata l’eccellente recitazione degli attori e delle ballatrici come l’eccellente prestazione dei musicanti confermando le precedenti rappresentazioni, hanno trasmesso emozioni e passioni intense a tutti i presenti anche a chi era venuto soltanto per curiosità

Già avevo tratteggiato la bravura dei protagonisti qualche giorno dopo gli spettacoli di Picinisco e Ceprano quindi ripetermi potrei solo risultare stucchevole ma due parole su chi ha partecipato per la prima volta come protagonista è doveroso farle a cominciare Leda Panaccione. Per nobili motivi, dirigere un musical per ragazzi, Loredana Terrezza è stata costretta a rinunciare mettendo in crisi il corpo degli artisti e la produzione che doveva in poco tempo cercare e scegliere una degna sostituta. La scelta è ricaduta su Leda una delle colonne del Cut di Cassino che ci ha accompagnato nel convegno su Pulcinella organizzato a Cassino e che abbiamo conosciuto anche nell’intervista che ci ha concesso qualche mese fa e bisogna dire che non è stato difficile pensare a lei grazie alla sua trentennale carriera teatrale, grazie ai suoi tratti somatici e grazie alla sua conoscenza della lingua laborina cassinese. Solo Leda poteva recitare i ruoli che Loredana ha reso mitici e alla fine possiamo ben dire che non ci eravamo sbagliati a scergliela ma la cosa straordinaria è che Leda non ha sostituito Loredana, non si sono azzerate, non hanno pareggiato ma si sono solo sommate, 1 più 1 fa 2. Leda ha dato la sua impronta, la sua intepretazione ai tre ruoli delle tre donne laborine che, mi ripeto, si aggiunge a quello che ha dato Loredana per la fortuna e la gioia dell’alta Terra di Lavoro che si ritrova due importanti attrici e artiste in grado di rappresentare il territorio e il suo patrimonio genetico. Fa anche la fortuna di eventuali autori teatrali ma abbiamo la presunzione e la superbia di pensare che emulare il Patriarca dell’alta Terra di Lavoro, Raimondo Rotondi, è quasi impossibile perchè l’attuale provincia di Frosinone è stata troppo inquinata dal giacobinismo carducciano che hanno spogliato un popolo dell’abito identitario e tradizionale.
C’è da notare che Leda ha anche dato un esempio di forte professionalità, concentrata fino a 2 h prima dell’inizio, con i copioni sempre in mano che ripetava in continuazione ricercando sempre l’isolamento e il silenzio per non lasciare nulla di intentato rispettando più possibile il copione e facendo comprendere che i 30 anni di carriera non sono una rendita ma una responsabilità e più accumuli anni di esperienza e più devi essere umile e come si sa l’umità appartiene ai grandi.

Raimondo, il Patriarca dell’alta terra di lavoro, da tempo, grazie all’aiuto e all’impegno della sua Ass.Id.Alta di Lavoro sta mettendo in forte crisi il panorama culturale del frusinate demolendo giorno per giorno il provincialismo chiamato ciociaria senza apparentamente sforzarsi troppo. Da qualche decennio c’è il tentativo di operare una iconoclastasia storico culturare, i sapientoni progressisti la chiamano cancel culture, per demolire i due giganti, Campagna di Roma e Terra di Lavoro, ma è bastato un umile, nel senso nobile del termine, impiegato comunale di Sora dal nome di Raimondo Rotondi per far crollare questo castello impastato con il nulla mischiato con il niente. Raimondo non ha fatto altro che ritrovare la storia che è scritta nella terra dell’alta Terra di Lavoro e utilizzando l’inchiostro che il Trascendente ha custodito nei cieli ha ripassato tutte le lettere di questa storia meravigliosa riportandola in superfice e ben visibile che dura da qualche millennio.

Tutti hanno dato una mano importante per la riuscitata dello spettacolo e della serata ma una menzione particolare bisogna farla a Domenico Fusco ‘o zampugnar” di Villa Latina che ancora passa le feste di Natale andando in giro per il Regno a suonare le Novene Tradizionali e che dopo aver visto lo spettacolo l’anno scorso a Picinisco ha voluto a tutti i costi portarlo nella sua vecchia e cara Agnone. Domenico, da buon zampognaro e dal passato di pastore, ha intuito a volo l’importanza di rappresentare lo spettacolo e da un anno che cerca di trovare il modo per portarlo a casa sua. Zampognari e Pastori hanno sempre avuto una visione universale della vita e grazie alla loro capacità di essere grandi pensatori e filosofi popolari, riescono ad anticipare i tempi e a capire le cose che hanno importanti contenuti soprattutto se identitari cogliendone l’essenza e Domenico ha intuito che il modus operandi aristocratico della sua Villa Latina abbinato alla grande scuola di costruttori e suonatori di zampogne e ciaramelle, non nasceva dal nulla o per caso, ma che ha una genesi molto lontana e particolare, una genesi cha appartiene alla Terra di Lavoro e al Regno di Napoli che accoglieva nella sua corte, quella di Ferdinando IV, i zampognari che venivano da ovunque ed erano così stimati e apprezzati da stimolare Paisiello alla scrittura di composizioni musicali per sola zampogna. Domenico ha capito che dopo la “Notte della Tammorra di Napoli” che lo ha visto tra i protagonisti, bisognava sciogliere le catene che lo tenevano imprigionato da 160 anni e lo spettacolo “Voci, canti e suoni di Briganti di Terra di Lavoro” rappresentava la definitiva liberazione di se stesso e della sua gente.

Di seguito le foto della notte del 11 di giugno informadovi che non tarderà ad arrivare la proiezione integrale dello spettacolo

Claudio Saltarelli

1 Comment

  1. Il passato e’ una miniera infinita cui attingere… la passione per la storia e la consapevolezza del suo valore sono gli ingredienti necessari per produrre spettacoli del genere che attingono a un patrimonio di cultura identitaria che finalmente ha trovato la via per esprimersi! Complimenti vivissimi ad autori, attori, scenografi, musici in una col pubblico presente!.. penso sia stato per tutti come vivere un sogno… Una serata fantastica! caterina ossi

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