Un parallelo tra il suicidio letterario di Ugo Foscolo e quello reale di Francesco Lomonaco di Giuseppe Gangemi
Nel 1796, Ugo Foscolo concepisce un romanzo epistolare, Ultime lettere di Jacopo Ortis, in cui data, a sei giorni prima della firma del Trattato di Campoformio, la famosissima frase che apre il romanzo e fa esplicito riferimento alla sostanza di quel Trattato: “Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto: e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia. Il mio nome è nella lista di proscrizione, lo so: ma vuoi tu ch’io per salvarmi da chi m’opprime mi commetta a chi mi ha tradito?” Questa apparente anticipazione della data non è un’incongruenza. Il Trattato di Campoformio definisce nei particolari la consegna di Venezia agli Austriaci già concordata, e sicuramente nota nelle linee generali, il 18 aprile 1797 alla firma del Trattato di Loeben.
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