UN’ALTRA OCCASIONE PERDUTA. L’ENNESIMA VITTORIA DELLA “STORIA CHE NON INSEGNA”
Domenica 29 maggio 2022, alla presenza delle autorità locali, è stata inaugurata a San Leucio una statua di Ferdinando IV.
Read MoreDomenica 29 maggio 2022, alla presenza delle autorità locali, è stata inaugurata a San Leucio una statua di Ferdinando IV.
Read MoreDa diversi anni la nascita di associazioni e movimenti che si propongono come obiettivo quello di ottenere una revisione della storia che ha portato alla scomparsa del più antico, esteso e coeso regno della penisola italiana dall’epoca del particolarismo dei comuni fino al secolo XIX ha fatto diventare di uso comune termini come “identità / identitario” e “insorgenza/insorgente”: parole che, sottintendendo un senso di amore per la propria terra, proprio per questo sentimento, vengono usate molto spesso con leggerezza..
Read More In un lontano e anonimo paesino viveva una famiglia composta da padre, madre e cinque figli. Al tempo di questa fiaba, cinque figli non erano molti, anzi il numero era considerato al di sotto della media. Questa famigliola possedeva un’umile casetta con annesso un modesto pezzettino di terra, che il capofamiglia coltivava a orto.
Il fine che si propongono le varie aggregazioni “identitarie” è quello di recuperare tutto quanto possa servire affinché chi, per i motivi più diversi, non ha avuto la possibilità di conoscere il proprio passato, fagocitato dagli incalzanti ritmi dei tempi moderni, possa venirne a conoscenza ed eventualmente trovare motivi per amare la terra che gli ha dato i natali, la sua storia, la sua cultura, i suoi usi, i suoi costumi, ecc.
Read MoreAnche nell’intervista al professor Vincenzo Abramo avente ad oggetto le insorgenze verificatesi nel Cilento all’indomani della proclamazione della Repubblica Napoletana è emerso nettamente che le condizioni di oggi (politiche, sociali, economiche) – vantaggiose per alcuni e svantaggiose per altri – sono figlie dirette del violento cambiamento che alcuni esaltati vollero imprimere negli usi, nei costumi, nella religione, nella storia e nella cultura di popolazioni che, a motivo della plurimillenaria stratificazione della loro storia, non ne avvertivano alcun bisogno, tanto che – ad innovazione avvenuta – la rivoluzione giacobina dovette amaramente registrare la totale assenza del popolo, il quale, anzi, le si rivoltò contro pur sapendo di non poter opporre nient’altro che il proprio coraggio e qualche arma sicuramente inefficace per far paura ad agguerriti, organizzati e famelici eserciti.
Read MoreNel collegamento del giorno 13 u. s. ho avuto l’impressione che il relatore cercasse di evitare in ogni modo che per il comportamento del generale Giuseppe Salvatore Pianell venisse usato il termine “tradimento” e che lo stesso venisse accomunato ai tanti altri che disonorarono la loro patria [Alessandro Nunziante, Ernesto Pianell (fratello di G. Salvatore), Landi, Anguissola, Vacca, Romano (Liborio), Clary, ecc.]
Il tradimento si può estrinsecare nei modi più diversi, anche con l’ignavia, e può riguardare un’idea, una o più persone o anche un territorio, il quale ultimo può essere addirittura la propria patria.
Non ci sono scuse di sorta per difendere o giustificare il tradimento, che, tra le azioni umane, è la più ignobile. Essa allontana anni luce il traditore dal resto della società relegandolo nei più bassi gironi infernali.
Forse, accanto ai cippi e ai monumenti funerari che riportano i nomi degli eroi sarebbe il caso di aggiungere anche i nomi dei traditori, in modo che i posteri sapessero, alcuni, chi ringraziare per le proprie fortune, ed altri chi maledire per le proprie disgrazie.
Castrese Lucio Schiano – 15.02.2022
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