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GIUSEPPE POLSINELLI TROMBATO DAI SUOI AMICI PIEMONTESI-SAVOIARDI

Posted by on Mag 28, 2023

GIUSEPPE POLSINELLI TROMBATO DAI SUOI AMICI PIEMONTESI-SAVOIARDI

DISCUSSIONE DEL PROGETTO DI LEGGE-PER MODIFICAZIONI ALLA TARIFFA DOGANALE

Ci aveva già pensato la dittatura di Garibaldi ad affossare le nostre industrie, il parlamento sabaudo-italiano nel maggio del 1861 non fece altro che ratificare quella scelta. Fu inutile il tentativo di Polsinelli di bloccare la legge che ratificava le modifiche daziarie.

Cavour e i suoi pretoriani meridionali – fra cui spiccarono Scialoja e Nisco per la loro feroce difesa del libero cambio – non vollero sentir ragioni. Il neonato stato doveva pagare i debiti contratti con inglesi e francesi e non si poteva permettere misure protezioniste in campo industriale. Per chi poi? Per i napoletani?

Alla fine votarono la legge 190 su 204 presenti!

Alcuni passaggi degli intervenuti da un’idea del clima in cui si lavorava nel primo parlamento italiano.

Conoscendo l’importanza di questa questione, mi affrettai di andare alla Segreteria a farmi notare, affinché, quando venisse in discussione nel seno della Commissione, potessi dire le mie ragioni e fare rilievi interessanti. Mi fu promesso che sarei stato avvertito; quando, dopo circa 20 giorni di inutile attesa, ieri fui dal segretario a sentire che ne era di questa Commissione, e con mia meraviglia vidi che tutto era già fatto e già pronta la relazione; mi si disse che si distribuiva in giornata; diffatti cosi fu.”

In Francia, in Inghilterra, quando si fanno queste variazioni, si sente prima il commercio; qui si agisce quasi ad modum belli. ”

Il signor Polsinelli alla fine viene a voler dimostrare che nell’ex-reame delle Due Sicilie le fabbriche erano in fiore, e che all’occasione delle nuove tariffe queste fabbriche sono cadute.

Io non ho saputo mai che nell’ex-reame delle Due Sicilie (che è pur carissima patria mia) siano giammai tanto fiorite queste fabbriche.”

Rimasto per dodici anni, per la santa causa della libertà, nelle prigioni e nell’esilio, si è ingannato quando ha creduto che poco o nulla avessero le manifatture napolitane progredito.”

Ma dice l’onorevole Sella che noi abbiamo agito un po’ troppo in fretta, che non abbiamo prevenuti gl’industriali. Questo è vero; ma che vuole? io sapevo già prima che cosa mi avrebbero detto gl’industriali (Si ride); è tanto tempo che discuto con essi, che mi pare ben difficile avessero a portarmi argomenti nuovi o tali che io non gli avessi già uditi dalla loro bocca.”

Ovviamente sarebbe semplicistico addebitare solamente a questa legge il nostro disastro economico. Come ben spiega Nicola Zitara nel suo ultimo libro pubblicato postumo dalla Jaca Book – L’INVENZIONE DEL MEZZOGIORNO, una storia finanziaria – fu soprattutto l’asservimento del sistema bancario meridionale a decretare la nostra rovina.

Siamo contrari alle modifiche toponomastiche perchè vengono pagate soprattutto dalla gente comune (che si ritrova a dover rifare documenti e certificati vari) ma se proprio si vogliono fare delle modifiche bisogna iniziare dai pretoriani meridionali, Scialoja, Nisco, Massari e tanti altri.

Che se ne perda la memoria, per sempre.

Zenone di Elea – 18 Aprile 2011

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