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Mozart, Salieri e Puškin

Posted by on Apr 29, 2024

Mozart, Salieri e Puškin

Per una nuova lettura del breve dramma Mozart e Salieri di Aleksandr Sergeevič Puškin 

Lo scrittore e librettista Giuseppe Carpani, inorridito per le malelingue che non stavano a freno, aveva provato a far pubblicare a Vienna una lettera in difesa del Maestro Salieri, accusato d’aver avvelenato Mozart, ma non c’era riuscito. Perciò sempre da Vienna, Carpani aveva inviato la stessa lettera alla Biblioteca Italiana che la pubblicò il 10 agosto 1824 con il titolo “Lettera del Sig. G. Carpani in difesa del M° Salieri calunniato dell’avvelenamento del M° Mozzard”.

La paranoia nei confronti dei rivali

Nella loro Storia dell’Opera, Abbate e Parker scrivono che nel dramma di Puškin “il perfido italiano, un compositore di successo ma in ultima analisi mediocre, uccide l’austriaco perché invidioso del suo genio: la paranoia nei confronti dei rivali a Sud delle Alpi non avrebbe potuto essere più chiara di così”. Concordiamo con il fatto che l’atteggiamento antitaliano fosse una paranoia tutta tedesca, che andava di pari passo con l’altra contro i cechi, i francesi, i russi e i boemi. Abbate e Parker traggono però le loro conclusioni da una lettura troppo frettolosa del dramma di Puškin.

Puškin in realtà prende in giro, alla fine del suo dramma, le dicerie degli sciocchi. L’omicidio di Mozart è una notizia messa in giro ad arte da gente stolta. Così la vede il poeta russo. Né ci si poteva aspettare qualcosa di diverso da un autore d’ingegno com’era lui.

Una diversa chiave di lettura

Per certi critici della letteratura russa, e anche per noi, non è vero che Puškin considera Mozart un genio e Salieri un incapace privo di talento.

Nella Scena seconda del microdramma di Puškin, intitolato Mozart e Salieri, Wolfgang parlando a Salieri afferma che Beaumarchais è “un genio come te e come me”, e che entrambi sono figli dell’armonia. Puškin considera quindi geni tanto Salieri, quanto Mozart.

In realtà nel suo dramma, Salieri e Mozart rappresentano due mondi poetici opposti l’uno all’altro.

Un artista senza predecessori né seguaci

Mozart rappresenta nell’opera del poeta russo l’artista che non ha predecessori né seguaci, che è senza scuola, cui tutto è donato, al quale gli dei dettano la musica. Salieri invece è uno che è diventato famoso con lo studio, con l’applicazione, con il sacrificio.

Salieri e Michelangelo

Puškin, nel suo lavoro, paragona Salieri a Michelangelo Buonarroti, il quale era stato pure calunniato. Dicevano che il sommo artista avesse ammazzato un giovane per poter scolpire dal vero la sua scultura. Ma non era per nulla vero. Esattamente come nel caso di Salieri.

Secondo alcuni critici della letteratura russa, Salieri ha fatto benissimo a uccidere Mozart nel microdramma di Puškin, perché Salieri e Mozart sono solo dei simboli. Non c’è un fatto cruento. Quei due non sono personaggi in carne ed ossa.

Per Puškin l’uomo è homo faber e quello che fa è frutto della sua libera scelta. I frutti delle sue azioni sono meritati, non un dono gratuito elargito dagli dei. Puškin preferisce Salieri che s’è fatto da sé a Mozart che non ha dovuto fare nessuno sforzo per comporre la sua musica. In quel periodo romantico imperversava ancora il mito del genio di natura, e Puškin lo rinnega al punto da uccidere il suo personaggio di Mozart.

L’artista vero non può essere per Puškin un dio come si diceva per Mozart. Nel suo lavoro il poeta russo presenta il Salisburghese come un perdigiorno, uno che non si rende conto di quello che scrive. Salieri invece è paragonabile a Prometeo che ruba il fuoco agli dei. Li sfida per creare cose autonome, meritate, e non gratuite.

E se Puškin fosse Mozart e insieme Salieri?

Puškin uccide in Mozart un aspetto della sua poetica che probabilmente non lo soddisfaceva più. I tedeschi hanno interpretato il microdramma nell’unico modo pro domo sua, dicendo che Salieri è un assassino e Mozart un eroe. Ma non si deve dimenticare che Puškin considera geni tanto Salieri, quanto Mozart. L’Italiano infatti si appella a Dio, dichiarandosi grande né più né meno del suo maestro Gluck, il quale pure è un grande.

Il senso del microdramma Mozart e Salieri cambia completamente, a seconda che a leggerlo siano gli adoratori di un dio, chiamato Mozart, o una mente libera come quella di un poeta. La cosa strana è che nessuno in Italia, tranne noi per quel che ci risulta, abbia mai considerato il microdramma in questo modo.

Oltre il senso letterale

Il libro di Puskin l’abbiamo letto più volte. Nessuno ovviamente ha le certezze in tasca, e un’opera si può interpretare in senso letterale, oppure cercando altri piani di lettura. Noi non ci vediamo tutto quell’odio per Salieri. Puškin non conosceva Mozart, né l’aveva mai visto, perché quando è nato lui, Mozart non c’era più. Salieri non lo conosceva personalmente, da quel che ne sappiamo, ma la sua musica l’aveva bene presente.

Un’opera di Salieri sulla gelosia

Nel suo microdramma Puškin parla del Tarare che è un’opera sulla gelosia, e quell’opera è scritta da Salieri. Se Puškin sa fare questi rimandi vuol dire che Salieri l’aveva ben presente come musicista. E se lo conosceva tanto approfonditamente, noi pensiamo lo stimasse.

Egli ricordava perfettamente la storia di Beaumarchais, librettista del Tarare, che fu calunniato e anche lui accusato d’essere un assassino.

Di dominio pubblico in Russia c’era anche quella lettera che Carpani scrisse in difesa di Salieri, che abbiamo citato all’inizio. Alcuni contenuti di quella lettera sono finiti nel microdramma di Puškin, e questa è un’altra delle ragioni per le quali ci convince l’idea che Puškin amasse la musica di Salieri.

La poetica di Puškin

Uno può leggere un lavoro letterario come vuole. Nel caso del poeta russo certa critica l’interpreta esattamente come i mozartiani, un’altra invece ci vede Salieri come un genio. Leggendo il testo, a noi convince questa seconda interpretazione.

Conosciamo e amiamo le poesie di Puskin. Era una persona molto colta. I suoi versi comunicano gioia di vivere, malinconia, tutte le sfumature dell’animo. Anche solo immaginare Puskin che sostiene un’orribile diceria suona assai strano. Non era così meschino da accanirsi impietosamente contro un calunniato.

Conclusioni

Per questo siamo andati a fondo, abbiamo letto il testo di Mozart e Salieri di Puškin, e poi Carpani, e i saggi di critica letteraria russa. Per approfondire l’argomento e la nuova chiave di lettura, qui solo accennata, ti invitiamo a leggere il capitolo sul microdramma di Puškin nel libro Mozart la caduta degli dei Parte prima.

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