Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

NEL 1799 CELLOLE CACCIO’ I GIACOBINI PERCHE’ SANFEDISTA E REALE

Posted by on Apr 13, 2020

NEL 1799 CELLOLE CACCIO’ I GIACOBINI PERCHE’ SANFEDISTA E REALE

In questi anni l’Ass.Id.Alta Terra di Lavoro ha girato la Terra di Lavoro per divulgare l’altra faccia della medaglia della storia sul 1799 e per esattezza quella che non viene raccontata e spesso occultata dalla storiografia istituzionale che alla fine con il suo comportamento provinciale legittima la tesi di Gramsci che la definisce salariata.

Anche il territorio aurunco è stato interessato da questo viaggio e dopo aver iniziato con Sessa Aurunca, una volta prestigioso Ducato, e dopo aver fatto tappa ad Itri, Castelforte  e Minturno, sabato 13 aprile 2019 lo chiude questo faticoso percorso a Cellole che dopo esser stato uno dei più importanti Casali del Ducato di Sessa nel 1975 conquista la sua autonomia ed indipendenza diventando Comune staccandosi da quello della suddetta Sessa.

Nel 1799 Cellole, come Sessa, fu un assoluta protagonista di quegli eventi dimostrando una fedeltà assoluta, alla Croce della Chiesa Apostolica Romana, al Re, Ferdinando IV di Borbone, alla propria identità, alla propria terra e alla propria tradizione fornendo una prova di forza e di coraggio tipica dei popoli Aurunci e Laborini.

Le Insorgenze cellolesi furono coraggiose e caparbie e furono di valido supporto alla Massa Leone Di Tora che disponeva dell’esercito più numeroso, dopo quello dell’Armata Reale e Cristiana guidata dal Card. Fabrizio Ruffo, e di concerto con quella guidata da Fra Diavolo riusci a respingere più volte gli assalti dell’Esercito Francese Giacobino, prima di capitolare. Le masse insorgenti aurunche pur sconfitte non mollarono e si fecero trovare pronte quando giunse il momento di ricacciare l’invasore straniero, ricordiamo che nel 1799 ci fu per la prima volta nella storia una guerra di resistenza di un popolo, era quello napolitano.

Cellole dalla grande storia e cultura in quel tragico semestre ha dato il suo contributo anche intellettualmente grazie al cellolese Abate Mattia De Paoli membro della prestigiosa “Arcadia” con il nome arcadico di “Fileno Depulsiano”,  in seguito verrà insignito con il titolo Pastore Arcade Tiberiano e “Accademico Sincero Laureto dell’Arcadia Reale di Napoli. Scrisse molte opere tra cui le più apprezzate sono: “Traduzione del Salmo IX in ampia lirica poetica italiana, per l’immortale trionfo di S. M. Regnante Ferdinando IV Borbone Napoli MDCCXCIX”, “Traduzione de’ Salmi XX e LXXI in lirica poetica italiana”, “La Rivelazione difesa, Dissertazione dell’Ab. Mattia De Paoli da Cellole, dedicata a S. E. Rma. D. Giuseppe Carrano Arcivescovo di Trajanopoli  confessore di S. M. Ferdinando ZV Borbone Re delle Sicilie D.G. Napoli MDCCCZV”, “Panegirico sopra la passione di Maria Vergine a pié della Croce recitato dal Parroco Mattia De Paoli nella Chiesa di A.G.P. della Città di Sessa Napoli MDCCCXZ”, e testi antigiacobini quali “Incitamento al Popolo Sessano” e “La Rivelazione Difesa” scritto nel suo esilio a Montefiascone. Un’altra figura di spicco del Demanio Reggio di Sessa dallo spirito sanfedista contemporaneo al De Paoli fu il Vescovo di Sessa Pietro De Felice che scrisse “Il Catechismo Reale” in risposta al “Catechismo Repubblicano”, giacobino, e anticipò il “Catechismo Imperiale” di  Napoleone.

Se Cellole ha rivissuto in un caldo pomeriggio di primavera le gesta dei propri antenati lo deve alla volontà e alla capacità dell’”Associazione Ariella” una giovane, non sol per essersi costituita da poco tempo ma anche per aver aggregato tanti giovani e giovanissimi, associazione che ben diretta da Biagio Palladino s’è fatta carico di ripescare negli antichi archivi immateriali Cellolesi le tradizioni contadine, culturali ed artistiche che anche qui rischiavano di scomparire per colpa del modernismo che trincerandosi dietro la parola progresso vuole annientare le identità e renderci tutti cittadini del Truman Show globalizzato.

Nel convegno s’è presentato il testo di Petromasi sull’epopea dei Sanfedisti guidata dal Card. Ruffo ed edito dall’ Ass .Id. Alta Terra di Lavoro ma ha visto esibirsi con rappresentazioni musicali il piccolo e grande esercito pacifico de l’” Ariella” e Raimondo Rotondi  che ha recitato monologhi teatrali in Lingua Laborina.

L’ Ass. Ariella ha regalato alla comunita cellolese un momento di grande commozione quando ha scoperto il famoso quadro dell’artista Francesco Girone padre del M.so Domenico Girone che rappresenta il miracolo che avvenne proprio nel 1799 quando la Madonna di Costantinopoli apparve e fermo l’esercito Francese intento ad invadere Cellole facendo inginocchiare i cavalli dei pirati in difesa “Ble” alla porte del Casale.

L’Ass. Ariella, altresi, hanno offerto a Cellole un convegno che ha visto come protagonisti due personalità culturali di enorme spessore quali lo storico Laborino Fernando Riccardi e il Prof. Fernando Di Mieri venuto dal Cilento, per esattezza da Altavilla Silentina.

A nome dell’Ass. id. Alta Terra di Lavoro ringrazio la popolazione di Cellole e l’Associazione Ariella per l’ospitalità e l’accoglienza per il prima e per il dopo convegno che ci hanno riservato.

Di seguito foto e tutti i video girati da Francesco Rotondi e Mattia Freda 

Claudio Saltarelli     

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.