PIETRO A DANIELE PREGO……ACCOMODATI
Nella vita ascoltare saggezze antiche ogni tanto non guasta come.. “quello che trattieni per te lo perdi per sempre mentre quello che doni agli altri lo trattieni per sempre” e questo nobile comportamento quando viene applicato diventa concime naturale per l’orto sacro della tradizione ma purtroppo molto spesso viene ignorato in tutti i campi della vita.
Questo succede anche quando si parla di “genioidi” che operano nella cultura, nell’artigianato, nello sport e nell’arte ma in questo caso li possiamo giustificare perché il genio è qualcosa che non si può insegnare o trasmettere, è un dono divino che bisogna gustarsi se hai la fortuna di viverlo ma non puoi sperare che possa essere tramandato ma ci sono sempre rare eccezioni. Gesù disse “Simone sarai la Pietra su cui fonderò la mia Chiesa” e così l’unto del Signore ha baciato Piero Ricci per farlo diventare “la Pietra su cui costruire il Tempio dello Strumento di Dio, la Zampogna, da cui esce la vera e unica musica sacra in onore di suo Figlio” con la logica conseguenza che “Pietro” è un raro esempio di un genio che insegna e trasmette la sua conoscenza artistica, non sapienza perché quella appartiene solo a “Dio”, agli allievi che hanno la voglia di imparare il suo strumento e la sua tecnica musicale. “Pietro”, non è un caso che il suo nome anagrafico è questo, opera “in missione per conto di Dio” non per cancellare la tradizione dei tanti zampognari che suonano da millenni alla corte di nostro Signore, anzi lui si inchina a questa sacralità artistica e si sente un suo figlio, oppure per sconfessare le tante ricerche o studi degli etnomusicologi e antropologici che studiano questo strumento Sacro e le sue musiche, ma lo fa per completare la loro opera e cercare di riprendere il lavoro lasciato a metà da Giovanni Paisiello 300 anni fa alla corte di Napoli. “Pietro”, come tutti quelli che si sentono investiti da una missione, va avanti e tira dritto per la sua strada ignorando tutti i suddetti etnomusicologi, antropologi e musicanti inquinati da un animo farisaico che cercano di buttare veleno e tossicità affinchè possa fallire, ma, purtroppo per loro, hanno perso clamorosamente, “Pietro” è titolare di cattedra accademica aperta a Campobasso per l’insegnamento della Zampogna. “Pietro” sta conducendo con zelo e impegno la sua missione e ce ne siamo accorti venerdi 21 luglio a Sepino nello splendido Teatro dell’antica città di Altilia di origine sannita ma con architettura Romana di fine Impero quando, a metà del meraviglioso concerto di cui parleremo in un altra occasione, ha fatto esibire un suo allievo Daniele Romano di soli vent’anni che ha incantato ed emozionato non soltanto per la sua giovane età ma per la sua bravura. In questo frangente“Pietro” ha dimostrato di non essere soltanto un geniale compositore ed interprete figlio della Musica Napoletana del settecento unica e inarrivabile, ma anche un figlio degno della scuola musicale napoletana che non è una scuola ma “la scuola” che poggia su due gambe, la prima è quella del dogma e del magistero musicale molto rigido e difficile, mentre sull’altra poggia la creatività, l’interpretazione e la caratteristica personale che il musicista deve mettere nel suonare che abbiamo visto anche in Daniele dove s’è notato l’impronta e il dogma di “Pietro” fuso con la personale esecuzione e tecnica tutta sua unica ed inimitabile già a 20 anni, non so perché nell’ascoltarlo mi è venuto in mente un altro ventenne Alessandro Pagliari con le dovute proporzioni che saranno certamente azzerate in breve tempo se Daniele continuerà ad applicarsi e a lavorare duramente, Viva i Giovani!!. Daniele ha dimostrato, altresì, di essere anche un “animale” da palcoscenico infatti dopo i primi attimi di naturale emozione, s’è presa la scena dominandola con una tale disinvoltura costringendo i “cavalieri di Piero”, che inizialmente dovevano sostenerlo, ad essere da lui sostenuti emozionando il teatro esaurito in ogni ordine di posto e Pietro che, per come era contento, lo dirigeva saltellando e muovendosi come faceva Totò quando intepretava magistralmente la marionetta, non si può capire se non si era presenti ma qualche cosa si può intuire vedendo il video di seguito. Nulla nasce dal caso e qualcuno al di sopra di noi ha scelto“Pietro” che, l'”evangelizzazione zampognara”, la sta facendo con applicazione ed impegno e da queste prime battute i risultati li sta ottenendo con successo ma per far si che possa durare nel tempo c’è bisogno di una volontà collettiva e Dio, che non è il mago Silvan, ci ha anche donato il dono del libero arbitrio che ci permette di scegliere se accogliere un suo dono Divino oppure no, ma se non si dovesse cogliere l’oppotunità attraverso “Pietro” la Zampogna rimarrà sempre lo strumento di Dio, titolo che nessuno umano potrò mai togliere.