Alta Terra di Lavoro

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QUANDO I MERIDIONALI SI RIFIUTAVANO DI EMIGRARE AL NORD

Posted by on Giu 13, 2025

QUANDO I MERIDIONALI SI RIFIUTAVANO DI EMIGRARE AL NORD

I napoletani e i siciliani, prima del 1861 non conoscevano l’emigrazione. Dopo la forzata annessione, con la chiusura delle fabbriche, la perdita dei terreni in enfiteusi e la chiusura degli uffici pubblici e dei ministeri dell’ex Regno delle Due Sicilie, per i meridionali comincia l’esodo forzato verso il nord. E giustamente nei primi anni, i nostri avi, si rifiutarono di lasciare la loro terra natia per una terra considerata straniera.

Di questo aspetto ne parlarono lungamente anche alla Camera il presidente dei ministri Ricasoli, il guardasigilli Miglietti, i ministri Della Rovere (guerra), Peruzzi (lavori pubblici), Menabrea (marina), Brofferio e Petruccelli della Gattina. In particolare, Miglietti, ministro di Grazia e Giustizia, ammise che dei suoi 108 dipendenti solo tre erano napoletani: «Nel fare l’ordinamento del mio Ministero io ho contemplata la venuta di questi napoletani, che io desiderava, che chiamava, che pregava perché venissero, ed ho per questo lasciato vacante un posto di capo di divisione, ho lasciati vacanti due posti di capo sezione, ho lasciati vacanti ancora più altri posti, e ciò sempre nell’intendimento di nominare a questi posti impiegati napoletani […]. A quanti io ho fatta la proposta di venire impiegati al Ministero a Torino, tutti mi risposero: per carità, datemi un posto qualunque, ma a Napoli; datemi anche un posto inferiore a quello che ora occupo, ma in Napoli, poiché io assolutamente non posso andare a Torino»

Fonte: Le Città del Sud

3 Comments

  1. Sono cresciuta con la favola che, “in cerca di una vita migliore”, i miei nonni (materni) e i bisnonni (paterni) emigrarono dall’entroterra sicula, per l’America.
    Io sono nata lì, ma da “straniera”. Appena trentenne, da sola e con $500 dollari in tasca, sono rimpatriata. E non ho mai guardato indietro.
    Io ho fatto un biglietto aereo, solo andata, mentre i miei antenati intrapresero un viaggio durato diverse settimane su un transatlantico. Anche loro, solo andata. La differenza essendo che loro furono costretti a scegliere –-se di “scelta” si possa parlare– tra la fame, e una “vita migliore” con un destino ancora più ignoto.
    Nessuno sceglie mai di lasciare la propria terra. Mi sento tutt’ora scippata dalla mia vera patria, quella siciliana: la mia lingua, la mia terra, la mia gente. Nonostante mille difficoltà, non tornerei mai indietro. Come scrisse Nietzsche, ho “la sensazione di essere ancora in tempo per salvarmi.”

    Cynthia Salatino

  2. Mio padre che emigro in Francia aveva avuto l’opportunità di andare a lavorare a Torino. Alle mie domande mi rispose : « Meglio essere immigrato in un paese straniero che immigrato nel suo proprio paese » Per tanto tempo questa riflessione mi ha turbato.

    Hub Ferrari

  3. La Napoli che i loro avi hanno lasciato e’ rimasta nel cuore… Chissà se dopo tanti sacrifici si sono accasati al meglio nel nord, ma il richiamo della propria antica patria non li lascia certo indifferenti… Fateci sapere se il ritorno è o sarà solo un fatto sentimentale che ovviamente si porterà dietro. La terra natia e’ comunque sempre un mondo che si sono portati nel cuore ed ora sono comunque tormentati per una decisione difficile.

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