Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

“VOCI, CANTI E SUONI DI BRIGANTI IN TERRA DI LAVORO” RINGRAZIA SORA  

Posted by on Ott 7, 2023

“VOCI, CANTI E SUONI DI BRIGANTI IN TERRA DI LAVORO” RINGRAZIA SORA  

Se a distanza di due settimane dalla messa in scena a Sora dello spettacolo “Voci, Canti e suoni di Briganti in Terra di Lavoro”, presso la Casa della Cultura già Convento di San Francesco, andando in giro per le vie del centro dell’antico e aristocratico capoluogo laborino, persone conosciute e sconosciute ti fermano per dirti di essere rimasti senza parole per quello che hanno visto non pensando che fosse cosi bello vuol dire che il consenso avuto a Scurcola Marsicana non era occasionale e che la nuova forma artistica è quella giusta. Come ha confermato Andrea Nerone e la sua gentile consorte Clara presenti a Sora, andando a prendere un caffè nel loro salotto di casa che grazie ai lusinghieri giudizi e apprezzamenti per lo spettacolo, la bevanda nera mi è sembrata dolcissima nonostante la prenda senza zucchero.

Giove Pluvio voleva che le cose non andassero per il verso giusto e nonostante tutte le previsioni meteo, compreso quello dell’aeronautica,  che davano per certo il sereno dalle 14 in poi ha deciso 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo, di mandare giu un temporale di soli 4 minuti nell’intento di far saltare la serata e far rimandare lo spettacolo in data destinarsi che a fine settembre significava annullarlo. Come si dice “mai mettersi contro i Briganti” se non si conoscono le loro origini e le loro radici perché si rischia di scottarsi le dita come è capitato a Giove Pluvio a Sora che ha visto fallire il suo desiderio e con l’aiuto di Fra Diavolo che aveva dormito in quel luogo, lo spettacolo è andato in scena nella sala conferenza rispettando orario e il numeroso pubblico accorso. I più penalizzati in questo improvviso cambio di programma sono stati i musicanti che dopo aver provato per ore con l’amplificazione in esterna si son ritrovati a suonare in acustica in una sala del 600 e senza un minuto di prova rischiando di fare brutta fugura, ma dopo il primo brano hanno messo le cose a posto modulando le vibrazioni degli strumenti all’ambiente deliziando e gratificando il pubblico presente. Angelo Fusco, Diego Fusco, Daniele Tersigni e Adriano Macioce rispetto a Scurcola Marsicana hanno fatto un bel passo avanti confermando il loro affiatamento figlio di tanto lavoro e impegno, comprendendo a pieno il loro ruolo di musicanti in uno spettacolo teatrale e non in una esibizione musicale asciugando alcuni pezzi che sono diventati di altissimo livello. Chi ha avuto i problemi maggiori nel cambio di palcoscenico è stata certamente Immacolata Argiento dal Ducato di Sessa che ha dovuto in fretta e furia rimodulare la voce in un ambiente, gli addetti ai lavori lo definiscono adatto per il “canto a cappella”, che già con le semplice castagnette, immaginate tra zampogna, ciaramella e organetto, spariva ma dopo il primo pezzo ha rimesso tutto a posto dimostrando di essere una delle migliori voci popolari femminili in Terra di Lavoro e faccio mio un commento di Diego Fusco “tè na vocë commë nu stèréë a tré valvulë, rëmanë ‘ncima alla corda senza movësë y  quann’avéssa cala’ arrapë a tèrza manopula y  chiurë gliu cantë”.

Chi ha accompagnato ai balli Cinzia Zomparelli in questo spettacolo è stata Oriana Iannetta  che ha sfoggiato il suo talento innato per i balli identitari dell’alta terra di lavoro riuscendo a controllare la sua vulcanica energia adattandola ad uno spettacolo teatrale andando in piena sintonia con Cinzia come se avessero ballato insieme da un decennio. Con il suo aspetto fisico tipico di una donna di altri tempi con una carnagione liscia e rosea tipica delle nostre bellissime nonne in gioventù, ha dato un tocco di teatralità importante, considerando che tra le protagoniste c’erano molte brigantesse, donne belle ed intense.

Cinzia Zomparelli è diventata, suo malgrado, un giocatore che riesce a ricoprire tutte le zone del campo e in una serata in cui mancavano molti artisti s’è fatta carico di molti ruoli e tutti difficili con una concentrazione massima fino all’ultimo secondo senza abbassare il livello che è rimasto alto per tutta la durata dello spettacolo nonostante i numerosi balli che ha sostenuto e nonostante l’impegno che richiede la lettura di testi in italiano che non ti permette distrazioni perché non hai l’ombrello che ti può dare la lingua laborina quando reciti.

Nello spettacolo si narrano le vicende di briganti conosciuti ai più come Fra Diavolo o Domenico Fuoco che non hanno bisogno di presentazioni altri sono sconosciuti e quindi si pensava alla creazione di un libretto che spiegasse il percorso storico e i personaggi fino a quando Leda Panaccione ci ha consigliato di usare una voce recitante che appare e scompare accompagnando il pubblico prendendolo per mano e a Sora abbiamo accolto il consiglio. Fabrizio Nardone, attore navigato ed esperto, che vestito da Brigante ha recitato come noi gli abbiamo chiesto ma lo ha fatto con tale passione, forza ed intensità che tutti hanno pensato che fosse un brigante vero, al contempo ha dato una fluidità alla rappresentazione tipica del teatro greco, promosso a pieni voti e ringraziamo Leda Panaccione per l’indicazione.

Parlare di Raimondo Rotondi può apparire stucchevole perché ne abbiamo tessuto le lodi e i meriti tante e tante volte ma questa volta ha recitato nella sua Sora, abita ad Arpino ma la metà della giornata la passa li, davanti a tanta gente che lo conosce e colleghi di lavoro, lo ha fatto senza sbavatura, senza incertezze con la massima concentrazione sobbarcandosi lavoro extra, come per Cinzia Zomparelli, per sopperire alle assenze e come ci ha abituato nella recitazione ci ha donato nuovi messaggi storici e politici per nuovi spunti di riflessione perché, non bisogna mai dimenticarlo, lo spirito principale dello spettacolo e far conoscere la nostra storia. Il suo sorano ha incantato ed emozionato i presenti che in molti lo hanno ascoltato con nostalgia e dolce “a’pucundria”!!

Quante volte vediamo fuori i supermercati prendi 4 e paghi 1 che subito ti cattura l’attenzione ma poi ti rendi conto che la merce offerta o è scadente oppure è prossima alla scadenza ma per fortuna a Sora questo rischio non s’è corso perché abbiamo si pagato 1 e preso 4, ma per un pezzo pregiato come una Ceramica di Capodimonte, parlo di Teresa Recchia da Cassino che ha esordito come attrice nello spettacolo recitando tutti i monologhi femminili in lingua laborina in maniera eccellente rasentando la perfezione. Teresa ha fatto suoi tutti i quattro personaggi che ha messo in scena entrando di prepotenza nelle caratteristiche antropologiche di ognuno di esse, è stata la brigantessa sfottente Rosa Antonucci maritata Cedrone, per poi diventare una tigre quando ha recitato Civitina la Brigantessa. E’ stata la disincantata moglie di “Pauline” sopravvissuta alla tragedia della guerra, per chiudere recitando con dolore il dramma di una mamma di un fanciullo venduto alle vetrerie francesi. Le avevo chiesto di usare la mimica e la postura della commedia dell’arte napoletana perché quando si recita in una lingua non sempre comprensibile e utile per far capire il testo e Teresa lo ha fatto come meglio non poteva ricordandomi le nostre nonne, le nostre zie e le tante donne conosciute nella mia infanzia che recitavano se stesse. Teresa nel pieno rispetto delle giuste pause e i cambi di tono e ritmo, ha recitato con intensità e passione e non so se lo ha fatto per la sua bravura di attrice o perché s’è sentita ognuno delle donne che ha rappresentato, ma certo ha toccato il cuore di tutti i presenti che si sono sentiti trasportati indietro nel tempo con la sensazione di vivere personalmente il contesto storico di riferimento. Teresa ha incantato anche perchè non è stata una borghese che ha recitato i ruoli di popolani rischiando di sconfinare nel folklore, ma perchè nella recitazione è un’aristocratica quindi le viene naturale recitare ruoli del popolo, quello vero e non quello ridicolizzato dalla borghesia, che è aristocratico nella sua essenza ed identità e sempre alla pari di cavalieri e teste coronate. Stesso giudizio che estendo a tutte le artiste che partecipano allo spettacolo senza nessuna esclusa, perchè in scena viene fuori quello che hanno nel patrimonio genetico e che forse non sanno di avere, aristocratiche napolitane che sono prima “femmine e poi donne”, una unicità delle nostre donne trasversali a tutti i ceti sempre che non si perdano nel femminismo.

Un saluto va altresì ad Elena Sorgente, Maya Tedesco, Leda Panaccione e Roberta Evangelista che per causa di forza maggiore non erano presenti ma per come hanno seguito la preparazione hanno dimostrato attaccamento e affetto per lo spettacolo e questo ci onora.

Ringrazio il pubblico che ha partecipato con attenzione e passione fino all’ultimo secondo che ha salutato gli artisti con un fragoroso applauso e ringrazio altresi Andrea Nerone e Alessandro Parente due monumenti della cultura e dell’arte della Terra di Lavoro che hanno avuto parole sinceramente lusinghiere per tutti gli artisti e forte apprezzamento per lo spettacolo che ci riempie di gioia e orgoglio ma al contempo ci da un peso e una responsabilità sempre maggiore per il futuro.

Un pensiero e un ringraziamento va a Giorgio Mennoia perchè tra tante difficoltà ma con tanta passione e competenza, ha creato un movimento teatrale a Cassino con una scuderia a cui molti attingono compreso noi che abbiamo portato in scena Leda, Roberta, Teresa e Fabrizio che con la loro bravura non solo lo hanno arricchito ma addirittura ci hanno dato una mano a tenerlo in piedi.

Chiudo ringraziando il Comune di Sora nelle persone del Sindaco Luca Di Stefano, l’Ass. alla Cultura Sig.ra Maria Paola Gemmiti e alla responsabile alla Cultura Sig.ra Claudia Sardellitti che di concerto con la Provincia di Frosinone hanno permesso e voluto lo spettacolo nell’antico capoluogo laborino.

Claudio Saltarelli

di seguito foto a colori scattate da Stefano Impero dopo aver pubblicato quelle in bianco e nero

1 Comment

  1. Grazie Infinite Claudio

    Articolo davvero che riempie di orgoglio per quanto mi riguarda e che condivido pienamente in merito al lavoro svolto da tutti, a partire da te che non stavi pensando neanche alla pioggia e con la tua camicia bagnata, da vero brigante, hai fatto in modo che si facesse un altro pezzo di storia, direi storia teatrale ma sarebbe riduttivo, quindi di STORIA!

    fabrizio nardone

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