Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

1799, LE PROFEZIE DI SANT’ALFONSO MARIA DE LIGUORI CE NE PARLA FERNANDO DI MIERI

Posted by on Mag 18, 2023

1799, LE PROFEZIE DI SANT’ALFONSO MARIA DE LIGUORI CE NE PARLA FERNANDO DI MIERI

Terminiamo il terzo anno di trasmissioni dedicate alla storia identintaria, insorgente e napolitana con i botti perchè si parlerà del 1799, inteso come periodo storico, ma a differenza di come di solito facciamo narrando le drammatiche vicende belliche a seguito dell’invasione francese giacobina, questa volta lo faremo in maniera diversa perchè parleremo di profezie che disse in tempi non sospetti, un gigante della Chiesa Cattolica Romana, dell’umanità tutta e grande servitore di nostro Signore quale è Sant’Alfonso Maria de Liguori su Napoli e sull’anno 1799. Ce ne parlerà un nostro caro amico e nostro associato il Prof. Fernando Di Mieri che ha ritrovato le suddette profezie, sconosciute ai più se non agli addetti ai lavori, che vorrà farci conoscere e che, a sua detta, ci lasceranno interdetti. Per ascoltarle vi diamo appuntamento a venerdì 19 maggio alle ore 21 come di seguito riportiamo

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Sant’Alfonso Maria de’ Liguori il Santo Musicista

Posted by on Ago 1, 2024

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori il Santo Musicista

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori è stato proclamato da Pio XII patrono dei moralisti e dei confessori

“Tu scendi dalle stelle o re del cielo e vieni in una grotta al freddo e al gelo”: inizia così la più celebre canzone popolare di Natale, e può venir voglia di conoscere chi sia l’autore e quale sia stata la sua vita. Alfonso Maria de Liguori, questo il nome di colui che la ideò, nasce a Napoli nel 1696, da famiglia nobile e ricca. Dati i natali, la sua vita sembrerebbe già scritta: lo aspettano onori, ricchezze, potere. Suo padre nutre grandi ambizioni per il figlio, e lui ha doti non ordinarie. Studia musica, ama dipingere, si iscrive, a 12 anni, presso l’Università di Napoli, per divenire avvocato.

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FERDINANDO IV DI BORBONE A 200 ANNI DELLA SUA MORTE

Posted by on Gen 14, 2025

FERDINANDO IV DI BORBONE A 200 ANNI DELLA SUA MORTE

Ferdinando IV di Borbone di Napoli poi divenuto I delle Due Sicilie, è stato con i suoi 66 anni di reggenza il Re tra i più longevi della Storia e già questo aspetto lo fa apparire come sovrano ed un essere umano dalle caratteristiche non comuni. Non so se nella storia c’è stato e continua ad esserci un Re così tanto chiacchierato come Ferdinando, così tanto denigrato e cosi tanto insultato, ma certo per rimanere in piedi per quasi 70 anni sul trono napolitano in un periodo storico di trasformazione così convulso e complesso qualche virtù ha dovuto avere nonostante la grande campagna diffamatoria messa in piedi da Benedetto Croce che ancora oggi è tenuta ben viva dal giacobinismo napoletano che cerca, attraverso gli insulti al Sovrano Napolitano, di legittimare al sua insulsa e inconcludente esistenza in vita. Ferdinando IV è stato un Re certamente particolare e unico nel suo genere che ha fatto cose molte importanti e innovative, inedite non soltanto per l’epoca ma anche per i giorni nostri, come ha fatto innegabilmente degli errori che hanno segnato l’esistenza della Casa Reale Napolitana e del Regno stesso che pochi anni dopo la sua morte finì la sua lunga vita durata per sette secoili e mezzo. Lo storico napolitano e accademico Emilio Gin, a cui nessuno può appiccicargli l’etichetta di fervente Borbonico, nel suo ultimo lavoro, “Ferdinando IV di Borbone”, ha fatto emergere aspetti importanti e positivi su Ferdinando IV almeno fino al 1799, in politica interna, nel suo legame con la fumina, forse meglio dire fumosa, Regina Maria Carolina, con Acton ma soprattutto con il padre Carlo III con cui ebbe rapporti controversi e burrascosi in politica estera riuscendo ad emangipare il Regno dall’ala invasiva del Regno di Spagna dando alla nazione napolitana dignità e autonomia nello scacchiere geopolitico dell’epoca, intuendo fin dove potesse arrivare infatti le sue ambizioni si fermarono quando il suo Regno diventò di media potenza, come è ben descritto nel suddetto testo di Gin. I Borbone come tutti i sovrani dell’epoca nati sotto le indicazioni del “Grande Leviatano di Thomas Hobbes” e dopo l’avvento di Luigi XIV di Francia, era una casata “dispotica illuminata” che rispetto alle altre case regnanti europee veniva definita eretica per le sue politiche ritenute troppe riformistiche, troppo staccate dalla tradizione e troppo all’avanguardia. Emangiparono il Regno dal vassallaggio della Chiesa con la cancellazione del rito delle “chinee”, dall’introduzione delle leggi Febroniane e del Giuseppinismo, dalla tolleranza del giansenismo e della nuova concezione dei rapporti tra Stato e Chiesa ben rimarcata dalle tensioni che si ebbero con Sant’Alfonso Maria de Liguori. Questa politica, per certi aspetti eversiva, furono alla base della scomparsa del Sacro Regno delle Sicilie secondo le profezie di San Giovanni Bosco. Napoli divenne la capitale assoluta della cultura Europea che per l’epoca voleva significare del mondo grazie a Ferdinando che seguendo il solco tracciato dal padre Carlo, portò avanti delle riforme che ancora oggi sono attuali e considerate innovative che molti storici giudicano attuate con lentezza ma alla luce dell’indole pacifica dei Borbone il Regno conobbe un periodo di pace oggettivamente lungo da Carlo fino al 1799, e dei complessi e antichi equilibri su cui poggiava, sono stati fin troppo veloci. I giacobini napoletani asserragliati a Castel Sant’Elmo e rei di stato non accettarono la resa offerta da Ferdinando IV attraverso il Cardinale Ruffo che gli avrebbero permesso di raggiungere gli 8000 esuli, che invece l’accettarono, e dopo essere stati venduti dal predisio francese non poterono evitare il patibolo di P.zza Mercato perchè a quel punto bisognava rispettare le leggi che il sovrano non poteva ignorare, ma la vulgata dominante lo considera un “feroce tiranno”, non oso pensare cosa sarebbe accaduto in un altro paese europeo anche con gli 8000 esuli!!!

Ferdinando IV, alla sua morte I, come tutti i Borbone nella loro lunga reggenza scontentarono tutti il che vuol dire che cose le stavano facendo per bene, come studi scientifici contemporanei confermano in maniera inequivocabile, e se a distanza di 200 anni dalla sua scomparsa ancora è un nome che fa tremare i polsi e suscita sentimento d’odio, vuol dire che la sua impronta nella storia è profonda ed impossibile da cancellare. La sua figura è così scomoda che nessun ricordo solenne istituzionale è stato organizzato, nemme dalla Casa Reale odierna, tranne al Palazzo Reale di Caserta alla Chiesa Palatina dove la mattina del 5 di gennaio 2025 è stata officiata una Messa nel suo ricordo dove uno dei suoi più fedeli apostoli Don Battista Marello ha presentato un quadro inedito che raffigura il S.A.R. Ferdinando IV, di seguito il video integrale della funzione.

Claudio Saltarelli

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“NAPOLI 1799 I MOTIVI ANTICATTOLICI DELLA REPUBBLICA RIVOLUZIONARIA” NE PARLIAMO CON FERNANDO DI MIERI

Posted by on Mar 21, 2024

“NAPOLI 1799 I MOTIVI ANTICATTOLICI DELLA REPUBBLICA RIVOLUZIONARIA” NE PARLIAMO CON FERNANDO DI MIERI

Torniamo a parlare del 1799 che da anni trattiamo con determinazione e continuità nella consapevolezza che quel periodo lo si può considerare uno spartiacque tra la concezione dell’uomo con “u”minuscola e quella dell’Uomo con la “U” maiuscola. Gli intrecci tra giacobini e sanfedisti, tra tradizionalisti e modernisti , tra cattolici e atei, sono gli argomenti più studiati e divulgati ma c’è un altro argomento molto importante, se non fondamentale, che è quello dell’anticattolicesimo che nasce con Lutero e che con l’illuminismo e la rivoluzione francese germoglia nell’albero della libertà che nel mondo contemporaneo è diventato forte e robusto. Dopo aver parlato delle profezie di Sant’Alfonso de Liguori sul 1799 con il Prof. Fernando Di Mieri, venerdì 22 marzo alle ore 21 e sempre con il Prof. Di Mieri, parleremo dell'(anti)cattolicesimo della Repubblica Napoletana che nel Regno di Napoli non nasce per caso e per saperne di più basta cliccare di seguito

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